Home Fatti e luoghi Parco del Monte Cucco: tra storia e religiosità

Parco del Monte Cucco: tra storia e religiosità

parco del monte cucco
Wikimedia Commons

Il parco del Monte Cucco occupa parte del territorio di diversi comuni in provincia di Perugia. L’area naturale si estende per 105 km² ed è attraversata da due fiumi, il Chiascio e il Sentino, oltre che da decine di torrenti.

Il Parco del Monte Cucco

L’area naturale protetta del Parco del Monte Cucco è stata istituita nel 1995 per la presenza di un’importante biodiversità, costituita da estesi boschi di faggi, frassini, sorbi montani, aceri e querce, grandi prati, numerosissime specie di fiori, tra cui le orchidee. Tra la fauna presente spicca il lupo, il gatto selvatico e i più comuni cinghiali, falchi e volpi.

Tra le cose da vedere al Parco del Monte Cucco ci sono le grotte. Tra queste si annoverano la famosa grotta di Monte Cucco, la grotta di Sant’Agnese, la grotta di San Donino e la grotta Bianca. Ricordiamo altre cose da vedere al Parco del Monte Cucco che verranno descritte più avanti come la forra del Rio Freddo, le sorgenti della Scirca, l’abbazia di Santa Maria di Sitria e l’eremo di San Girolamo.

Dove si trova in Parco di Monte Cucco

Il territorio del Parco del Monte Cucco comprende le pendici del monte Cucco, una vetta dell’Appennino Umbro-Marchigiano che misura 1566 metri di altezza, situato all’interno di uno dei complessi carsici più grandi d’Italia. Ricadono entro il parco i territori dei comuni di Costacciaro, Fossato di Vico, Sigillo, Gubbio, Gualdo Tadino, Scheggia e Pascelupo. La vetta principale del monte Cucco è una cima di roccia calcarea chiamata “Calcare Massiccio del Monte Cucco”.

La storia di Monte Cucco

Parco-del-Monte-Cucco-cosa-vedere
Wikimedia Commons

Il monte Cucco è formato per lo più da rocce sedimentarie di origine marina che risalgono ai tempi del Giurassico. Il rilievo iniziò a costituirsi circa 210 milioni di anni fa, quando era ancora immerso in un mare poco profondo e popolato da molte forme di vita, il Tetide. Il progressivo accumularsi di resti di organismi marini contribuì a creare a una serie di rocce sedimentarie che, infatti, risultano ricche di fossili del Giurassico superiore. I fossili rinvenuti sono conservati nel museo di Costacciaro.

Dal X al IV secolo a.C. Monte Cucco ricadde entro l’area di occupazione degli Umbri che avevano la loro capitale a Gubbio. Fu questo popolo italico a erigere, tra Scheggia e Pascelupo, il Tempio di Giove Pennino, uno dei più importanti santuari umbro-romani sulla via Flaminia, ma oggi completamente scomparso.

A partire dal 1291 la zona centrale dell’odierno Parco del Monte Cucco corrispondeva a un’enorme proprietà privata, gestita dalla cosiddetta Università Uomini Originari di Costacciaro. Si trattava di una proprietà comunitaria e indivisibile che, per oltre sette secoli, tramandò la terra ai discendenti diretti delle famiglie coinvolte. Tali famiglie riuscirono a costituite il fondo acquistandone i vari pezzi dai feudatari locali. Straordinariamente, tale proprietà è ancora in vigore ed ha contribuito a salvaguardare la montagna dall’abusivismo edilizio degli anni ’50 e ’60 del Novecento.

Grotta di Monte Cucco

Grotta di Monte Cucco
grottamontecucco.umbria.it

La grotta di Monte Cucco è la principale attrazione del Parco di Monte Cucco e rappresenta anche una delle grotte più estese d’Italia. Misura infatti 35 chilometri, per una profondità nel sottosuolo di quasi un chilometro. A testimonianza della sua ampiezza, è dotata di quattro ingressi, uno dei quali ben visibile dalla vallata sottostante. Proprio per questo, l’antro è conosciuto dagli uomini del posto da secoli.

L’antro si formò a seguito dei fenomeni carsici che cessarono circa 300.000 anni fa. Da allora essa si mantiene praticamente immutata. Il primo esploratore ufficiale della grotta di Monte Cucco fu Ludovico Santacroce, soldato di ventura di Fabriano. Nel 1551, in occasione della sua discesa in grotta, lasciò incisa la data e il suo nome su una delle pareti. Tuttavia, un’altra incisione ci svela che egli non fu il primo esploratore.

Infatti, un’altra scritta, riportante l’anno 1499, ci dice che un anonimo pioniere scese nelle viscere della terra. La prima vera esplorazione a carattere scientifico avvenne tra il 1883 e il 1892. Dal 2009 percorsi attrezzati permettono l’accesso ai visitatori comuni.

Descrizione della grotta

Una serie di scale e passerelle permette la discesa nelle viscere della grotta di Monte Cucco. All’interno è tutto un susseguirsi di cunicoli e labirinti adornati da stalattiti e stalagmiti. Attraversando il percorso che taglia orizzontalmente la montagna si aprono vari ambienti e sale tra cui ricordiamo la magnifica Cattedrale, la Sala Margherita, la Sala delle Fontane, la Sala del Becco. Concludono il percorso il suggestivo Passaggio Segreto e la Sala Terminale.

Visite Grotta di Monte Cucco: orari e informazioni

Le visite alla Grotta di Monte Cucco sono esclusivamente guidate e si può scegliere tra tre differenti percorsi. Le visite sono sconsigliate a chi non è in forma fisica e per i bambini al di sotto degli 8 anni. I percorsi hanno una durata variabile che può andare dalle 2 alle 5 ore.

Le visite guidate partono dalla Casina delle Guide situata in Località Pian di Monte (Sigillo, decollo Sud). La temperatura interna alla grotta è di 6 gradi circa con umidità quasi al 100%. Pertanto, si consiglia di vestirsi a strati e da montagna.

I percorsi della Grotta

  • Percorso Scoperta: inizia dal parcheggio auto di Pian di Monte dove si trova l’ingresso est. Si scende attraverso il Pozzo Miliani per percorrere un sentiero interno tra scale e passerelle che conducono alla Cattedrale e alla Sala Margherita, per passare poi alla Sala del Becco. L’escursione dura 2-3 ore.
  • Percorso Traversata: si parte sempre dall’ingresso est e il Pozzo Miliani. Seguendo lo stesso percorso dell’itinerario precedente, dopo la Sala del Becco, si continua con la Sala delle Fontane fino al Passaggio Segreto e alla Sala Terminale. Si risale attraverso un pozzo attrezzato di 8 metri, al termine del quale si apre un belvedere naturale dove ammirare il panorama sulle cime dell’Appennino. Si ritorna a Pian di Monte attraverso sentieri in quota. L’escursione dura 4-5-ore.
  • Percorso Avventura: si tratta di più itinerari speleologici adatti ad esperti e principianti e che non seguono i due precedenti percorsi turistici. La durata delle escursioni è di 5 ore circa.

Forra del Rio Freddo

Forra del Rio Freddo
Wikimedia Commons

La Forra di Rio Freddo è un profondo e imponente canyon che solca il versante orientale del Monte Cucco. La forra è stata scavata dal torrente che nasce nel cuore del Parco, alla Fonte dell’Acqua Fredda. Nel suo tratto iniziale si presenta come un normale torrente che scorre attraverso un ampio bosco di faggi. All’altezza del Passo Porraia diventa un canyon tra massicci banchi di calcare.

Il canyon di Rio Freddo è lungo 3 km e in alcuni punti può raggiungere una profondità di 200 metri. Il secondo tratto è il più spettacolare in quanto scende in profondità. Nel suo percorso il torrente forma diversi laghetti. Al limitare delle pareti del canyon si incontrano i resti di fortificazioni e le rovine dell’Eremo di San Girolamo, risalente all’anno Mille e costruito ai piedi di una parete rocciosa alta più di cento metri.

Abbazia di Santa Maria di Sitria

Abbazia di Santa Maria di Sitria
Wikimedia Commons

L’abbazia di Santa Maria di Sitria è situata nella frazione di Isola Fossara. Questo edificio di culto risale al secondo decennio dopo il Mille quando fu voluto da san Romualdo, il fondatore di Camaldoli. L’abbazia presenta uno stile romanico con richiami al gotico. L’abside è caratterizzata dalla presenza di un affresco del XVII secolo, di autore anonimo e raffigurante la Crocifissione. Degna di menzione è anche la semplice cripta che mostra una raffinata volta retta da una colonna di granito dotata di capitello, appartenente a una costruzione precedente di epoca romana.

Accanto alla cripta figura la stretta cella di san Romualdo, che per sei mesi fu anche la sua prigione, in quanto rinchiuso qui dagli altri monaci. Si può visitare l’Abbazia di Santa Maria di Sitria facendo richiesta ai monaci benedettini camaldolesi di Fonte Avellana, gli attuali proprietari.

Bosco di Monte Cucco

Il bosco di Monte Cucco è composto da faggete secolari ed è attraversato da numerosi sentieri che portano alla scoperta delle sue meraviglie naturali. Tra i numerosi tracciati escursionistici, segnaliamo un percorso ad anello che attraversa il bosco stesso. Il sentiero 229 inizia dall’albergo ristorante “Da Tobia” in Val di Ranco, per proseguire poi con il sentiero 225. Esso conduce alla suggestiva foresta detta “Madre dei Faggi” che annovera alcuni esemplari secolari.

Dopo aver camminato per un chilometro si giunge alla Fonte dell’Acqua Fredda. Qui, oltrepassato il torrente, si prosegue fino all’incrocio tra i sentieri 225 e 242. Si continua tenendo la destra, in discesa dopo aver imboccato il sentiero 275 che vi porterà al Passo Porraia. Il sentiero 229 vi condurrà invece al punto di partenza.

Museo Laboratorio del Parco del Monte Cucco

Museo Laboratorio del Parco del Monte Cucco
Museo Laboratorio del Parco del Monte Cucco

Una visita al Museo Laboratorio del Parco del Monte Cucco rappresenta un ottimo modo per approfondire alcuni temi legati al territorio del parco. Il percorso espositivo illustra la genesi e la geologia delle masse calcaree di Monte Cucco e dell’Appennino umbro marchigiano. Il visitatore è direttamente coinvolto nel percorso, non solo con stazioni multimediali, ma anche azionando personalmente alcune riproduzioni di macchinari.

Gran parte dell’esposizione verte sul tema dell’acqua che beviamo, partendo dall’origine delle rocce dell’Appennino, passando alla formazione delle grotte e dei punti di raccolta delle acque sotterranee. Accanto all’esposizione dei fossili, si potrà anche conoscere il sistema di drenaggio dei fiumi sotterranei con modellini tridimensionali.

Una sezione dell’istituzione museale è infine dedicata agli antichi animali che caratterizzarono il territorio nell’ultima e penultima Glaciazione, basandosi sui ritrovamenti avvenuti in tutta l’area del Monte Cucco. Uno spazio è anche dedicato alla presenza dell’uomo nell’Alta Valle del Chiascio e nelle Grotte di Monte Cucco, mostrano i ritrovamenti di manufatti risalenti al Paleolitico.

Eremo di San Girolamo

Eremo di San Girolamo
Wikimedia Commons

L’eremo di San Girolamo si trova nel versante orientale del Parco del Monte Cucco, a oltre 600 metri di altezza. L’edificio si aggrappa alla base di un banco di roccia calcarea, sormontato da pareti a strapiombo di oltre cento metri e grotte caratterizzate da celle eremitiche medievali.

L’eremo mostra ancora uno stile romanico e, nel corso dei secoli, ha subito diversi rimaneggiamenti in base alle esigenze della vita eremitica. Il primo ad abitarvi fu Beato Tomasso da Costacciaro, che vi morì nel 1337. Dopo essere stato un importante centro culturale e religioso, attorno alle fine del Cinquecento l’eremo di San Girolamo era a rischio abbandono a causa dei pericoli rappresentati dalla caduta dall’alto di massi e per la presenza di ladri che trovarono rifugio nelle grotte vicine. Papa Sisto V allora fece allontanare i ladri e la vita monastica continuò, almeno fino al 1974 quando morì l’ultimo monaco, Don Mariano Kizek.

Abbandonato e depredato, l’eremo fu recuperato nel 1992 e riaperto grazie agli eremiti camaldolesi del Monte Corona che sono i responsabili del mantenimento e conservazione dell’edificio, ormai chiuso al pubblico.

Parco del Monte Cucco immagini

Video Parco del Monte Cucco

Costacciaro meteo


Meteo Costacciaro