Napoli, una città ricchissima di storia e cultura, vanta un patrimonio artistico che riflette secoli di influenze diverse. Fondata dai cumani nell’VIII secolo a.C., fu tra le città più importanti della Magna Grecia e dell’epoca romana. Il centro storico, patrimonio UNESCO, ospita monumenti iconici come il Duomo, il Maschio Angioino e il Palazzo Reale. La vivace scena culturale si manifesta attraverso teatri storici, festival e una tradizione musicale che spazia dalla canzone popolare all’opera.
Napoli insolita: alla ricerca di posti storici da visitare
Oltre ai luoghi più noti, Napoli nasconde una miriade di tesori più o meno conosciuti che offrono uno sguardo affascinante su un lato insolito e autentico della città. Ci avventureremo alla scoperta di posti storici fuori dai sentieri battuti dal grande turismo, dai misteriosi sotterranei ai suggestivi chiostri nascosti, passando per antiche catacombe e palazzi segreti. Un viaggio attraverso questi luoghi unici rivelerà la Napoli più nascosta e sorprendente, ricca di storie e leggende che attendono solo di essere scoperte e conosciute.
Il Cimitero Delle Fontanelle
Iniziamo il nostro tour di luoghi storici da visitare a Napoli nel rione Sanità, con il complesso monumentale del Cimitero delle Fontanelle. Si tratta di un antico ossario situato entro una ampia grotta di tufo. L’interno accoglie ben 40mila spoglie di persone che sono state vittime della Grande Peste del 1656 e del colera del 1836. Ma non solo, perché si ritiene che al di sotto del piano di calpestio giacciano altri quattro metri di ossa stratificate. Ma perché tutto questo grande ammasso di ossa umane?
Per quattro secoli, questa cavità in tufo ha accolto i resti di tutti coloro che non potevano permettersi una degna sepoltura. Inoltre, considerato che la Grande Peste seicentesca fece oltre 200 mila vittime solo a Napoli, a un certo punto finì lo spazio disponibile nei cimiteri ordinari e le autorità cittadine furono costrette ad accatastare i morti in spazi insoliti. Dopo essere state buttate alla rinfusa, l’eminente religioso Gaetano Barbati (1804-1882), assieme ad un gruppo di fedeli, effettuò una prima sistemazione delle ossa.
Descrizione del Cimitero delle Fontanelle
Tre grandi gallerie formano il Cimitero delle Fontanelle. Sono le navate dei Preti, degli Appestati e dei Pezzentielli. Misurano in altezza tra i 10 e i 15 metri, per un centinaio di metri di lunghezza. Alcuni corridoi, ricoperti da teschi, tibie e femori, collegano tra loro le navate. La navata dei Preti è caratterizzata dalla presenza del “Tribunale”, una grotta con tre croci e una distesa di teschi. La tradizione locale narra che, in passato, questo fu il luogo di riunione dei camorristi più importanti e influenti della città.
La navata degli Appestati è sicuramente quella più suggestiva per la grande quantità di teschi impilati. Vi si trova una cappella composta interamente da tibie e femori e disposti a contorno della statua di Cristo Risorto. Il Cimitero delle Fontanelle è parte del complesso storico-archeologico delle vicine catacombe cristiane.
Gli adottati e i pezzentielli
La navata degli Appestati è nota per essere da sempre un luogo di vivace devozione popolare. Infatti, qui compaiono i teschi “adottati” dai fedeli. Un tempo, le persone con qualche risorsa economica in più ponevano i teschi adottati in teche di legno, dandogli un’identità e una storia, che gli era stata rivelata in sogno. Chi invece non poteva permetterselo, collocava il teschio in una semplice scatola riciclata.
La navata dei Pezzentielli è conosciuta per un particolare rito, proibito poi nel 1969 perché considerato contrario alla religione cattolica. Si tratta del culto delle anime pezzentelle, cioè di quelle ossa anonime dei pezzentielli, i poveri. Gli abitanti di Napoli le consideravano appartenenti ad anime abbandonate e ci si rivolgeva loro per ottenere un aiuto reciproco tra poveri, come solidarietà, fortuna, numeri del lotto. Ci sono capuzzelle (teschi) che spiccano tra le altre, come quella del Capitano e quella di Donna Concetta. Quest’ultima, chiamata anche “’a capa che suda”, è famosa perché appare sempre ben lucida, priva di polvere e segni del tempo. Se per la scienza questo teschio appare in tal modo perché capace di assorbire meglio l’umidità dell’ipogeo, per i fedeli è invece il segno della particolare benevolenza di Donna Concetta nell’esaudire le richieste di aiuto.
Insoliti palazzi
Dal Rione Sanità prendiamo la Salita Capodimonte e fermiamoci al civico 8/10, presso il Palazzo De’ Liguoro-Santoro, meglio conosciuto come il Palazzo degli Spiriti. La caratteristica più impressionante di questo edificio è la presenza di una scala elicoidale, completamente scavata nel tufo. Le sue rampe bianche a sbalzo sono continue e i gradini sono in pietra lavica. Spostiamoci più a sud per ammirare Palazzo Sanfelice, costruito nei primi decenni del Settecento dal nobile architetto Ferdinando Sanfelice come propria residenza.
Le scale all’ingresso furono pensate dall’architetto con copertura in lavagna, in onore della moglie originaria del paesino della Liguria di Levante. La scalinata interna, con numerose aperture ad arco, è diventata uno dei simboli della città. Infatti, essa compare in molte pellicole cinematografiche come “Questi fantasmi” di Eduardo De Filippo. Altre parti dell’edificio sono apparse in “Le quattro giornate di Napoli” di Nanni Loy, “Gegè Bellavita” di Pasquale Festa Campanile e “Il sindaco del rione Sanità” di Mario Martone.
Il quartiere Costantinopoli
Percorrendo Corso Amedeo di Savoia, si arriva al quartiere Costantinopoli, ricco di arte barocca. Nella Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, eretta al posto di una originaria cappella cinquecentesca, si può ammirare l’altare maggiore in marmi policromi e decorazioni in stucco, sormontato dagli affreschi della cupola. L’insolita Chiesa di Santa Maria della Sapienza, risalente al Seicento, accoglie il visitatore con un imponente loggiato, marmi policromi, affreschi e ardesia all’interno. Tra gli edifici storici segnaliamo il palazzo Castriota o palazzo del Tufo, che mixa stile rinascimentale e barocco e conserva nel cortile una fontana settecentesca.
Palazzo Firrao rappresenta il massimo esempio del barocco nel quartiere Costantinopoli di Napoli. Il nucleo originario del palazzo risale al Cinquecento ma la facciata fu rimaneggiata nel 1621, aggiungendo piperno e marmo pregiato come testimonianza del prestigio della famiglia Firrao. Nel quartiere abbiamo anche Port’Alba, considerata una delle più belle porte d’Europa per la sua maestosità e la ricchezza delle decorazioni. Da essa si accede all’omonima via, caratterizzata dalla presenza di librerie storiche, e poi a piazza Bellini, dove si trovano le rovine delle mura greche dell’antica “Neapolis”.
L’Ospedale delle Bambole
Da Port’Alba e Via dei Tribunali giungiamo nella caratteristica via dei Presepi di San Gregorio Armeno. Si tratta di una zona molto vivace, visitata per i particolari negozietti dove acquistare le celebri statuine del presepe napoletano ma anche oggetti d’antiquariato. In via San Biagio dei Librai ci imbattiamo nell’Ospedale delle Bambole, una singolare bottega artigianale e storica. Qui, infatti, dalla fine dell’Ottocento avviene il restauro di bambole d’epoca e statue sacre. L’idea venne a Luigi Grassi, scenografo dei teatri di corte e dei teatrini dei pupi, che decise di aprire il suo laboratorio per pupi di scena e altri oggetti delle scenografie teatrali.
Un giorno, entrò in negozio una mamma disperata a causa di una bambola rotta e implorò il signor Luigi di ripararla. L’artista-artigiano, che era solito indossare un camice bianco, lo fece e quando la mamma si ripresentò, esclamò: “Dottore, grazie, la mia bambina sarà felicissima e le dirò che sono andata alla bottega del mago”. La voce si diffuse e in breve tempo il laboratorio si riempì di bambole rotte. Un passante, nel vedere il laboratorio, disse: ”Me pare proprio o’ spitale d’è bambule”. Ed ecco come nacque il nome di questo particolarissimo posto che oggi è dotato anche di un museo visitabile.
La Pedamentina e i Quartieri Spagnoli
La Pedamentina è la più lunga e antica scalinata di Napoli. L’itinerario pedonale collega il Vomero al centro storico. Fu realizzata durante il XIV secolo e utilizzata anche in funzione difensiva del medievale Castel Sant’Elmo. 414 scalini compongono la scalinata che offre molti punti panoramici sul golfo di Napoli. Tra orti e giardini, si arriva al belvedere San Martino e alla Certosa, uno dei principali complessi monumentali e religiosi della città. Scendendo, invece, si arriva ai folcloristici Quartieri Spagnoli.
La chiesa di Santa Maria della Concezione a Montecalvario rappresenta un prezioso esempio di architettura barocca napoletana del Settecento, così come la chiesa di San Carlo alle Mortelle, la cui costruzione, però, risale alla prima metà del Seicento. Da non perdere anche la chiesa di Santa Maria della Mercede a Montecalvario con numerose opere d’arte sacra. Tra i palazzi storici ricordiamo Palazzo Anastasio, Palazzo Majorana, Palazzo Sifola, tutti edificati tra il Cinque e il Settecento.
La Galleria Borbonica
Fa parte della Napoli Sotterranea, la Galleria Borbonica, una cavità sotterranea situata alle spalle della celebre Piazza Plebiscito. Questa galleria fu aperta nel 1853 da Ferdinando II di Borbone come veloce via di fuga per la famiglia reale e per i soldati in caso di tumulti e pericolo. Durante la realizzazione, i lavori intercettarono i cunicoli e il sistema di cisterne dell’antico acquedotto che riforniva Napoli nel Seicento.
Dopo poco, a lavori ancora da terminare, la galleria fu abbandonata. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu utilizzata come rifugio antiaereo, poi dal Dopoguerra fino agli anni Settanta, divenne in parte deposito giudiziario comunale, dove porre moto e auto sequestrate, in parte discarica. Negli anni 2000 gli scavi per realizzare la Linea Tranviaria Rapida in piazza del Plebiscito la riscoprirono. Ripulita, oggi la Galleria Borbonica, con i suoi quattro percorsi, fa parte a pieno titolo delle attrazioni di Napoli e dei suoi musei.
Posillipo
Per la fine del nostro tour della Napoli insolita abbiamo scelto Posillipo, elegante quartiere residenziale dell’estremità occidentale del Golfo di Napoli. L’antico Pausilypon fu fondato dai greci, spinti a stabilirsi qui per la bellezza del luogo. Oltre ai resti di epoca greca, numerose sono le testimonianze di epoca romana. Delle invasioni barbariche fino all’età moderna, nonostante la sua bellezza, la zona non fu interessata da alcun piano di sviluppo. Tuttavia, durante i secoli dei Vicerè di Napoli, sorsero numerose ville nobiliari che ancora caratterizzano Posillipo.
Nel lungomare, il barocco Palazzo Donn’Anna si protende sul mare. Si tratta di un edificio monumentale, costruito nel XVII secolo per volontà di donna Anna Carafa, consorte del viceré Ramiro Núñez de Guzmán. Il palazzo rimase incompiuto a causa della prematura morte della donna. Da allora si caratterizza per il fascino della decadenza e per le leggende misteriose, alcune delle quali rese note dalla scrittrice Matilde Serao. Qui si trova anche Villa Rosebery, in stile neoclassico, una delle tre residenze del Presidente della Repubblica, visitabile solo in particolari occasioni. Dopo la borgata di Marechiaro, ci imbattiamo nel Palazzo degli Spiriti, affascinante edificio sul mare, risalente al I secolo a.C. e consumato dal tempo e dall’azione salina. Secondo molte leggende, sarebbe abitato dai fantasmi. All’estremità occidentale di Posillipo, ecco il Parco Sommerso e Area Marina Protetta di Gaiola con i resti romani del porto e le peschiere sommerse. Le rovine appartengono al complesso del Parco Archeologico di Pausilypon che comprende la villa di Publio Vedio Pollione e l’imponente teatro del I secolo a.C.
Libri per approfondire
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