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Winston Churchill: amore e odio per un personaggio controverso

Winston Churchill
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Winston Churchill (1874-1965) per tutta la vita fu animato dall’idea che la storia consistesse nelle gesta di grandi uomini, le cui azioni determinavano il destino delle nazioni. La sua più grande ambizione fu quella di rivestire un ruolo di importanza fondamentale sulla scena internazionale. L’occasione arrivò quasi in vecchiaia, con l’ascesa di Hitler. Ma prima di affermarsi come figura eroica dovette combattere con la sinistra fama di “personaggio controverso”. 

Winston Churchill: una breve biografia

Churchill nacque a Blenheim Palace nell’Oxfordshire, il 30 novembre 1874, in seno a una famiglia della più alta aristocrazia britannica. Egli era infatti diretto discendente dei duchi di Marlborough. Sua madre invece era statunitense, figlia di un ricco uomo d’affari e diplomatico di New York, proprietario del New York Times, e imparentata, anche se alla lontana, con alcuni dei più importanti personaggi della storia americana come Franklin Delano Roosevelt.

Studente indisciplinato, fu avviato dalla famiglia alla carriera militare. Come soldato iniziò a partecipare ad azioni di guerra a Cuba, in India e Sudan e, in queste occasioni, ebbe modo di interessarsi di politica e di scrivere opere sulle campagne di guerra. Tornato in patria decise di tentare la carriera parlamentare, strinse rapporti politici grazie alla conoscenze di famiglia e tenne comizi agli incontri del Partito conservatore. Nel 1899 prese parte alla Guerra boera come corrispondente.

Grazie alla popolarità conseguita come corrispondente di guerra, Churchill fu eletto per il seggio di Oldham alle elezioni generali del 1900, data che segnò l’inizio della sua carriera politica che si intreccerà per tutta la vita con quella militare. Allo scoppio della Prima guerra mondiale, Churchill era a capo della Marina britannica. Fu uno dei promotori della fallimentare campagna di Gallipoli, che gli costò le dimissioni. A guerra finita fu eletto ministro della Guerra e dell’Aviazione, nel 1921 divenne segretario di Stato per le Colonie. A capo di queste cariche, Winston Churchill poté maturare una vasta esperienza di geopolitica mediorientale e militare.

Le tante immagini di un personaggio controverso

churchill e moglie
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Indagare sul perché Churchill sia stato così importante durante la Seconda guerra mondiale significa studiare il suo pensiero e le sue concezioni poiché esse vanno oltre gli eventi della Seconda Guerra Mondiale per abbracciare tutta la sua vita e tutta la sua epoca. Le sue concezioni del mondo, della geopolitica e del settore militare risalivano alla sua giovinezza, vissuta negli anni Novanta dell’Ottocento. Eletto per la prima volta alla Camera dei Comuni nel 1900, Winston Churchill aveva affrontato tutte le grandi questioni dell’epoca: la politica economica e sociale, il settore della difesa, degli affari esteri e dell’imperialismo. Era stato capo della maggior parte dei principali dipartimenti di Stato e aveva condiviso la direzione suprema della Prima Guerra Mondiale. La Seconda Guerra Mondiale costituì il culmine di una lunga e controversa carriera.

Molto prima che gli storici cominciassero a studiare Churchill, i suoi contemporanei arrivarono alle proprie conclusioni e le registrarono nei loro diari, lettere, promemoria e articoli di giornale. Sicuramente Winston Churchill ispirava una molteplicità di opinioni. A volte egli otteneva grande successo politico a cui seguiva la valutazione favorevole delle sue doti, ma poi un fallimento eclatante rimetteva in gioco tutti i giudizi negativi.

Le opinioni su Winston Churchill

Per i suoi colleghi e gran parte degli esponenti della classe dirigente, Winston Churchill era “l’uomo di Gallipoli”, cioè colui che, nell’ambito della Prima guerra mondiale, fu additato come il responsabile del fallimento della campagna che aveva l’obiettivo di liberare lo stretto dei Dardanelli dalla presenza turca e far sbarcare le forze alleate.

Quasi in contrasto con questa opinione, vi era quella adottata dai critici dell’imperialismo britannico, per la quale Churchill era “l’uomo dello sciopero generale“. E, infine, vi era l’opinione diffusa dalla concezione che Winston Churchill aveva di sé stesso come “l’Uomo del Destino“.

“L’uomo di Gallipoli”

disfatta di Gallipoli
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La spedizione di Gallipoli del 1915 rappresentò il primo insuccesso degli inglesi nella Prima guerra mondiale. Nella carriera di Churchill fu una macchia terribile e la reputazione che ne seguì durò moltissimi anni. Infatti, egli tra il 1900 e il 1914 aveva raggiunto il massimo del successo militare e politico in tempi assai rapidi. Eletto deputato conservatore nel 1900, passò ai liberali nel 1904 e ottenne un incarico nell’amministrazione Campbell-Bannerman del 1905. Quando Asquith divenne Primo Ministro nel 1908, Winston Churchill ottenne la carica di ministro del Commercio. Dopo un breve mandato come ministro degli Interni, nel 1911 passò all’Ammiragliato con il compito di rinnovare la Royal Navy contro la minaccia tedesca. Quando scoppiò la guerra nell’agosto del 1914, Churchill era considerato uno dei tre uomini più potenti del governo.

In realtà, la posizione di Churchill era molto più precaria di quanto apparisse. Gli mancava un solido sostegno politico, necessario per sostenere le conseguenze degli insuccessi che prima o poi si verificano operando nelle alte cariche. I liberali, sebbene grati a Winston Churchill per aver messo a loro disposizione le sue doti, non lo ritenevano un vero liberale. I conservatori erano ugualmente scettici. Appartenente per nascita alla classe dirigente, Churchill era il figlio di Lord Randolph Churchill, un famoso politico tory, e nipote di John Spencer-Churchill VII duca di Marlborough, per dieci anni parlamentare per il Partito conservatore e ministro nei governi tory. Eppure, Winston Churchill aveva fin da subito abbandonato il partito di suo padre e l’ordine sociale che rappresentava. Passato ai banchi liberali, Churchill condannò violentemente il suo vecchio partito. Per i conservatori l’unica spiegazione possibile per tale comportamento era l’opportunismo senza scrupoli.

La disfatta di Gallipoli

Allo scoppio della guerra nel 1914 si prevedeva una rapida risoluzione del conflitto. Invece, i tempi si allungarono in una lenta e cruenta guerra di trincea che sfociò, alla fine dell’anno, in una situazione di stallo sul fronte occidentale. I tempi erano maturi per una strategia alternativa e l’interesse si spostò verso i Balcani e il Mediterraneo orientale, dove la Turchia era entrata in guerra a fianco della Germania. Winston Churchill, in qualità di Primo Lord dell’Ammiragliato, propose con insistenza un’azione navale ai Dardanelli, sostenendo che vecchie corazzate avrebbero potuto forzare lo stretto, costringendo i turchi a ritirarsi, lasciando libera la via per Costantinopoli. Qui le truppe da sbarco britanniche, australiane e francesi si sarebbero unite all’esercito russo e sarebbero penetrate negli Stati balcanici, attaccando alle spalle l’Austria-Ungheria e la Germania. Il Consiglio di Guerra accettò il piano di Churchill, ma l’assalto navale fallì e la campagna costò la perdita di 46 mila uomini.

La storia di Gallipoli ebbe conseguenze nefaste per la reputazione di Churchill. Il Primo Lord del Mare, l’ammiraglio Fisher, fin da subito aveva espresso parere negativo alle proposte di Churchill, ma successivamente aveva accettato di collaborare. Nel maggio 1915, improvvisamente, si dichiarò nuovamente contrario e si dimise. Il Partito conservatore accusò Winston Churchill di essere uno stratega dilettante e di aver ignorato i consigli dell’ammiraglio britannico più importante del Paese. Nella crisi politica che ne derivò, i conservatori fecero pressione affinché Churchill fosse rimosso dall’Ammiragliato. Da quel momento in poi fu ritenuto responsabile di Gallipoli e nulla servì a lavare questa macchia per riabilitare la sua reputazione. Negli ambienti governativi si iniziò a considerarlo instabile e non affidabile nella condotta delle operazioni militari.

Dopo Gallipoli

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La vicenda di Gallipoli portò alle dimissioni di Churchill e al ritiro temporaneo dalla politica. Riuscì comunque a salvare la sua carriera. Lloyd George, Primo ministro dal 1916 al 1922, lo riportò al potere con una serie di incarichi minori. Allontanatosi dai liberali per gravi divergenze, Churchill rientrò nel Partito conservatore con la nomina di Cancelliere dello Scacchiere nel nuovo governo nato dalle elezioni del 1924. I conservatori, però, faticavano a fidarsi, considerando Churchill troppo assetato di potere per essere fedele alla causa. Le loro aspettative furono confermate dal comportamento di Churchill negli anni Trenta. Litigi con la dirigenza lo portarono all’esclusione dal governo nazionale del 1931.

I governi che si susseguirono in quegli anni cercarono un accordo con la Germania nazista e perseguirono il riarmo con una certa riluttanza. Churchill sosteneva la necessità di una grande alleanza di poteri per far fronte a Hitler e fece pressioni per un ampliamento della Royal Air Force. Quando nel 1938 il Primo ministro Neville Chamberlain strinse l’accordo di Monaco con Hitler, Churchill condannò l’atto come una resa al ricatto. Due anni dopo, lo stesso Winston Churchill divenne il leader del partito succedendo a Chamberlain, anche se la sfiducia dei tories non svanì mai dal tutto. Era pur sempre, ancora, l'”Uomo di Gallipoli”.

All’alba della Seconda Guerra Mondiale

Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale nel settembre 1939, Chamberlain fu costretto dalla pressione dell’opinione pubblica a portare Winston Churchill nel Gabinetto di Guerra con la nomina di Primo Lord dell’Ammiragliato, quasi a ricordargli il fallimento di Gallipoli. Chamberlain aveva ritenuto di poter tenere sotto controllo Churchill ma non aveva fatto i conti con la caduta del suo governo.

Infatti, una serie di ritardi e di incertezze nel far fronte all’avanzata di Hitler, che causarono l’occupazione nazista della Danimarca e della Norvegia, provocarono la caduta di Chamberlain e aprirono la strada a Churchill che ottenne la premiership. Impose rapidamente la sua autorità e la sua reputazione popolare crebbe enormemente. Eppure, dietro le quinte, i capi di stato maggiore consideravano loro compito trattenere Churchill dall’allestire offensive potenzialmente disastrose.

“L’uomo dello sciopero generale”

L'uomo dello sciopero generale
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Ma veniamo alla seconda delle opinioni che circolavano tra i contemporanei di Winston Churchill, quella de “L’uomo dello sciopero generale“. Questa definizione nacque dall’idea che Winston Churchill fosse un reazionario sociale e politico, un controrivoluzionario che difendeva lo status quo contro l’ascesa del partito laburista, la diffusione del comunismo e i movimenti di indipendenza all’interno dell’Impero britannico. All’inizio della sua carriera Churchill aveva inaugurato una riforma sociale e, come presidente del Ministero del Commercio, aveva regolamentato gli scambi di manodopera, aveva istituito l’assicurazione contro la disoccupazione e una legislazione sul salario minimo. Tuttavia, radicali e socialisti non furono mai convinti di questo aspetto, per così dire “progressista”, di Winston Churchill e sospettavano che egli in realtà altro non fosse che un feroce reazionario.

La loro opinione era basata sul fatto che Churchill, come ministro degli Interni, aveva autorizzato l’invio di truppe nei bacini carboniferi del Galles meridionale nel 1910 e successivamente nei punti più caldi durante lo sciopero ferroviario nazionale del 1911. Alcune voci sostenevano che Winston Churchill avesse autorizzato le truppe a sparare sui manifestanti. Poi con la Rivoluzione d’Ottobre del 1917, Winston Churchill spinse a favore dell’intervento continuo, denunciando con un linguaggio estremo il bolscevismo come una minaccia totale. Al momento dello sciopero generale, Churchill era cancelliere dello Scacchiere e per i laburisti egli rappresentava il nemico numero uno dei sindacati. La visione dei laburisti era parte integrante di un movimento più ampio di orientamento “progressista” contro le politiche “reazionarie”.

L'”Uomo del Destino”

l uomo del destino
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Dunque, fino alla Seconda guerra mondiale, Churchill dovette combattere con una cattiva fama prima di poter affermare agli occhi degli altri la sua eroica immagine di sé. Ma poi, all’improvviso, vi riuscì.

La Seconda Guerra Mondiale

Il crescente potere della Germania nazista, registrato dal 1933 in poi, rappresentò una doppia minaccia per il mondo. In primo luogo, i nazisti minacciavano di instaurare un imperialismo basato sulla dominazione di tutti gli altri popoli europei nell’interesse della Germania, dando vita ad una superpotenza militarizzata capace di sfidare gli Stati Uniti. Ma ancora più pericolosa era la sfida ai valori dell’Occidente. I nazisti esaltavano gli istinti più distruttivi e irrazionali dell’umanità, cancellando le secolari idee di ragione e progresso in nome del conflitto razziale. Winston Churchill fu una figura chiave nella storia mondiale. L’inizio della caduta del Terzo Reich avvenne in coincidenza con l’assunzione del potere da parte di Churchill in Gran Bretagna.

Dal gennaio 1933 al giugno 1940 Hitler collezionò ininterrottamente successi, eliminando uno dopo l’altro gli ostacoli all’espansionismo tedesco. Tuttavia, nel 1940 le cose cambiarono grazie alla resistenza organizzata in Inghilterra. Ovviamente, gli inglesi da soli non potevano rovesciare ila dittatura di Hitler ma decisero di rischiare e di continuare la guerra nella speranza di trovare alleati.

Winston Churchill e il conflitto

Royal Dragoon Guards
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Come abbiamo visto, Winston Churchill era diventato Primo Ministro della Gran Bretagna il 10 maggio 1940 e, con il titolo di Ministro della Difesa, si assunse la responsabilità di dirigere i Capi di Stato Maggiore nella guerra. In questo frangente, egli si rese protagonista di una grande mobilitazione che restituì agli inglesi l’entusiasmo e la voglia di vincere, ispirando la popolazione con una serie di grandi discorsi e trasmissioni radiofoniche. Dal giugno 1940 Churchill e gli inglesi divennero il punto chiave attorno a cui si organizzò la Resistenza. Fu Winston Churchill a convincere Roosevelt e i suoi consiglieri che la Gran Bretagna era un alleato affidabile per gli Stati Uniti. Nel giugno dell’anno successivo, Hitler commise l’errore di aprire un secondo fronte a est, invadendo la Russia. Churchill strinse l’alleanza russa mentre gli agenti britannici tentarono di costruire una rete per sabotare lo sforzo bellico tedesco dall’interno.

Nel dicembre 1941, con l’attacco giapponese a Pearl Harbor, che segnò l’entrata in guerra degli Stati Uniti, Churchill aveva già ribaltato la situazione contro il nemico. E fino all’invasione oltre Manica del giugno 1944, la strategia anglo-americana in Occidente fu basata sulle sue direttive. La guerra in Nord Africa, l’invasione dell’Italia e l’offensiva aerea portarono la sua firma. Nel maggio 1945 la Germania si arrese e Winston Churchill fu acclamato come uno dei tre grandi uomini che avevano vinto la guerra. In Gran Bretagna divenne “il salvatore del Paese”.

L’affermazione dell’Uomo del Destino

Dunque, Winston Churchill profetizzò con successo il pericolo della Germania di Hitler, iniziò a ispirare la nazione nell’estate del 1940 e condusse la guerra fino alla giornata della vittoria in Europa, l’8 maggio 1945, data che segnò la fine del conflitto nel Vecchio Continente. Primo Ministro del Regno Unito durante il conflitto, Winston Churchill ebbe un ruolo determinante nel guidare la sua nazione e gli Alleati verso la vittoria. Iniziò a farlo con una serie di discorsi in cui annunciò il rifiuto della resa e rassicurando il popolo britannico sulla determinazione a resistere all’invasione tedesca. I suoi proclami galvanizzarono la Resistenza a cui Winston Churchill diede un contributo operativo su più fronti:

  • in Inghilterra contro l’offensiva aerea della Luftwaffe:
  • in Africa contro l’Italia:
  • per via diplomatica stingendo l’accordo della Carta Atlantica, sottoscritta con il presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt.

Churchill guidò la strategia militare che contrastò con successo l’aviazione tedesca, procurando la prima grande sconfitta a Hitler, poi aprì un secondo fronte nel Mediterraneo contrastando l’invasione tedesca del Nord Africa e aprendo la strada all’invasione dell’Italia. Questa strategia alleviò la pressione sul fronte orientale e permise agli Alleati di guadagnare terreno contro le forze dell’Asse. Quando gli alleati accettarono la resa incondizionata delle forze armate della Germania nazista, e la conseguente operatività dell’armistizio tra la Germania e le forze alleate, Winston Churchill fu applaudito da milioni di persone come l’uomo che aveva vinto la guerra. L’immagine dell'”Uomo del Destino” fu così potente che per lungo tempo, dopo il 1945, cancellò le vecchie concezioni di Churchill.

Winston Churchill immagini

Winston Churchill frasi

“L’ottimista vede opportunità in ogni pericolo, il pessimista vede pericolo in ogni opportunità.”

“Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare.”

“Chi parla male di me alle mie spalle viene contemplato dal mio culo.”

Libri Winston Churchill

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