Poppea Sabina celava sotto l’apparente riservatezza, la consuetudine a una vita scandalosa. Ritratta come una donna di straordinaria bellezza e intelligenza, ma anche di ambizione sfrenata e moralmente discutibile, Poppea Sabina è diventata un’icona della donna fatale dell’antichità.
Poppea Sabina
Come scrisse Tacito, Poppea Sabina “dalla natura aveva avuto tutto, fuorché un animo onesto“. Raramente usciva in pubblico, il volto celato a metà per non soddisfare la brama di coloro che l’ammiravano. Mai si curò della sua reputazione e della conta di mariti e amanti. I suoi capricci andavano di pari passo ai vantaggi che poteva trarne. Ancora sposata con Rufrio Crispino, da cui aveva avuto un figlio, si concesse a Marco Salvio Ottone, giovane caro a Nerone perché particolarmente propenso alla dissolutezza.
Infanzia e giovinezza
Poppea era figlia di Tito Ollio, un pretore che durante il regno dell’imperatore Tiberio non riuscì a fare carriera a causa di amicizie ambigue, e Poppea Sabina, matrona distinta, che nel 47 si suicidò, a causa degli intrighi dell’imperatrice Messalina. Come abbiamo visto, Poppea Sabina si sposò dapprima con Rufrio Crispino, membro dell’ordine equestre e capo della guardia pretoriana sotto l’imperatore Claudio. Quando Nerone divenne imperatore, lo destituì e lo esiliò in Sardegna. Nerone era allora già invaghito della moglie e ne decise l’esecuzione. Crispino lo prevenne, suicidandosi.
L’incontro con Nerone
L’incontro tra l’imperatore Nerone e Poppea Sabina avvenne tramite Marco Salvio Ottone nel 58 d.C. Una sera di primavera inoltrata, Ottone si trovava accanto all’annoiato Nerone quando iniziò a elogiare la bellezza di colei che nel frattempo era diventata sua moglie, Poppea Sabina. Gli amici, tra cui i poeti e scrittori Caio Petronio e Anneo Lucano, iniziarono a stuzzicarlo, prendendolo in giro circa il fatto che era dimagrito per soddisfare le voglie della moglie Poppea Sabina. Nerone drizzò le orecchie e la sua bramosia si accese. Ordinò a Ottone di portarla al suo cospetto per potere ammirare la sua leggendaria bellezza. Poppea si fece attendere a lungo, infuocando l’animo di un Nerone già ubriaco e impaziente.
Poi Poppea entrò. Abbigliata con cura e ricercatezza, camminò al centro della stanza con quella grazia e sicurezza della donna consapevole della propria bellezza. Gridolini di meraviglia si alzarono da ogni dove. Nerone ne fu incantato. Ottone la fece sfilare davanti a Nerone e Poppea, con uno sguardo, capì di averlo già conquistato. Poppea Sabina aveva allora ventisette anni. Da quella sera, nel giro di un mese, Nerone allontanò la moglie e la sua amante ufficiale e iniziò a pensare come poter allontanare il marito e suo caro amico Ottone.
Giulia Agrippina, la madre di Nerone
Un altro ostacolo che allontanava Nerone dal possesso di Poppea Sabina era sua madre, Giulia Agrippina. Le due donne si detestarono a vicenda fin dal primo momento e, politicamente, l’una escludeva l’altra. Giulia Agrippina era nota per il rigore morale che esercitava, però, solo per fini politici. Prediligeva la prima moglie di Nerone, Claudia Ottavia, docile e remissiva che mai avrebbe spinto il marito contro la madre. Giulia Agrippina aveva tollerato la relazione del figlio con l’amante ufficiale Atte e con altre prostitute, poiché si trattava solo di sesso. Ma con Poppea Sabina la questione era differente.
La madre di Nerone aveva conosciuto la madre di Poppea e non le era piaciuta per la vita apertamente licenziosa che conduceva. Poppea ne aveva ereditato la bellezza, il fascino, la sicurezza, l’astuzia e anche quella licenziosità malcelata. L’avversione di Giulia Agrippina esplose quando uno dei suoi informatori le riferì che “Nerone stava dietro a Poppea come un cane a una cagna in calore“.
L’inizio della relazione tra Poppea Sabina e l’imperatore Nerone
All’inizio Poppea Sabina aveva conquistato Nerone con adulazione e lusinghe, fingendo di non poter resistere alla bellezza e al desiderio per l’imperatore. Poi, quando ormai Nerone era innamorato pazzo di lei, iniziò a mostrarsi riluttante. Se egli desiderava che si fermasse per la notte, la donna gli ribadiva che lei era una donna sposata e che non poteva rinunciare al matrimonio.
Poppea elogiava Ottone per essere un marito ammirevole e che con lui poteva ottenere tutto ciò che desiderava. Parole che ebbero, immediatamente, l’effetto sperato. In men che non si dica, Marco Salvio Ottone fu allontanato dalla cerchia di intimi di Nerone, poi dalla corte imperiale e, infine, inviato come governatore in Lusitania, dove rimase per dieci anni. La strada verso la conquistata totale di Poppea Sabina era spianata.
Un matrimonio sospirato e il matricidio
Nonostante ciò, Nerone non si decideva a sposare Poppea Sabina. Il più grande ostacolo rimaneva la madre, Giulia Agrippina. Incapace di sopportare contraddizioni, Nerone risolse la questione uccidendo la madre. Poppea Sabina lo spinse verso il matricidio? Non lo sappiamo. Sappiamo però che la più grande paura di Nerone era quella di essere scavalcato.
Paranoico, infantile, insicuro, l’importante per Nerone era la presa di potere. Giulia Agrippina fu uccisa in una villa del Miseno dopo un’ignobile messa in scena da parte del figlio. Seneca si prestò a scrivere al Senato la lettera in cui denunciava il tentativo di omicidio ordito dalla madre nei confronti del figlio imperatore.
La moglie Claudia Ottavia
A questo punto della storia rimaneva ancora in scena Claudia Ottavia, la moglie di Nerone. Docile, umile e, nonostante la fama della madre Messalina, dalla condotta irreprensibile, Ottavia era più giovane di Poppea Sabina e godeva pubblicamente del favore del popolo che stava dalla sua parte. Nerone decise di ripudiarla perché incapace di dargli un figlio. Dopo appena dodici giorni l’imperatore sposò Poppea Sabina.
A dicembre del 62 d.C. nacque la loro prima figlia. Il Senato ordinò pubbliche preghiere e cerimonie di ringraziamento in tutto l’impero. Poppea Sabina era al culmine della gioia, consapevole di avere Roma ai suoi piedi. Nulla ora poteva fermarla: era diventata Augusta, mentre Ottavia, già isolata nell’isola di Pandataria, fu uccisa con la falsa accusa di tradimento. Ma la fortuna non sorriderà a lungo.
La fortuna dà e la fortuna toglie
A quattro mesi dalla nascita, improvvisamente la figlia di Nerone e Poppea morì, gettando i genitori nella costernazione e nel dolore. Per distrarsi, Poppea e Nerone partirono per soggiornare ad Anzio. E allora avvenne il più grave e terribile disastro che la città avesse mai sofferto. Roma bruciò ininterrottamente per nove giorni, dal 19 al 28 luglio del 64 d.C. Nerone fu accusato di essere l’autore del terribile incendio, questa volta a torto. Anche se non possiamo biasimare i contemporanei, dal momento che un imperatore assassino della propria madre, della moglie, del fratello, degli amici più stretti, libertino, dissoluto e buffone avrebbe potuto benissimo essere l’artefice della distruzione della sua stessa città.
L’anno dopo avvenne la congiura di Pisone. La misura delle dissolutezze di Nerone aveva oltrepassato il limite per tutti. Scoperta la congiura per la codardia di alcuni partecipanti, furono condannati a morte i più intimi di Nerone: Caio Petronio, Anneo Lucano, Claudio Senecione, Seneca e perfino Rufrio Crispino, colpevole di essere stato il primo marito di Poppea.
La morte di Poppea Sabina
Siamo nel 65 d.C. Durante la congiura di Pisone, Poppea Sabina era nuovamente incinta ma morì “vittima di un improvviso scoppio d’ira del marito che le sferrò un calcio al ventre“. Probabilmente, questa fu una falsa versione visto che a riportare la notizia fu Tacito e altri storici romani, tutti ostili a Nerone. Si trattò di un incidente di gravidanza o di un aborto, come riportano diverse fonti storiche. Comunque, il corpo di Poppea, anziché consunto sul rogo come tradizione romana, fu imbalsamato e deposto nel mausoleo della famiglia Giulia in Campo Marzio. Durante i funerali pubblici, Nerone pronunciò l’elogio funebre nei rostri, celebrando la bellezza e le virtù della defunta moglie.
Le nefandezze di Nerone si fermarono qui? Ma niente affatto. Nello stesso anno, l’imperatore ordinò di far affogare durante una battuta di pesca il primo figlio di Poppea, avuto da Rufrio Crispino. E sembra che Nerone abbia fatto castrare il giovane liberto Sporo, poiché assomigliava incredibilmente alla moglie. Dopodiché lo sposò. Il matrimonio sarebbe avvenuto in Grecia. Nel 66 d.C. Nerone sposò Statilia Messalina e, secondo molti, Poppea Sabina fu in realtà ripudiata dall’imperatore per poter sposare questa nuova nobildonna. Poppea si sarebbe ritirata nella villa a Oplontis alle pendici del Vesuvio e sarebbe morta nel 79 durante l’eruzione del vulcano. Tuttavia, nella villa non sono mai stati trovati resti umani.
Poppea Sabina immagini
Libri su Poppea
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