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Il cavaliere d’Eon: la storia di un’enigmatica figura metà uomo e metà donna

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La storia del cavaliere d’Eon, un’enigmatica figura e una spia segreta che affascinò la Francia e l’Inghilterra alla metà del XVIII secolo. Fu un uomo e fu una donna e per questo ebbe successo.

Il 14 luglio 1775, il drammaturgo e polemista francese Pierre Caron de Beaumarchais scrisse una lettera al ministro degli esteri di Luigi XVI di Francia. Il futuro co-autore delle Nozze di Figaro si trovava a Londra, inviato dal re francese in missione segreta per negoziare il ritorno di una spia ribelle: il cavaliere d’Eon. Beaumarchais fu probabilmente scelto per questa missione in quanto considerato facilmente liquidabile nel caso in cui la faccenda fosse diventata di dominio pubblico. Ma chi era questo cavaliere d’Eon?

Il cavaliere d’Eon

Colui che passò alla storia come il cavaliere d’Eon fu una spia, diplomatico, scrittore e, forse, una donna anziché un uomo, attivo verso la metà degli anni Settanta del Settecento. Il suo vero nome era Charles Geneviève Louis Auguste André Timothée d’Eon de Beaumont, nato nel 1728 a Tonnerre, una piccola cittadina della Borgogna. La sua famiglia era nobile ma, caduta in disgrazia, abbastanza povera. Ciò che sappiamo della sua vita lo dobbiamo agli scritti autobiografici, di dubbia affidabilità, dal momento che egli affermò di essere nata femmina. Ma ciò vi arriveremo.

Dopo aver completato gli studi al Collège Mazarin di Parigi, Charles rimase in città dove compose e pubblicò nel 1753 e nel 1760 due libri molto apprezzati sulle finanze reali, oltre a brevi testi sulla politica contemporanea. Grazie alle conoscenze della sua famiglia, ottenne il suo primo incarico presso l’ufficio dell’Intendente di Parigi, prima di essere nominato Censore Reale con il compito di vagliare le opere destinate alla stampa.

Charles diventa spia

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Nel 1756 Charles aderì alla rete segreta di spie chiamata Le Secret du Roi al servizio diretto di re Luigi XV. Fu inviato in Russia come segretario del cavaliere Douglas, un giacobita scozzese al servizio della Francia. Qui egli doveva incontrare l’imperatrice Elisabetta e stringere rapporti con la fazione filo-francese contro la Monarchia asburgica. Sembra che il cavaliere d’Eon assolse il suo compito assumendo le sembianze della dama Lia de Beaumont, diventando persino una delle cameriere d’onore dell’imperatrice.

Sebbene di fisico esile e di aspetto androgino, non ci sono prove che il cavaliere d’Eon si dedicasse al travestitismo in gioventù e più tardi in Russia, al di là delle sue parole negli scritti autobiografici. Ma come divenne una spia e in quale situazione operò il cavaliere d’Eon?

Il contesto storico

La Guerra dei Sette Anni (1756-63), un costoso conflitto incentrato sulla rivalità tra Francia e Gran Bretagna, si concluse disastrosamente per la Francia, privata di molti dei suoi possedimenti imperiali e soffocata dai debiti. Queste condizioni posero le premesse per uno spirito di rivincita che la Francia covò per anni. Il Paese ricostruì la sua marina e tentò di riformare le sue finanze.

La politica estera francese nei confronti della Gran Bretagna fu quindi conciliante. Ma al di sotto della facciata e all’insaputa del suo ministro degli esteri, il re Luigi XV organizzò un piano B, il “Secret du Roi”, cioè il “Segreto del Re“. Si trattava di una rete di agenti segreti, molti dei quali ricoprivano anche incarichi presso il ministero degli Esteri, che erano impegnati a dar vita a una politica estera sotterranea e più aggressiva nei confronti dell’Inghilterra.

Il Segreto del Re

La rete del Segreto del Re era stata istituita dal re francese negli anni Quaranta del Settecento con l’obiettivo iniziale di collocare suo cugino, il principe de Conti, sul trono polacco. La Polonia era uno stato debole e scisso tra fazioni differenti, finanziate dai suoi vicini più potenti. Nel 1772, la Polonia scomparve, in quanto spartita tra Russia, Prussia e Austria. Quando il giovane d’Eon arrivò a San Pietroburgo assieme al cavaliere Douglas nel 1756, l’obiettivo era quello di migliorare i rapporti tra Luigi XV e l’imperatrice Elisabetta di Russia. Aiutato da d’Eon in qualità di segretario, la missione di Douglas per il Segreto del Re aveva lo scopo di ottenere il sostegno russo alla fazione Conti in Polonia.

La missione fallì, ma il Segreto del Re rimase operativo e il suo impegno fu diretto nel creare un complotto per un’invasione della Gran Bretagna. Nel periodo successivo alla guerra, quindi, il Segreto adottò una linea molto più dura e aggressiva. Nel 1763 la costa britannica fu esplorata alla ricerca di possibili approdi per un’invasione. L’agente incaricato di supervisionare questa missione fu d’Eon.

I precedenti nell’esercito e nella diplomazia

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Che fosse per fervore patriottico o per desiderio di fortificare il suo esile fisico, d’Eon aveva prestato servizio nelle forze armate del suo Paese in veste segreta durante la Guerra dei Sette Anni. Ottenuto un incarico in un reggimento di cavalleria, partecipò all’azione sul fronte tedesco nella battaglia di Villinghausen nel 1761 e in una serie di scontri minori. Nell’agosto 1762 il ministro degli Esteri Praslin nominò d’Eon segretario dell’ambasciatore francese, il duca di Nivernais, inviato a Londra per negoziare la pace.

Sebbene il ruolo di d’Eon nei negoziati fosse stato minore, re Giorgio III gli concesse il grande onore di portare personalmente il trattato ratificato da Londra a Versailles. Poco dopo d’Eon fu ammesso all’Ordine reale e militare di Saint Louis, il che gli permise di nominarsi Cavaliere. L’aprile successivo entrò a far parte del vertice del corpo diplomatico francese con la nomina di ministro plenipotenziario presso la Corte di San Giacomo, la più importante missione diplomatica francese e gli fu affidata la missione inglese per il Segreto del Re.

L’intoppo

Tutto sarebbe potuto andare secondo i piani, se a Versailles non si fosse verificato uno sfortunato sviluppo. Il 10 giugno 1763 Luigi XV, in preda al panico, scoprì che la sua amante, la marchesa di Pompadour, aveva segretamente preso le sue chiavi e frugato negli archivi del Segreto del Re, che egli teneva in un angolo nascosto nei suoi alloggi privati. Preoccupati che la donna stesse perdendo la fiducia del re, i ministri alleati della Pompadour decisero di svelare l’esistenza del Segreto del Re e della missione di invasione della Gran Bretagna.

Il cavaliere d’Eon aveva ricevuto lo status di ambasciatore nella primavera del 1763, ma in realtà la sua nomina a ministro plenipotenziario fu una sorta di palliativo fino all’arrivo del nuovo ambasciatore, il conte di Guerchy. Il cavaliere d’Eon non stimava affatto Guerchy e provò un grande risentimento alla prospettiva di essere retrocesso a semplice segretario all’arrivo di Guerchy. Aspettarsi di mantenere il suo grado di ministro era irragionevole da parte del cavaliere d’Eon e ciò portò molti a concludere che la promozione lo avesse portato a montarsi la testa. Ma l’arrivo di Guerchy era dovuto alle macchinazioni della fazione della Pompadour, che annoverava tra le sue fila anche il ministro degli Esteri Praslin.

Lo scandalo del cavaliere d’Eon

Una volta arrivato Guerchy, scattò subito la disputa con d’Eon che si rifiutò di consegnare i documenti diplomatici, ignorando le lettere di richiamo e minacciando di rivelare la verità sulla sua doppia missione a Londra. Nel marzo del 1764 il cavaliere d’Eon diede scandalo pubblicando un libro che riportava il contenuto della sua corrispondenza diplomatica. In tal modo, il re e le più alte cariche capirono la pericolosità del cavaliere d’Eon. Sebbene imbarazzante per Praslin e Guerchy, il libro non rivelò la doppia missione a Londra che Luigi XV aveva affidato al cavaliere d’Eon.

La pubblicazione fece scandalo al di qua e al di là della Manica. La corte di Versailles fu abbastanza fortunata da ottenerne una copia. Guerchy si mise subito all’opera per controbattere e arruolò uno stuolo di scrittori professionisti con cui iniziò uno scontro a suon di opuscoli che causò un forte imbarazzo in entrambe le corti e che minacciò in qualsiasi momento di portare il Segreto del Re allo scoperto. Il che avrebbe probabilmente causato un nuovo conflitto tra Gran Bretagna e Francia. A questo punto Guerchy si ritenne offeso, sia personalmente che professionalmente, ma il ministro degli esteri Praslin lo trattenne dal provocare ulteriormente il cavaliere d’Eon.

Una questione delicata

Infatti, il momento non era affatto propizio in una situazione di fermento politico in cui il potere dei monarchi era fragile. Il Trattato di Parigi successivo alla Guerra dei Sette Anni aveva lasciato le classi lavoratrici di entrambi i Paesi con la sensazione di essere state ingannate. A Londra tale malcontento era stato fomentato dal giornalista e politico John Wilkes. Il suo periodico “The North Briton” aveva difeso le secolari libertà dell’Inghilterra contro i ministri di re Giorgio III, i quali, sosteneva Wilkes, erano stati corrotti dai francesi per svendere quelle libertà e restituire i territori duramente conquistati nella recente guerra.

Wilkes, che divenne amico del cavaliere d’Eon, si spinse troppo oltre con le critiche al governo e dovette fuggire in Francia nel dicembre 1763 per evitare di essere accusato di diffamazione sediziosa. In quanto ex censore reale, il cavaliere d’Eon sapeva bene cosa succedesse a coloro che pubblicavano opere ritenute offensive al monarca o ai suoi ministri. Approfittando della maggiore libertà di stampa presente a Londra e, imparando dall’esempio di Wilkes, lo stesso d’Eon fuggì in Gran Bretagna dove utilizzò le tattiche di manipolazione dei media per difendersi dai suoi superiori del ministero francese che credeva stessero complottando per rapirlo.

La fuga e il successo in Gran Bretagna

A dispetto della sua nazionalità francese, il cavaliere d’Eon trovò il pubblico britannico sorprendentemente pronto a schierarsi dalla sua parte. I giurati britannici incriminarono Guerchy per il presunto attentato alla vita di d’Eon, mentre la popolazione londinese derideva l’ambasciatore francese ovunque andasse. Intanto a Parigi, il filosofo David Hume, allora segretario dell’ambasciatore britannico, avvertì ripetutamente il ministero francese che, se avessero davvero sequestrato il cavaliere d’Eon, l’edificio della legazione francese sarebbe stato preso d’assalto e nessuno sarebbe stato in grado di fermare il popolo britannico nel vendicarsi dell’ambasciatore francese e del suo seguito.

La condotta del cavaliere d’Eon mise il re Giorgio III e il re Luigi XV in una posizione difficile. Giorgio III trovò scioccante il comportamento di d’Eon, ma sapeva che qualsiasi azione per collaborare con i francesi per estradarlo in Francia o punirlo in Gran Bretagna avrebbe reso la sua posizione e quella del suo governo ancora più impopolari di quanto non fossero già. Da parte sua, Luigi XV era combattuto tra la volontà di proteggere il Segreto del Re e le pressioni dei ministri, desiderosi di sapere cosa si nascondesse dietro la sorprendente condotta del cavaliere d’Eon. Il re francese firmò l’ordine di inviare agenti di polizia attraverso la Manica per imporre l’estradizione del cavaliere d’Eon in Francia. Ma segretamente, avvertì di ciò d’Eon, ordinandogli di proteggere i suoi documenti e fuggire.

La politica ufficiale e quella segreta

La politica estera ufficiale e quella segreta del re francese erano in rotta di collisione, rendendo il potere di Luigi XV precario. Entrambi i monarchi avevano i mezzi a loro disposizione per portare la questione a una rapida risoluzione: i cosiddetti “mandati generali” in Gran Bretagna e le “lettres de cachet” in Francia erano atti che consentivano di mettere in custodia i disturbatori come d’Eon, senza le consuete sottigliezze legali. Tuttavia, di fronte alla necessità di ottenere l’approvazione parlamentare di nuove tasse per pagare i debiti di guerra, entrambi i re si resero conto che utilizzare tali poteri sarebbe stato controproducente. Lo stesso valeva per l’inasprimento delle restrizioni sulla stampa. Alla fine, entrambi i re si trovarono di fronte alla dolorosa realtà che, qualunque fosse il potere esecutivo o assoluto che erano in grado di rivendicare, quel potere poteva rivelarsi più apparente che reale.

Lo stallo del cavaliere d’Eon con il regime francese continuò negli anni Settanta del Settecento. Egli rimase a Londra, in seno a una comunità di espatriati che includeva altre spine nel fianco di Versailles come i diffamatori che pubblicavano, o minacciavano di pubblicare, memorie licenziose presumibilmente dettate da amanti reali francesi. Nonostante gli sforzi di Luigi XV e dei suoi agenti per negoziare a pagamento la restituzione dei documenti segreti del cavaliere d’Eon, egli era ancora in possesso di documenti altamente compromettenti quando il re francese morì nel maggio 1774. Il suo erede, Luigi XVI, si mostrò deciso a concludere la questione del Segreto del Re. A questo punto il drammaturgo Beaumarchais, di cui abbiamo scritto all’inizio di questa storia, entrò in scena.

La soluzione della faccenda: la vita da donna

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Il drammaturgo Beaumarchais promise al nuovo ministro degli Esteri, Vergennes, una rapida soluzione di tutti i problemi riguardanti il cavaliere d’Eon. Beaumarchais mantenne la parola data. Il 4 novembre 1775 il cavaliere d’Eon firmò una serie di accordi, detti La Transazione. In base a essi, egli avrebbe potuto, a determinate condizioni, tornare in Francia. Una delle condizioni poste ordinava a d’Eon di vivere il resto della sua vita travestendosi da donna, o, meglio, riadottando l’abbigliamento femminile della sua gioventù.

Di solito, per punire i nobili erranti si usava comunemente la prigionia o l’esilio nelle proprie proprietà. Invece, questa sanzione fu strana, strabiliante e senza precedenti. Secondo gli atti della Transazione, il cavaliere d’Eon era nato femmina ma, nel corso della sua vita, aveva assunto un’identità maschile. Nel firmare l’accordo, il cavaliere d’Eon subì una curiosa forma di riassegnazione di genere, in quanto tutte le parti coinvolte nella Transazione sapevano con certezza che d’Eon era un uomo. Come poterono imporre una condizione così insolita a d’Eon?

Uomo o donna?

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Voci che il cavaliere d’Eon fosse in realtà una donna iniziarono a circolare per la prima volta alla fine del 1770. Grazie al suo litigio pubblico con Guerchy nel decennio precedente, d’Eon era già molto noto . Nel 1771 il suo sesso divenne oggetto di un’intensa speculazione finanziaria alla Borsa di Londra. Le scommesse assumevano la forma di polizze di assicurazione sulla vita che rendevano, o meno, a seconda che d’Eon fosse ritenuto dell’uno o dell’altro genere.

Abile spadaccino, il cavaliere d’Eon inizialmente aveva cercato di smentire le voci sfidando a duello gli speculatori che frequentavano i caffè di Londra. Usando la sua abilità di drammaturgo, Beaumarchais sfruttò queste voci, scrivendo a Vergennes che “questa pazza è follemente innamorata di me” e sostenendo che lui e d’Eon si sarebbero sposati. È probabile che Beaumarchais stesso stesse speculando, approfittando del fatto di avere la “prova”, cioè gli atti della Transazione, che d’Eon era una donna.

Uno strano comportamento

Il comportamento del cavaliere d’Eon fu certamente strano e gli studiosi continuano a discutere circa le motivazioni che lo portarono ad accettare i termini della Transazione, ossia di trascorrere il resto della sua vita in panni femminili. È noto che in quel periodo egli collezionava avidamente libri sulle Amazzoni, Giovanna d’Arco e altri personaggi femminili e sembra anche che abbia scritto lettere a Beaumarchais in cui si definiva una donna.

La clausola di “riadottare” l’abbigliamento femminile potrebbe essere stata un’idea di d’Eon stesso. Il comportamento bizzarro del cavaliere d’Eon poteva essere spiegato come l’azione di una donna “isterica”, il che gli avrebbe permesso di evitare la detenzione alla Bastiglia.

Presentata come donna

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Il 21 novembre 1777, la quarantanovenne d’Eon fu presentata formalmente a Luigi XVI e Maria Antonietta a Versailles, dopo essersi precedentemente sottoposta a una toilette di quattro ore. Diventare donna fu una sorta di rinascita per d’Eon. Nelle sue memorie scrisse come imparò di nuovo a camminare sebbene non padroneggiò mai l’arte di camminare con i tacchi alti.

Nonostante tutti i preparativi e gli accorgimenti, pochi a corte rimasero impressionati. “Non aveva nulla del nostro sesso tranne le sottovesti e i riccioli che le stavano malissimo” scrisse a proposito la viscontessa de Fars. Dopo due settimane trascorse a Versailles, d’Eon tornò a Tonnerre, apparentemente in esilio. Le fu rifiutato il permesso di mettere piede a Londra fino al 1785.

La vita a Londra

esibizioni scherma
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I vecchi amici che l* andarono a trovare, l* descrissero come una “dama lussuriosa“. Scaduto il divieto di tornare in Inghilterra, gli ultimi 15 anni della vita del cavaliere d’Eon a Londra furono segnati da difficoltà finanziarie. La monarchia francese cadde nella Rivoluzione del 1789 e con essa cessò la pensione reale corrisposta secondo i termini della Transazione. D’Eon viaggiò per la Gran Bretagna. Si mostrò come uno spettacolo da baraccone umano, esibendosi in incontri di scherma con il suo caratteristico berretto bianco e un lungo abito nero.

Vendette parti della sua biblioteca, le sue spade e pistole, i suoi merletti e gioielli. Ma, nonostante ciò, a un certo punto, fu anche imprigionat* per debiti. Le esibizioni di scherma di D’Eon attiravano folle paganti, ma la sua “carriera” terminò nel 1796 quando si ferì nel corso di un incontro. Visse condividendo un piccolo alloggio con una vedova per risparmiare denaro. D’Eon morì il 21 maggio 1810 all’età di 82 anni. La sua coinquilina vedova fu scioccata dallo scoprire di aver convissuto con un uomo quando depose il corpo della sua amica per la sepoltura.

Perché il cavaliere d’Eon accettò la richiesta di Luigi XVI di vestirsi da donna?

Il cavaliere d’Eon aveva espresso più e più volte, sia in pubblico che in privato, la sua lealtà al “mio padrone, il re”. Egli riteneva sinceramente di servire i veri interessi del monarca francese più fedelmente dei nuovi aristocratici alleati alla Pompadour. Eppure, obbedire al re con un cambio di sesso imposto fu probabilmente umiliante per un uomo d’azione come il cavaliere d’Eon, soprattutto quando all’epoca anche alle donne di buona famiglia era negato un ruolo nella vita pubblica. D’Eon potrebbe aver obbedito per paura di condividere il destino di altri agenti che erano rimasti intrappolati tra il Segreto del Re e la politica estera ufficiale ed erano finiti alla Bastiglia.

Ciò non spiega, tuttavia, perché d’Eon continuò a vestirsi da donna anche dopo la Rivoluzione francese e l’esecuzione di Luigi XVI nel 1793. Infatti, d’Eon riscrisse attentamente la propria storia, manipolando anche le lettere del suo archivio personale, indicandovi che era sempre stato una donna. Riscrisse le sue memorie secondo le convenzioni letterarie tipiche dei racconti di conversione religiosa. Il cavaliere d’Eon vendette le sue memorie a un editore nel 1805 ma non consegnò mai il manoscritto. Un fatto questo che ci suggerisce che tutti i tentativi di spiegare la sua trasformazione devono rimanere solo speculativi.

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