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I segreti della basilica di San Frediano a Lucca

basilica di san frediano
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La Basilica di San Frediano, situata a Lucca, è un gioiello di arte romanica, ricco di storia e tradizioni. Costruita su un antico luogo di culto del VI secolo, prende il nome dal vescovo irlandese San Frediano, noto per il miracolo della deviazione del fiume Serchio. La basilica ospita preziose reliquie, come quelle di Santa Zita, ed è circondata da numerosi segreti che la rendono un edificio di culto assai enigmatico.

La basilica di San Frediano a Lucca

Per secoli, la cattedrale di San Martino, eretta nel 1070, fu custode dell’unico fonte battesimale della città, Tuttavia, intorno all’anno Mille la chiesa di San Frediano, che all’epoca si trovava fuori dalle mura di epoca romana, divenne la seconda chiesa battesimale di Lucca. Il fonte battesimale tardo romanico è, infatti, il manufatto più sorprendente rimasto nella chiesa e raffigura gli israeliti che attraversano il Mar Rosso, nelle sembianze paradossali di cavalieri medievali.

La storia della basilica di San Frediano

lucca chiesa di san frediano
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La basilica di San Frediano sorge su un antico luogo religioso della città. Nel VI secolo, in questo sito, compariva già un edificio di culto intitolato ai santi leviti Vincenzo, Stefano e Lorenzo. La costruzione della prima chiesa si fa risalire a San Frediano, presbitero irlandese, poi vescovo di Lucca tra il 560 e il 588. Gli scavi effettuati hanno rivelato che la chiesa fu il luogo di sepoltura del vescovo, ricordato da Gregorio Magno per aver compiuto un leggendario miracolo. San Frediano salvò Lucca da un’alluvione deviando le acque del fiume Serchio.

Durante il periodo della dominazione longobarda, alla fine dell’VIII secolo la chiesa fu ampliata e dotata di una cripta per accogliere le spoglie di San Frediano. L’edificio fu consacrato nel 1147 da papa Eugenio III.

Ma chi era Frediano?

san frediano leggenda
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Il monaco Frediano nacque in Irlanda intorno al 500. La sua carriera religiosa iniziò probabilmente nella terra d’origine e, fattosi monaco, si recò a Roma in gioventù come pellegrino. Di ritorno, però, egli decise di fermarsi a Lucca, dove trascorse un periodo di eremitaggio presso il monte Pisano.

La sua condotta gli valse la stima dei lucchesi, tanto che nel 560 lo elessero come loro vescovo. Successivamente, egli fondò la chiesa di San Vincenzo, ribattezzata poi il suo nome, San Frediano, da quando accoglie le sue reliquie.

Frediano e gli altri santi

Frediano non è l’unico santo originario dell’Europa nord-occidentale a essere associato a Lucca. La città compare nell’itinerario dell’arcivescovo di Canterbury, che narra del pellegrinaggio del religioso dall’Inghilterra a Roma, avvenuto alla fine del X secolo. Lucca è menzionata come una delle tappe della strada dei Francigeni, o Via Francigena, molto utilizzata dai pellegrini e viaggiatori. La chiesa di San Frediano, posta alle porte settentrionali di Lucca, nell’XI secolo possedeva un hospitalia a supporto della Via Francigena.

La rivalità con San Martino

Alla fine dell’XI secolo, la chiesa di San Frediano era un centro servito da una comunità di canonici che, pur non essendo monaci a pieno titolo, conducevano vita comunitaria svolgendo compiti pastorali. Papa Alessandro II invitò a Roma i canonici regolari di San Frediano per unirsi ai canonici del Laterano. Ci sono giunte numerose testimonianze di gelosie, ripicche e rivalità esistenti in quel periodo tra i canonici regolari di San Frediano, che tendevano a godere del favore del papato, e i canonici della cattedrale di San Martino di Lucca, che godevano del sostegno dei cittadini.

Nel corso del XII secolo il Volto Santo, il crocifisso ligneo che sarebbe stato scolpito dallo stesso Nicodemo a immagine del Salvatore e che era conservato nella cattedrale di San Martino, divenne il culto prediletto del comune di Lucca. Il clero della cattedrale cercò di impedire ai canonici regolari di celebrare pubblicamente la festa di San Frediano. A questo punto, i canonici di San Frediano cercarono un pretesto per contrastare la celebrazione dell’anniversario della dedicazione della cattedrale. Iniziarono, cioè, a commemorare pubblicamente Abramo come santo nello stesso giorno. I papi furono chiamati ad arbitrare in queste controversie.

La scoperta delle reliquie

Fu in questo periodo di competizione e di rivalità per accaparrarsi le offerte della popolazione, che i confratelli della basilica di San Frediano scoprirono di possedere le reliquie di un santo anglosassone. Nel 1150 due ecclesiastici tedeschi provenienti da Eichstätt, nel sud della Germania, visitarono San Frediano. Da essi, i canonici appresero la storia di un re anglosassone vissuto nell’VIII secolo, improbabilmente chiamato Riccardo, che era morto a Lucca mentre si recava a Roma con i suoi santi figli, Willibald, Winnebald e Walburga, che erano venerati a Eichstätt. Riccardo aveva compiuto alcuni miracoli, tra cui quello a beneficio di un ragazzo tedesco storpio. Vent’anni dopo la sua morte, uno dei figli si recò in Italia per visitare la tomba del padre. Decise di nascondere le sue spoglie per salvarle dai barbari che stavano assediando Lucca. I canonici allora decisero di cercare le reliquie di San Riccardo.

La storia che San Riccardo fosse stato un re non ha mai convinto del tutto gli storici. Tuttavia, nella chiesa vi è una cappella a lui dedicata con una pala d’altare, commissionata da una delle famiglie più importanti della città, i Trenta, a uno dei principali artisti dell’epoca, il senese Jacopo della Quercia.

Le spoglie di Santa Zita

Reliquie di santa zita in san frediano
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Tuttavia, il culto di San Riccardo fu presto sostituito da quello della serva Zita, parrocchiana di San Frediano, morta nel 1273 e sepolta nella chiesa. Originaria del villaggio di Monsagrati, in provincia di Lucca, Zita aveva trascorso la sua vita come domestica nella vicina casa dei Faitinelli, una delle più importanti famiglie guelfe della Lucca del XIII secolo.

Zita esemplificava gli ideali di pietà e carità verso i poveri e i meritevoli, ma anche la devota partecipazione ai servizi della chiesa. Fu sepolta tra grandi manifestazioni di cordoglio popolare, ma fu solo nel quinto anniversario della sua morte, nel 1278, che il priore si lasciò convincere della sua santità e a traslare le sue spoglie in una nuova sepoltura. Nel XIV secolo la famiglia Faitinelli ne promosse il culto, costruì e fece decorare la cappella all’interno di San Frediano.

Santa Zita in Europa

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A metà del XV secolo William Langstrother, cavaliere ospitaliere, portò con sé in Inghilterra una reliquia del mignolo del piede di Santa Zita, donatagli dal vescovo di Lucca. Tale reliquia divenne oggetto di devozione popolare in Inghilterra tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo. La venerazione di Zita era associata alla “ricerca delle chiavi perdute”, una devozione che nacque dalle immagini della santa che la ritraevano con un paio di chiavi a indicare il suo ruolo di governante.

Tali immagini, che includevano anche un rosario per indicare la sua pietà personale, non erano rare nell’arte sacra inglese dell’epoca. Nel 1480 una delle persone che si trovava a bordo di una chiatta che affondò nel Tamigi, perse un distintivo di pellegrino che raffigurava Zita. E troviamo la stessa santa raffigurata nella Cappella di Enrico VII nell’Abbazia di Westminster. È piuttosto curioso che le immagini medievali della serva lucchese siano molto più numerose in Inghilterra che in Italia.

Cosa vedere nella basilica di San Frediano

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La basilica di San Frediano conserva uno stile prettamente medievale con un’ampia navata centrale e cappelle laterali, aggiunte nel corso del XIV e del XVI secolo. Il cinquecentesco altare principale comprende la sepoltura di San Frediano, contornato da resti dell’antico pavimento cosmatesco del XII secolo.

Lo stile romanico lucchese è ravvisabile anche in molte opere d’arte ivi contenute. Nella parete destra della navata centrale figura l’affresco cuspidato del Martirio dei santi Lorenzo, Vincenzo e Stefano. Risale alla metà del XII secolo e per questo è uno dei più antichi esempi di pittura medievale presente a Lucca. Il fonte battesimale rappresenta invece la testimonianza più significativa della scultura romanica lucchese.

La facciata

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Uno dei primi elementi che colpiscono l’attenzione della basilica di San Frediano è la facciata del XII secolo e in particolare il mosaico aureo, riferibile a un periodo che va dal XIII a XIV secolo. Esso raffigura l’Ascensione di Cristo tra angeli e gli Apostoli. In origine, vi si trovava anche la rappresentazione della Madonna, andata però distrutta in seguito all’apertura della monofora che compare centralmente.

Il mosaico può essere letto secondo due modi: la parte superiore fu certamente opera di un artista colto e conoscitore della recente arte bizantina. La parte inferiore, invece, mostra caratteristiche più semplici, forse opera di un artista locale appartenente alla bottega dei pittori Berlinghieri.

Il fonte battesimale

fonte battesimale san frediano lucca
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Risalente al XII secolo, il fonte battesimale della basilica di San Frediano è opera di tre scultori anonimi: il Maestro delle storie di Mosè, il Maestro Roberto e il Maestro degli Apostoli e dei Mesi. Non è certo che l’opera sia stata creata come fonte battesimale, anzi sembra che essa sia stata concepita piuttosto come fontana d’acqua benedetta.

Quattro delle sei lastre della vasca esterna dovrebbero essere opera del Maestro delle Storie di Mosè. Al Maestro Roberto sono attribuite le sette figure poste sotto gli archetti della vasca esterna, con evidenti richiami all’arte di epoca romana e bizantina. Infine, il Maestro dei Mesi e degli Apostoli fu l’autore del coperchio e della tazza del fonte, dove compaiono gli Apostoli e le personificazioni dei Mesi.

Le principali cappelle

interni basilica di san frediano lucca
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La cappella del Soccorso è cinquecentesca e comprende l’affresco con la Madonna del Soccorso, la Madonna del Riposo, parti di colonne e capitelli romanici, le duecentesche tombe Guidiccioni. La cappella di Santa Zita, come abbiamo visto, risale al XIV secolo e occupa la parte cimiteriale in cui fu sepolta la santa lucchese nel 1278. Vi compare la tela seicentesca di Santa Zita e il Povero e altre cinque tele che raffigurano i Miracoli di Santa Zita, oltre all’esposizione del corpo nella teca.

La cappella di Sant’Agostino risale ai primissimi anni del Cinquecento e reca le raffigurazioni di eventi della vita di sant’Agostino e temi della storia ecclesiastica di Lucca come quello della deviazione del fiume Serchio da parte di San Frediano e il trasferimento del Volto Santo. La cappella Trenta contiene il polittico della Madonna col Bambino e i Santi Lorenzo, Girolamo e Frediano (1422) di Jacopo della Quercia.

Libri per approfondire

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  • Checkpoint, Città di Lucca, presso il Parcheggio Palatucci, Viale Carlo del Prete. Dal 1° aprile al 31 ottobre, l’ufficio è aperto dalle 9:30 alle 16:30. Telefono: 0583 583150; 0583 582389; e-mail: checkpointbus@luccaplus.it