La vera storia di Louise de Bettignies: l’impresa di un’insospettabile donna che aiutò gli Alleati durante la Grande Guerra attraverso la creazione di una rete informativa che si rivelò vitale per la Francia.
Chi era Louise de Bettignies
Louise de Bettignies nacque il 15 luglio 1880 nella cittadina di Saint-Amand-les-Eaux, nel nord della Francia, in seno a una famiglia benestante. Il bisnonno di Louise fondò una fabbrica di porcellane artistiche a Tournai e, verso la fine del Settecento, ricevette dal duca d’Orléans la commissione per un magnifico servizio in decorazioni blu, di cui alcuni pezzi sono conservati al Museo reale di Mariemont. L’attività di famiglia fu portata avanti dal nonno e dal padre di Louise, anche se con minor successo. Invece, la madre di Louise proveniva da una famiglia di avvocati. Louise de Bettignies svolse regolari studi e, per un periodo, si stabilì in Inghilterra per studiare presso i conventi di Upton e Wimbledon e poi matematica e inglese a Oxford. Con la morte del padre, avvenuta nel 1903, la ragazza tornò in Francia, dove si laureò in Lettere all’Università di Lille nel 1906.
Louise de Bettignies iniziò subito a lavorare come insegnante e si trasferì a Milano, presso la casa di Giuseppe Visconti de Modrone, duca di Grazzano Visconti e imprenditore. Durante questo periodo, la ragazza viaggiò molto in tutta Italia ed ebbe modo di perfezionare il suo italiano. Dopo il 1912 si trasferì presso la principessa Elvira di Baviera, al castello di Holeschau, nell’Austria-Ungheria, dove le fu offerto il posto di tutrice dei figli di Ferdinando Giuseppe, l’erede al trono austro-ungarico. Louise rifiutò perché questo incarico avrebbe significato rinunciare alla nazionalità francese. Tornò in Francia.
La storia di Louise de Bettignies
All’arrivo in patria, Louise fu colta dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Come vedremo, nel giro di qualche mese, Louise de Bettignies iniziò a lavorare per i servizi segreti britannici, attraverso la creazione di una delle reti informative più efficaci e importanti della Francia settentrionale e del Belgio occupati. Ma come si arrivò a questo?
Lille nella morsa della Grande Guerra
Lille, la città natale di Louise de Bettignies, si trovava al confine con il Belgio, vicinissima ai principali teatri di guerra. Il 1° agosto 1914 Lille divenne “città aperta“. Tuttavia, il 22 dello stesso mese, dopo aver avvistato pattuglie tedesche nelle vicinanze, il generale Percin installò un cannone davanti a ciascun ponte di accesso alla cittadella. Questa iniziativa suscitò le proteste del sindaco Charles Delesalle e dei sostenitori della neutralità. Pervin si ritirò e i neutralisti organizzarono azioni per disarmare la città. Il 24 agosto lo Stato Maggiore fece evacuare Lille.
In quanto “città aperta”, Lille aveva attirato un’enorme massa di profughi, generando una situazione confusa e di grande incertezza. Il generale Ferdinand Foch giunse in città il 5 ottobre. Stanco di aspettare l’inizio dell’offensiva britannica, Foch inviò il corpo di cavalleria del comandante Conneau a Lille. Il 12 ottobre, la città si svegliò con improvvisi spari in lontananza. Iniziò una cruenta battaglia tra i soldati di Conneau e i tedeschi. Questi ultimi disponevano di 60.000 uomini, mentre Lille poteva opporre solo un’esigua difesa.
La battaglia di Lille
Tra il 12 e il 13 ottobre 1914, muovendo continuamente l’unico cannone disponibile, i difensori riuscirono a ingannare il nemico e a impegnarlo per diversi giorni in un’intensa battaglia che causò la distruzione di migliaia di edifici. In questa occasione, Louise si impegnò in prima persona. Spostandosi agilmente tra le macerie, la ragazza riuscì ad assicurare il rifornimento di munizioni e cibo ai soldati francesi impegnati nella difesa della città.
Dopo l’invasione di Lille da parte dei tedeschi nell’ottobre 1914, Louise de Bettignies divenne volontariamente messaggera per tutti coloro che erano intrappolati in città, portando missive ai loro parenti oltre le linee di battaglia, nella Francia non occupata. La ragazza scriveva i messaggi con succo di limone su una sottoveste. Una volta giunta a destinazione, stirava la sottoveste, rendendo visibili le parole scritte, e la tagliava in vari pezzi da consegnare. Questo lavoro indipendente la portò in Belgio, Olanda, Gran Bretagna e di nuovo attraverso la Manica fino a Boulogne. All’inizio del 1915, gli ufficiali dei servizi segreti francesi e inglesi tentarono di stabilire contatti con Louise al fine di reclutarla ufficialmente, colpiti dalla sua intelligenza e dalla perfetta conoscenza dell’inglese e del tedesco.
Louise diventa spia
Sebbene avesse operato sporadicamente per i francesi sotto il falso nome di “Pauline”, la ragazza decise di lavorare per gli inglesi con il nome di Alice Dubois. Louise fu abilissima nel creare una rete di informazioni che includeva un centinaio di persone, tra agenti e corrieri selezionati con cura. Con l’aiuto della compagna patriota Marie-Léonie Vanhoutte, nome di battaglia Charlotte Lameron, organizzò le reclute per sorvegliare i treni, per riferire i movimenti delle truppe tedesche e individuare i depositi di munizioni. In un’occasione, Louise individuò le posizioni delle armi nemiche intorno a Lille con tale precisione che i tedeschi dovettero spostarsi per giorni e giorni, al fine di evitare un attacco alleato.
La sua rete informativa fu ribattezzata rete “Service Alice” ed ebbe un ruolo estremamente importante nel fornire informazioni essenziali agli inglesi, attraverso il Belgio e i Paesi Bassi occupati. Si ritiene che il sistema di Louise abbia salvato la vita a oltre mille soldati britannici durante i suoi 9 mesi di operatività, da gennaio a settembre 1915. La rete, che operava entro quaranta chilometri intorno a Lille, fu così efficace che Louise de Bettignies ottenne il soprannome di “regina delle spie“. Uno degli ultimi messaggi di Louise annunciava la preparazione dell’attacco tedesco a Verdun all’inizio del 1916. Tuttavia, gli alti gradi militari francesi non diedero troppa importanza all’informazione.
L’operato di Louise
Il maggiore Walter Kirke, un alto ufficiale dei servizi segreti britannici, annotò nei suoi diari di guerra brevi resoconti degli incontri con Louise. In una nota del 12 febbraio 1915 scrisse della nascita della rete “Service Alice“, dal nome di battaglia di Louise de Bettignies. Gli appunti di Kirke su de Bettignies mostravano quanto le opinioni della donna fossero apprezzate, dando un’idea del suo modus operandi. Il 20 giugno 1915 il maggiore scrisse: “Nessuno nel sistema riceve alcun pagamento tranne il rimborso di piccole spese, poiché Alice sostiene che lavorare per un ideale porti a maggior risultati“. Dunque, Louise prestava il suo servizio gratuitamente, nonostante gli immensi pericoli.
Dopo una delle visite di Louise de Bettignies a Folkestone, centro direttivo dei servizi segreti alleati, Kirke scrisse: “Sta andando benissimo” e annotò dettagliatamente la situazione a Lille. Più tardi, dopo la perdita di quattro agenti, la sua ammirazione si trasformò in ansia. Infatti, il 27 settembre egli annotò che vi erano “timori per Alice. Se le accadesse qualcosa, sarebbe niente di meno che una catastrofe“. Il 7 ottobre, il maggiore Kirke menzionò l’osservazione fatta dal comandante in capo, leggendo l’ultima lettera di Louise de Bettignies: “Diceva che era una vera e propria Giovanna d’Arco moderna“. Questa descrizione concorda con il modo in cui Louise de Bettignies era già considerata dai suoi compatrioti nel nord della Francia, un appellativo che è rimasto nella memoria fino a oggi.
La fine
Louise de Bettignies fu intercettata e arrestata dai tedeschi a Froyennes vicino a Tournai, il 20 ottobre 1915. Fu subito trasferita nel carcere di Saint Gilles a Bruxelles e condannata a morte il 16 marzo 1916. La sua pena fu commutata in lavori forzati a vita e, per questo, fu portata nel terribile carcere femminile di Siegburg, nei pressi di Colonia. Tuttavia, Louise de Bettignies non si riprese mai del tutto da un’operazione, mal eseguita in condizioni carcerarie spaventose, per rimuovere un tumore nell’aprile 1918. Morì a soli 38 anni, poco prima dell’armistizio, il 27 settembre 1918.
Le sue spoglie furono rimpatriate nel febbraio 1920 a Lille, dove si tenne un funerale con tutti gli onori militari. Fu sepolta nella tomba di famiglia a Saint-Amand-les-Eaux. La Francia riconobbe il ruolo svolto da Louise de Bettignies assegnandole la Croix de Guerre nel 1916, consegnata a sua madre in attesa del suo rilascio e, postuma, la Croix de la Légion d’Honneur nel 1919.
L’eredità di Louise de Bettignies
Quasi del tutto sconosciuta in Italia, in Francia Louise de Bettignies è considerata un’eroina nazionale. Monumenti, strade e scuole portano il suo nome, specialmente nel nord del Paese. La sua storia è stata oggetto di libri e film che ne celebrano il coraggio e il sacrificio. La sua figura meriterebbe maggiore attenzione anche in Italia, sia per il valore storico che per l’esempio di determinazione e impegno femminile.
A Saint-Amand-les-Eaux, la casa della famiglia de Bettignies è oggi un museo e un centro di ricerca dedicato al ruolo delle donne durante la Prima e la Seconda guerra mondiale.
Libri per approfondire
Louise de Bettignies: Espionne et héroïne de la Grande Guerre 1880-1918 (edizione francese)