Abbadia San Salvatore è il borgo più antico e popoloso del Monte Amiata, in provincia di Siena. Atmosfere del passato e scorci paesaggistici eccezionali accompagnano le sue numerose attrazioni culturali e artistiche. In questo articolo conosceremo la storia di Abbadia San Salvatore e cosa vedere nel borgo.
Abbadia San Salvatore
Abbadia San Salvatore è il borgo più antico del Monte Amiata. Sorge a 832 metri di altitudine e prende il nome dall’antichissima abbazia benedettina, risalente all’VIII secolo. Il paese è arroccato e immerso tra maestosi boschi di castagni.
Il centro storico di Abbadia San Salvatore presenta numerose testimonianze di epoca medievale, mentre le vicine miniere di mercurio abbandonate appartengono a un passato più recente.
Storia di Abbadia San Salvatore
La storia di Abbadia San Salvatore è strettamente legata a quella dell’Abbazia di San Salvatore, monastero benedettino, che rappresenta il primo nucleo da cui si sviluppò l’abitato.
Il monastero
Il re longobardo Rachis (744-749 e 756-757) fondò il monastero di Abbadia San Salvatore nella seconda metà dell’VIII secolo come tributo per un miracolo ottenuto, ma anche per meglio controllare il territorio dal Monte Amiata. Con la crescente importanza dell’abbazia crebbe anche il villaggio circostante. Nel X secolo era già fortificato con un muro difensivo.
Secondo la leggenda, Rachis fu testimone di un evento miracoloso, vedendo l’apparizione della Trinità su un albero. Nel luogo dove si trovava l’albero, egli volle edificare un primo edificio che poi divenne la cripta dell’abbazia. Ma, al di là della leggenda, la fondazione del monastero in realtà rientrava nel progetto politico di Rachis. Con la costruzione del monastero sull’Amiata, Rachis si assicurò il controllo della via Francigena e lo sviluppo agricolo di quell’area.
Prima del Mille
Fu così che, nel 750, il nobile longobardo Erfo assegnò al monastero, che appariva già fortificato, i territori amiatini in feudo. Il potere dell’abbazia crebbe rapidamente e, all’inizio del X secolo, la sua sfera di influenza si proiettava già verso il Lazio, la Val d’Orcia, la Val di Chiana e persino il Viterbese. In questo periodo, nonostante l’autorità dell’Imperatore del Sacro Romano Impero, il monastero di Abbadia San Salvatore godeva di totale autonomia civile, penale e religiosa.
Di questo periodo sono importanti due documenti storici che ci sono pervenuti e che sono legati all’abbazia. Il primo è il Codex Amiatinus, risalente al VII secolo. Si tratta della più antica copia manoscritta della Bibbia in latino, redatta da san Girolamo. Il secondo è la Postilla Amiatina, dell’anno 1087, uno dei primi documenti scritti che testimoniano il passaggio dal latino al volgare.
Il Medioevo
Attorno al 1081, la comunità monastica di San Salvatore dovette lottare con i conti Aldobrandeschi che erano soliti usurpare i possedimenti dell’abbazia per costruirvi centri fortificati. Nel XII secolo il potere dell’abbazia subì un’ulteriore battuta d’arresto in quanto gli uomini del borgo rivendicarono l’autonomia dal monastero. Nel 1212 l’abbazia fu costretta a cedere loro terre e diritti e ad acconsentire all’elezione di un podestà. Come conseguenza di questi fatti fu innalzata una seconda cinta muraria e il torrione difensivo.
Nel 1228 il monastero passò dai benedettini all’ordine dei Cistercensi, per evitarne il declino totale. Ma ormai ciò sembrava ineluttabile. Infatti, nel 1265 la Repubblica di Siena si impossessò delle terre dell’abbazia, che fu sottomessa assieme al borgo. A causa del mancato controllo da parte di Siena, il territorio di Abbadia San Salvatore divenne rifugio di briganti e fuorilegge, mettendo in crisi il passaggio per la via Francigena. Gli abitanti dell’area si riunirono tutti nel centro fortificato del San Salvatore, decretando un’espansione dell’abitato e un ulteriore rafforzamento delle cinte murarie. Dopo un breve periodo di sottomissione al comune di Orvieto prima e alla famiglia degli Aldobrandeschi poi, la Repubblica di Siena riconquistò Abbadia San Salvatore e il suo territorio alla metà del Trecento.
L’età moderna
Fino al XVII secolo Abbadia San Salvatore rimase un luogo immutato e isolato. Il villaggio, molto povero, sopravviveva grazie a un’economia semplice, basata sulla raccolta del legname e sulla pastorizia. Le cose cambiarono nuovamente alla fine del XVIII secolo. Nel 1782 il Granduca di Toscana, Leopoldo II d’Asburgo-Lorena, soppresse il monastero e privatizzò le terre. Ciò diede un nuovo impulso economico e sociale al villaggio.
Le miniere di Abbadia San Salvatore
I tentativi per sollevare l’economia del territorio non diedero i risultati sperati, fino a che, all’inizio del XX secolo, l’ingegnere tedesco Friedrich Ammann scoprì nella zona un giacimento di mercurio. Abbadia San Salvatore conobbe finalmente una svolta e divenne un ricco centro minerario e industriale. Ciò determinò un miglioramento della qualità della vita degli abitanti che, già all’inizio del XX secolo, ebbero accesso ai servizi elettrici, telefonici e idrici.
La ricchezza portata dalle miniere significò anche la costruzione di un nuovo municipio, di un ospedale e di monumenti. Il periodo d’oro di Abbadia San Salvatore continuò anche durante il fascismo. Nel 1939 i monaci poterono tornare nell’abbazia, che versava in stato di abbandono. A partire dagli anni ’70 iniziò il declino delle miniere di mercurio. Il settore risentì della concorrenza internazionale e della sempre più scarsa utilizzazione del mercurio in campo industriale. La compagnia mineraria chiuse nel 1972.
Cosa vedere ad Abbadia San Salvatore
Abbadia San Salvatore è uno dei borghi più suggestivi della Toscana medievale. È ricco di storia, tradizioni e le sue mura racchiudono attrazioni architettoniche e culturali.
Abbazia di San Salvatore
L’Abbazia di San Salvatore è un monastero il cui nucleo originario, come abbiamo visto, risale al 762. Per secoli l’abbazia ha custodito il Codex Amiatinus o Bibbia Amiatina, ora conservata presso la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze. Alla metà del XVII secolo, alcuni lavori rinnovarono le decorazioni e l’altare secondo lo stile barocco. Queste modifiche furono successivamente cancellate con i restauri eseguiti nel 1925.
Oggi l’Abbazia di San Salvatore presenta lo stile romanico originario. La facciata a capanna mostra due torri di diversa altezza. L’interno è caratterizzato da sobrietà e austerità in quanto predomina la pietra nuda. Tuttavia, non mancano le opere d’arte. Oltre a due acquasantiere del Cinquecento, ricordiamo il Crocifisso ligneo policromo della fine del XII secolo, raffigurante il “Christus Triumphans ”, cioè senza corona di spine, con gli occhi e la bocca aperti. Altre tele rappresentano la Leggenda del duca Ratchis e il Martirio di San Bartolomeo, entrambe della seconda metà del XVII secolo.
Cripta
La cripta dell’Abbazia di San Salvatore presenta trentacinque colonne con capitelli, di cui 24 originali dell’epoca della fondazione. Ogni colonna è diversa dalle altre e ogni capitello presenta forme e decorazioni differenti, tra simboli floreali e figure zoomorfe. L’intero ambiente è ricco di simbolismi. La cripta è stata realizzata secondo un progetto architettonico raro per l’epoca e mostra un’armoniosa alternanza di colonne, archi e volte a crociera.
Le 24 colonne originarie furono scoperte durante i lavori di restauro del 1925, mentre quelli effettuati nel 1963 individuarono altre colonne e il muro di cinta della cripta. Da allora sono in corso i lavori per riportare l’intero ambiente all’aspetto delle sue origini.
Altre chiese
La Chiesa di San Leonardo risale al XIII secolo. Fondata dai monaci benedettini, la sua prima menzione scritta risale al 1296. L’edificio presenta due bei portali medievali. Il campanile, invece, risale al XVIII secolo. La duecentesca Chiesa di Santa Croce presentava in origine uno stile gotico, andato perduto a causa di un incendio verificatosi alla fine del XVIII secolo. L’edificio conserva un fonte battesimale del XVI secolo e due tele del XVII secolo. La Chiesa della Madonna dei Remedi fu eretta agli inizi del Seicento sul luogo ove era presente un tabernacolo, distrutto nella seconda metà del XVI secolo. All’interno figurano affreschi e opere d’arte sacra. La facciata presenta un arco che, anticamente, era parte di un portico.
La Chiesa della Madonna del Castagno risale alla prima metà del Cinquecento e presenta un mirabile stile rinascimentale. Essa fu costruita al posto di una cappella più semplice dopo il ritrovamento di un’immagine della Madonna appesa a un castagno nelle vicinanze. All’interno troviamo opere del XVI e XVII secolo e un altare maggiore del Settecento. Infine, in località Ermeta, la Chiesa di Santa Maria sorge in un luogo dove, secondo la leggenda, si ritirarono in solitudine la moglie e la figlia del re longobardo Rachis. La prima menzione della cappella risale al 1296. Da secoli al centro di una fervida devozione popolare, l’edificio conserva un Crocifisso, forse scolpito da un eremita del IX secolo, e un’acquasantiera ricavata da un capitello medievale.
Palazzi storici
Nel centro storico di Abbadia San Salvatore spicca il Palazzo del Podestà, sede del comune, risalente al XV secolo. La Chiesa sconsacrata di Sant’Angelo oggi è una residenza privata e, secondo la tradizione, la sua fondazione risale al 1313. Tuttavia, questo caseggiato appare già in documenti della seconda metà del XIII secolo. Fu sconsacrata nel corso del Settecento.
Santa Maria ad Valetudinarium è, invece, un antico edificio medievale, la cui costruzione è collocabile attorno all’anno Mille. L’edificio ospitava monaci, pellegrini e malati. Dalla metà del XVIII secolo cessò di svolgere la sua funzione originaria e fu trasformato in abitazione.
Musei di Abbadia San Salvatore
Tra le cose da vedere d Abbadia San Salvatore anche i suoi interessanti musei.
Museo del Parco Minerario
Il Museo del Parco Minerario è il frutto del recupero e della valorizzazione del patrimonio dell’ex miniera di mercurio di Abbadia di San Salvatore. Fa parte del complesso il Museo Multimediale che comprende videoambienti nell’ex Officina Meccanica che illustrano la cultura mineraria dal punto di vista storico e umano. Nella Galleria Livello VII si può salire a bordo del trenino dei minatori e percorrere vari ambienti di lavoro. Infine, abbiamo il Museo Documentario della Torre dell’Orologio che contiene l’archivio della Compagnia del Monte Amiata e illustra i sistemi di estrazione del mercurio, la vita quotidiana dei minatori e gli utilizzi del metallo nel tempo.
Il Museo del Parco Minerario si articola altresì in quattro percorsi tematici. Il percorso “Mercurio” si snoda negli spazi un tempo adibiti alla lavorazione e produzione del metallo. Il percorso “Minatore” tocca i principali luoghi di lavoro dei minatori come i pozzi ed espone alcuni mezzi meccanici. Il percorso “Direttore” si sviluppa tra gli ambienti di servizio dello stabilimento, quali i magazzini, la mensa dei minatori e la Villa del Direttore. Infine il percorso “Archeologia” porta alla scoperta del terreno attorno l’area mineraria e tra i sentieri del pozzo Garibaldi.
Il Museo d’Arte Sacra
Il Museo d’Arte Sacra ha sede nel Chiostro dell’Abbazia di San Salvatore. Conserva il patrimonio del monastero ed espone alcuni pezzi unici. Tra questi vi sono un cofanetto reliquiario scozzese-irlandese dell’VIII secolo, il reliquiario di papa San Marco del 1381 e la pianeta attribuita a papa San Marco dell’VIII-IX secolo. L’edificio presenta un pavimento in maiolica senese del XV secolo, proveniente dalla Chiesa della Madonna del Castagno.
Siti archeologici
Tra le cose da vedere ad Abbadia San Salvatore ci sono le aree archeologiche dei dintorni. Voltole è un sito archeologico risalente al periodo medievale e collocato lungo la Via Francigena. Qui dovevano sorgere due chiese, intitolate rispettivamente a San Benedetto e a San Pietro. Negli anni 990-994, l’arcivescovo di Canterbury Sigerico, durante il viaggio di ritorno da Roma, menzionò Voltole con le parole “Sce Petir in Pail” nel suo itinerario. Oggi restano le rovine di mura medievali, un portale gotico e alcune strutture di un oratorio del XVIII secolo.
Callemala era un borgo medievale di origine romana, oggi scomparso. Era situato sulla Via Francigena, tra il territorio comunale di Abbadia San Salvatore e quello di Radicofani. Il nome del paese compare spesso in documenti relativi all’abbazia già a partire dal IX secolo. Sicuramente nel X secolo esisteva una chiesa dedicata a Santa Cristina. Nella seconda metà del XIII secolo la Repubblica di Siena modificò il tracciato della Via Francigena, facendola passare per Radicofani, dotandosi di una fortezza più facilmente difendibile. Di conseguenza, il borgo di Callemala rimase indifeso e isolato. Gli abitanti abbandonarono il borgo in favore di Abbadia San Salvatore, che proprio in quel periodo conobbe una crescita demografica.
Attrazioni nei dintorni di Abbadia San Salvatore
La Croce del Monte Amiata
La Croce del Monte Amiata è una struttura monumentale posta in vetta al monte. Misura 22 metri di altezza e poggia su una base di 8 x 8 metri. Per celebrare l’Anno Santo del 1900, Papa Leone XIII fece erigere venti monumenti sulle vette di varie montagne italiane. Le croci intendevano celebrare il Redentore. La Croce sul Monte Amiata fu la nona a essere realizzata.
La costruzione del monumento richiese quattro tonnellate di ferro battuto che fu assemblato dal 1900 al 1910, dopo essere stato trasportato dai muli fino alla vetta. Lo stile del monumento è quello della Belle Epoque.
Curiosità su Abbadia San Salvatore
Ecco alcune curiosità su Abbadia San Salvatore.
- Abbadia San Salvatore è famosa per essere la “Città delle Fiaccole”. Si tratta di un’antica tradizione celebrata la notte della vigilia di Natale. Le “fiaccole” sono alte cataste di legna che vengono date alle fiamme, la sera del 24 dicembre, davanti al Palazzo del Podestà. E’ il rito della “benedizione del fuoco”, di origine pagana.
- L’Offerta dei Censi è una festa medievale che si svolge nel centro storico il secondo fine settimana di luglio. Gli abitanti del paese riproducono fedelmente ambientazioni del XIII secolo con taverne, botteghe, mercati, giocolieri, accampamenti militari.
- La Festa del Santo Patrono. Ogni anno, il 19 settembre Abbadia San Salvatore celebra la festa del suo santo patrono, Papa San Marco. Il culto del Santo potrebbe risalire alla fondazione dell’Abbazia di San Salvatore. Nel Museo d’Arte Sacra è conservato il suo busto reliquiario del 1381.
- L’Abbazia e il suo Scriptorium. L’Abbazia di San Salvatore era nota per il suo scriptorium, dove i monaci copiavano e decoravano manoscritti. Qui è nato il famoso “Codex Amiatinus”, una delle più antiche copie complete della Bibbia in latino.
- Monte Amiata. Il Monte Amiata, antico vulcano spento che domina il paese, è ricco di boschi, sorgenti di acqua calda e sentieri naturalistici. La montagna è un paradiso per gli amanti della natura, con opportunità per praticare trekking, mountain bike e, in inverno, sci e snowboard.
- La leggenda del Monte Labbro. Vicino ad Abbadia San Salvatore si trova il Monte Labbro. Questo luogo è noto per essere stato scelto da Davide Lazzaretti, il “profeta dell’Amiata”, che qui costruì la sua comunità giurisdavidica. La sua figura enigmatica e le sue predicazioni attirarono seguaci ma anche polemiche, entrando a far parte del folklore locale.
Libri per approfondire
San Marco papa. Patrono di Abbadia San Salvatore
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Meteo Abbadia San Salvatore
Mappa di Abbadia San Salvatore
Ufficio informazioni turistiche Abbadia San Salvatore
L’Ufficio Informazioni e Accoglienza Turistica (IAT) si trova in Via XXIV Maggio 4. Telefono: 0577 770361; Email: info@cittadellefiaccole.it
Ogni venerdì, sabato e domenica, l’ufficio è aperto dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 17:00. Dal 1° al 25 agosto, l’ufficio è aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 16:00 alle 18:00. A luglio e agosto, l’orario pomeridiano è dalle 16:00 alle 18:00.
Gli orari sono dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 17:00 tutti i giorni tra il secondo e il terzo fine settimana di ottobre. Dall’8 dicembre al 6 gennaio, il programma giornaliero è dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 17:00. Ogni giorno festivo è riconosciuto dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17.