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Cose da vedere a Borgotaro e la sua storia

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Facebook Borgo Val di Taro

Nel cuore dell’Alta Valle del Taro, tra i rilievi verdi dell’Appennino Parmense, sorge Borgotaro, un affascinante borgo incastonato tra Emilia-Romagna, Toscana e Liguria. Questo suggestivo angolo d’Italia, lambito dalle acque limpide del fiume Taro, offre un patrimonio paesaggistico e culturale unico nel suo genere. Ecco le cose da vedere a Borgotaro.

Borgotaro: dove si trova

Adagiato in una piana circondata da dolci colline coltivate e da boschi fitti che ammantano i monti circostanti, Borgotaro si trova nell’alta Val di Taro, nell’Appennino Parmense, a circa 60 km a sud-ovest di Parma. È posizionato strategicamente al confine tra tre regioni: Emilia-Romagna, Toscana e Liguria. ​

La località è attraversata dal fiume Taro e si estende in una conca circondata da monti. Meta prediletta per gli amanti della natura e del turismo lento, Borgotaro offre numerosi itinerari naturalistici nei dintorni, ideali per escursioni a piedi, in bici o a cavallo. L’aria pura, le bellezze paesaggistiche e la tranquillità del territorio rendono questo luogo perfetto per chi desidera rigenerarsi in una cornice incontaminata, dove cultura e ambiente si fondono in armonia.

La storia di Borgotaro

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I primi insediamenti umani nell’area dell’attuale Borgotaro risalgono alla preistoria, testimoniando l’antichità e la continuità della presenza umana in questa porzione dell’Appennino. Successivamente, il territorio entrò a far parte del regno del sovrano gallico Odoacre I, noto con l’epiteto di “il Magnifico”.

Prima della conquista romana, la zona fu abitata dai Liguri Velleiati, una popolazione indomita e fortemente legata ai rilievi appenninici. La posizione strategica del luogo, incastonata tra valichi naturali e percorsi montani, non sfuggì all’interesse di Roma, che vi stabilì un presidio militare, dando vita a un insediamento chiamato Turris. Questo nucleo, sorto come avamposto di controllo e difesa, rappresentò il primo embrione del futuro borgo.

Le origini preistoriche

La presenza umana nel territorio di Borgotaro affonda le sue radici nella preistoria, come testimoniato da reperti archeologici rinvenuti nella zona. Tracce di insediamenti primitivi, utensili in pietra e manufatti suggeriscono che le valli circostanti fossero frequentate da gruppi di cacciatori-raccoglitori già in epoche molto antiche. Le favorevoli condizioni ambientali come l’abbondanza di corsi d’acqua, le foreste e le vie naturali di collegamento tra il nord e il centro Italia, fecero di quest’area un luogo propizio alla vita e agli scambi.

L’età dei Liguri Velleiati

In epoca protostorica, la regione era abitata dai Liguri Velleiati, una tribù appartenente al più vasto ceppo dei Liguri. Questi popoli montanari erano noti per il loro spirito indipendente e per la resistenza opposta ai tentativi di conquista da parte di potenze esterne. Essi abitavano le aree appenniniche tra l’attuale Emilia, la Lunigiana e la Liguria interna, praticando la pastorizia, la caccia e un’agricoltura rudimentale. La cultura ligure lasciò un’impronta duratura nel territorio, visibile ancora oggi in alcuni toponimi e tradizioni locali.

L’Età Romana: il presidio di Turris

Con l’espansione romana verso nord, l’Appennino divenne un punto nevralgico per il controllo delle comunicazioni tra la Pianura Padana e la Toscana. Dopo aver sconfitto definitivamente i Liguri Velleiati, i Romani consolidarono la loro presenza istituendo una rete di insediamenti militari.

Tra questi, nella zona dell’attuale Borgotaro, fu fondato il presidio di Turris, il cui nome deriverebbe probabilmente dalla presenza di una torre di avvistamento o da una fortificazione. Questo insediamento garantiva il controllo strategico della valle del Taro e delle vie di transito appenniniche. La romanizzazione del territorio portò con sé lo sviluppo di infrastrutture, la diffusione della lingua latina e l’integrazione nella vita amministrativa e giuridica dell’Impero.

L’Alto Medioevo

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Con il declino dell’Impero Romano, il territorio subì le ondate di invasione delle popolazioni barbariche. Tra il V e il VI secolo, l’area fu probabilmente coinvolta nelle migrazioni e nelle guerre che portarono alla formazione del regno longobardo. Durante questi secoli, la continuità insediativa fu garantita da villaggi sparsi, controllati da piccoli signori locali o da autorità ecclesiastiche.

A partire dal X secolo, con il consolidarsi del sistema feudale, il territorio di Borgotaro entrò nell’orbita dei grandi feudi vescovili e nobiliari dell’Appennino. Il borgo cominciò a prendere forma come entità organizzata, con strutture difensive, chiese e un’economia basata su agricoltura e scambi locali.

Il Basso Medioevo

Nel corso del XIII e XIV secolo, Borgotaro si sviluppò come centro strategico e commerciale grazie alla sua posizione lungo le rotte appenniniche. Il borgo entrò a far parte dei possedimenti della potente famiglia Landi, conti di Bardi, che mantennero il controllo della zona per diversi secoli. I Landi si distinsero per una politica amministrativa improntata al consolidamento del potere locale, e contribuirono alla crescita urbana del borgo, dotandolo di strutture pubbliche, chiese, mura e fortificazioni.

Età Moderna: Il Ducato di Parma e Piacenza

Nel XVII secolo, il controllo del territorio passò al Ducato di Parma e Piacenza, sotto il dominio della famiglia Farnese. Questo cambiamento politico segnò l’inizio di una fase di relativa stabilità e sviluppo economico. Durante questo periodo, Borgotaro fu coinvolto nei grandi cambiamenti che interessarono gli Stati italiani: riforme amministrative, diffusione della cultura barocca, ampliamento della rete commerciale.

La popolazione crebbe e si diversificò, con l’emergere di classi artigiane e mercantili. Dopo l’estinzione dei Farnese, il ducato passò ai Borbone di Parma, che continuarono a governare fino all’unificazione italiana. Dopo il periodo napoleonico, il Ducato fu assegnato a Maria Luigia d’Austria.

XIX Secolo

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Nel corso dell’Ottocento, Borgotaro fu coinvolto nei fermenti risorgimentali che attraversarono tutta l’Italia. Il borgo partecipò con entusiasmo alla causa dell’unità nazionale, e diversi suoi cittadini si distinsero durante le campagne garibaldine. Dopo l’annessione al Regno d’Italia nel 1860, iniziò una fase di modernizzazione economica e infrastrutturale, con la costruzione di nuove strade e la realizzazione della linea ferroviaria Pontremolese, che congiungeva il paese con la Pianura Padana e il mar Tirreno.

Il Novecento

Nel XX secolo, Borgotaro visse le grandi tragedie e trasformazioni che colpirono l’Italia. Durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, molti giovani del borgo furono chiamati alle armi, e la comunità conobbe lutti e privazioni. In particolare, durante la Resistenza, il territorio fu teatro di attività partigiane contro l’occupazione nazista, e diversi cittadini si distinsero per atti di coraggio.

Nel dopoguerra, l’economia locale visse una fase di difficoltà che spinse molti abitanti all’emigrazione, soprattutto verso l’America e il nord Europa. Tuttavia, a partire dagli anni Sessanta, grazie al turismo naturalistico e alla valorizzazione dei prodotti locali, in particolare il celebre fungo porcino di Borgotaro IGP, il paese iniziò una lenta ma costante ripresa.

Cose da vedere a Borgotaro

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Borgotaro è rinomato in tutta Italia per essere una delle patrie del fungo porcino, uno dei tesori gastronomici più apprezzati del Paese. Nei boschi che circondano il borgo, si raccoglie un prodotto d’eccellenza che ha ottenuto il prestigioso riconoscimento dell’Indicazione Geografica Protetta (IGP), garanzia di qualità e di legame profondo con il territorio. La raccolta e la valorizzazione del porcino non sono solo un’attività economica, ma anche una tradizione radicata che coinvolge l’intera comunità.

Ma Borgotaro non è soltanto sinonimo di sapori autentici: il borgo rappresenta anche un modello di vita sostenibile e a misura d’uomo. Per la serenità che vi si respira, l’attenzione alla qualità dell’ambiente urbano e lo stile di vita lento e consapevole, è stato inserito nel circuito internazionale delle CittàSlow. Passeggiare tra le sue vie significa immergersi in un’atmosfera genuina, fatta di ritmi pacati, accoglienza sincera e bellezze semplici. Ecco ora le cose da vedere a Borgotaro.

Chiesa di Sant’Antonino

Chiesa di Sant'Antonino
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Tra le cose da vedere a Borgotaro, la Chiesa di Sant’Antonino Martire è situata in piazza XI Febbraio, adiacente ai resti del castello medievale. Rappresenta un significativo esempio di architettura che combina elementi barocchi e neoclassici, la cui edificazione originaria risale al 1226. Nel 1606, il duca Ranuccio I Farnese autorizzò la ricostruzione della chiesa, ma i lavori iniziarono solo a metà del XVII secolo. Il nuovo edificio assunse lo stile barocco. Successivamente, nel 1925, la facciata fu riedificata in stile neoclassico.

All’interno, la navata è coperta da una volta a botte e le cappelle laterali sono arricchite da ancone barocche. Il presbiterio ospita un altare maggiore in marmo bianco di Carrara del 1874 e un coro ligneo intagliato risalente al 1667. Le cappelle laterali ospitano diverse opere d’arte di rilievo del Seicento, soprattutto la terza cappella, che conserva le spoglie di sant’Antonino martire.

Chiesa di San Domenico

Chiesa di San Domenico
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Costruita tra il 1449 e il 1498 in stile gotico, la chiesa di San Domenico fu inizialmente parte di un complesso conventuale domenicano. Nel 1674 subì una trasformazione in stile barocco, con l’aggiunta di stucchi, fregi e un nuovo pulpito. Dopo l’espulsione dei domenicani nel 1769 e un breve ritorno, furono definitivamente allontanati nel 1805 a causa dei decreti napoleonici, e l’edificio divenne proprietà comunale. Tra il 1939 e il 1942, la chiesa fu restaurata per ripristinare le sue originarie caratteristiche gotiche, rimuovendo molte delle aggiunte barocche.

L’interno è caratterizzato da volte a crociera e colonne in pietra con capitelli ionici. Il presbiterio ospita un altare moderno in pietra e una serie di dipinti del XVII e XVIII secolo raffiguranti santi domenicani, mentre tra le varie cappelle ve n’è una con un affresco staccato del XVI secolo raffigurante la Madonna col Bambino e una pietra tombale del 1623.​

Chiesa di San Rocco

Chiesa di San Rocco
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La Chiesa di San Rocco, situata in piazzale San Rocco, ha una storia ricca e articolata.​ Nel 1503, papa Giulio II autorizzò la costruzione di un piccolo convento per gli eremitani di Sant’Agostino, seguito nel 1507 dall’approvazione per edificare una chiesa adiacente. I lavori si conclusero intorno al 1542. Durante l’epidemia di peste del 1630, fu eretto un altare dedicato a San Rocco, a cui la chiesa fu probabilmente intitolata in quell’occasione. Nella prima metà del XVIII secolo, l’edificio fu ricostruito in stile barocco. Dopo la soppressione del convento nel 1769 e la chiusura della chiesa nel 1827, l’edificio subì vari utilizzi, tra cui lazzaretto e stalla. Nel 1923, un comitato cittadino acquistò e restaurò la chiesa, riaprendola al culto nel 1927.

La facciata è barocca, mentre, all’interno, la navata è coperta da una volta a botte decorata e il transetto è sormontato da una cupola affrescata. E’ una delle cose da vedere a Borgotaro anche perché, tra le opere d’arte, spiccano le 14 Stazioni della Via Crucis dipinte da Gaspare Traversi nel XVIII secolo e una statua lignea policroma di San Rocco risalente alla prima metà del XVIII secolo

Il castello di Borgotaro

castello di Borgotaro
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Tra le cose da vedere a Borgotaro, il castello, situato accanto alla chiesa di Sant’Antonino in piazza XI Febbraio, è un’antica fortificazione medievale di cui oggi rimangono solo pochi resti, tra cui parte di una torre inglobata in un edificio scolastico. Le origini del castello risalgono all’XI secolo, quando i territori della Val di Taro, formalmente appartenenti all’abbazia di San Colombano di Bobbio, furono occupati da Plato Platoni. Nel corso dei secoli successivi, il castello passò sotto il controllo di diverse famiglie nobiliari, tra cui i Malaspina, i Pallavicino, i Fieschi e i Landi, che si contesero la signoria su Borgotaro.

Durante il XV secolo, il castello fu al centro di ulteriori contese. Nel 1429, le truppe di Filippo Maria Visconti, guidate da Niccolò Piccinino, conquistarono il maniero, che fu poi assegnato al condottiero stesso. Successivamente, il castello tornò ai Fieschi, ma nel 1467 fu occupato dalle truppe di Galeazzo Maria Sforza e concesso a Francesco Platoni. Nel 1488, i Fieschi rientrarono in possesso del castello e ne affidarono la ricostruzione al maestro Martino da Lugano.

Declino e demolizione

Nel 1547, dopo il fallimento della congiura di Gianluigi Fieschi, il duca di Parma Pier Luigi Farnese occupò il castello. Successivamente, nel 1551, l’imperatore Carlo V investì Agostino Landi del feudo, il quale fece abbattere la cinta muraria del paese, danneggiando anche il castello. Nel 1578, i borghigiani si ribellarono e chiesero l’intervento del duca Ottavio Farnese, che occupò il maniero e lo annetté al Ducato di Parma e Piacenza. Nel 1610, il duca Ranuccio I Farnese fece ricostruire le mura della fortezza.

Con il passare del tempo, il castello di Borgotaro perse le sue funzioni difensive e fu adibito a sede carceraria e successivamente a palazzo comunale. Nel 1926, la porzione orientale del castello fu abbattuta per consentire la realizzazione della nuova strada di circonvallazione del centro storico. Nel 1936, il Comune avviò la demolizione del resto del maniero, con l’intento di edificare sulle sue macerie la casa del Fascio di Borgotaro. I lavori furono tuttavia interrotti dallo scoppio della Seconda guerra mondiale. Nel 1952, fu deciso di costruire un nuovo asilo sull’area occupata dai resti della fortezza. I ruderi del castello furono rimossi tra il 1958 e il 1963 e la nuova “Casa del Fanciullo” fu completata nel 1970.

Palazzi storici

Palazzo Boveri
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Edificato nel XVII secolo, Palazzo Boveri fu impreziosito nel 1714 da ricche decorazioni barocche in previsione del soggiorno della duchessa Elisabetta Farnese, in viaggio verso la Spagna per raggiungere il marito, re Filippo V di Borbone. L’edificio, gravemente danneggiato sul fianco durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, è stato oggetto di una radicale ristrutturazione ma la facciata conserva ancora oggi gli sfarzosi stucchi settecenteschi. Gli interni ospitano affreschi e sculture coeve, testimonianza del fasto decorativo del tempo.

Costruito verso la fine del XVII secolo nei pressi dell’antica porta d’accesso al borgo, il Palazzo Bertucci fu frequentemente visitato dal duca Ferdinando di Borbone e dalla consorte Maria Amalia d’Asburgo-Lorena nella seconda metà del XVIII secolo. Gli ambienti interni sono impreziositi da affreschi di soggetto mitologico, realizzati nei primi anni del Settecento da diversi artisti.

Palazzo Tardiani e Palazzo del Pretorio

Palazzo del Pretorio
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Risalente alla fine del XVI secolo e costruito in stile tardo-rinascimentale, Palazzo Tardiani, presumibilmente opera dell’omonima famiglia, fu in seguito adibito a ospedale cittadino, sotto la gestione della confraternita dei Disciplinati. Dopo la chiusura dell’ospedale nel 1948 e la cessione dell’immobile alla chiesa di Sant’Antonino, il palazzo cadde in parte in abbandono. Acquistato negli ultimi anni del Novecento dalla Comunità Montana Valli del Taro e del Ceno, fu restaurato a partire dal 1999 per divenire sede della stessa istituzione.

Costruito in stile neoclassico per ospitare la sede municipale di Borgo Val di Taro, il Palazzo del Pretorio, erroneamente noto anche come Palazzo Manara, fu ceduto all’inizio del XIX secolo all’Opera Pia Manara, istituita per volontà testamentaria dell’abate Domenico Manara. L’edificio ospita oggi la sede del Comune e custodisce nel suo porticato una serie di lapidi commemorative in marmo. Al suo interno si trova inoltre la Biblioteca Manara, fondata nel 1826, che conserva incunaboli e numerosi volumi dei secoli XVI, XVII e XVIII.

Arco Bertucci

Arco Bertucci
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L’Arco Bertucci è un significativo esempio di architettura monumentale settecentesca. Edificato nel XVIII secolo dal dottor Alessandro Bertucci, l’arco fungeva da portale d’ingresso al vasto podere di proprietà della nobile famiglia Bertucci, che all’epoca si trovava al di fuori delle mura cittadine.

Di notevole impatto visivo, l’arco presenta una decorazione a bugnato, un obelisco e pinnacoli in pietra sull’architrave, elementi che ne sottolineano il carattere monumentale. Oggi, l’arco si trova incastonato tra edifici novecenteschi, a lato di piazza Farnese, e rappresenta una delle testimonianze storiche più emblematiche del centro storico di Borgotaro.​

Riserva naturale e Oasi WWF dei Ghirardi

Riserva naturale e Oasi WWF dei Ghirardi
Riserva naturale e Oasi WWF dei Ghirardi

La Riserva Naturale Regionale e Oasi WWF dei Ghirardi è un’area protetta situata nei comuni di Borgotaro e Albareto, che si estende su una superficie di 370 ettari. Rappresenta un importante esempio di conservazione della biodiversità nell’Appennino settentrionale e una delle cose da vedere a Borgotaro, da cui dista solo 7 chilometri.​ Entro la riserva vi sono 15 km di sentieri escursionistici.

Originariamente, l’area dei Ghirardi era una riserva di caccia privata appartenente alla famiglia Marchini-Camia. Negli anni ’80, grazie all’impegno della famiglia, fu trasformata in un’oasi faunistica con una varietà di habitat, tra cui boschi, prati, calanchi e torrenti. Questa diversità ambientale favorisce la presenza di numerose specie vegetali e animali. Tra la flora, si contano oltre 30 specie di orchidee, gigli, genziane e crochi. La fauna comprende cervi, caprioli, cinghiali, lupi, oltre a numerose specie di uccelli rapaci e passeriformi. ​

Un’istituzione indiscussa: il fungo di Borgotaro IGP

fungo di Borgo val di taro
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Il Fungo di Borgotaro IGP è un’eccellenza di questo borgo e gode dell’Indicazione Geografica Protetta, in quanto rinomato per la sua qualità e il sapore distintivo. La sua area di produzione comprende i comuni di Borgo Val di Taro e Albareto in provincia di Parma, e Pontremoli in provincia di Massa Carrara.Il Fungo di Borgotaro IGP si riferisce a quattro specie di funghi porcini che crescono spontaneamente nei boschi dell’area designata: il porcino comune, il porcino moro, quello estivo e il porcino nero.

La prima testimonianza documentata della commercializzazione del fungo di Borgotaro risale al XVII secolo. La raccolta avviene in modo sostenibile, seguendo pratiche tradizionali. Ogni anno si tiene la Fiera del Fungo di Borgotaro IGP, un evento che attira visitatori da tutta Italia e dall’estero. Durante la fiera, le vie del borgo si animano con stand gastronomici, mercatini, show cooking, degustazioni e spettacoli musicali.

Musei di Borgotaro

museo del fungo porcino
La Repubblica

Parte del circuito dei Musei del Cibo della Provincia di Parma, e tra le cose da vedere a Borgotaro, il Museo del Fungo Porcino celebra il famoso fungo locale, riconosciuto con l’Indicazione Geografica Protetta (IGP). Situato presso il “Museo delle Mura” in Via Cesare Battisti 86, il museo offre un percorso espositivo che esplora la storia, le caratteristiche, le tecniche di raccolta e conservazione del fungo, nonché il suo ruolo nella cultura e nella gastronomia locale.

Ospitato nello stesso edificio del Museo del Fungo Porcino, il Museo delle Mura tratta la storia difensiva di Borgotaro. Attraverso reperti, documenti e ricostruzioni, il museo illustra l’evoluzione delle fortificazioni cittadine e il ruolo strategico del borgo nel contesto dell’Appennino parmense.

Escursioni a Borgotaro

Escursioni a Borgotaro
La Repubblica Parma
  • Monte Molinatico e Lago Martino. Un percorso ad anello di circa 7 km con un dislivello di 300 metri, adatto a escursionisti di livello intermedio. L’itinerario attraversa faggete e offre panorami sull’Appennino tosco-emiliano. Il punto di partenza è lo Chalet del Molinatico, facilmente raggiungibile in auto.
  • Marmitte dei Giganti di San Cristoforo. Un’escursione di circa 4 km (andata e ritorno) con dislivello minimo, adatta a famiglie con bambini dai 6 anni in su. Il sentiero conduce a una cascata che ha scavato una piscina naturale nella roccia, creando un paesaggio suggestivo.
  • Via degli Abati. Un antico cammino che collega Pavia a Pontremoli, passando per Borgotaro. Il tratto tra Borgo Val di Taro e Pontremoli è particolarmente apprezzato per la sua bellezza paesaggistica e il valore storico.
  • Monte Penna. Una delle escursioni più popolari nella zona, con sentieri ben segnalati che offrono viste spettacolari sulla valle e sulle cime circostanti.

Cicloturismo

Passo Brattello
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Oltre alle cose da vedere a Borgotaro, è utile sapere che questo paese è una meta ideale per gli appassionati di cicloturismo. La zona offre una varietà di itinerari adatti a diversi livelli di esperienza, che permettono di esplorare paesaggi naturali incontaminati e borghi storici.

Itinerari per ciclisti esperti

  • Passo dei Due Santi e Passo del Brattello. Un percorso ad anello di 74,9 km con un dislivello di 2.060 metri, ideale per ciclisti esperti in cerca di una sfida impegnativa.
  • Passo del Bocco – Passo Centocroci. Itinerario di 93,3 km con un dislivello di 1.770 metri, che attraversa paesaggi montani suggestivi.
  • Costa di Bedonia lato Tornolo – Lago del Bocco. Un giro ad anello di 77 km con un dislivello di 890 metri, che offre viste panoramiche sull’Appennino.
  • Tornolo Tarsogno – Passo Centocroci. Percorso di 53,7 km con un dislivello di 960 metri, adatto a ciclisti ben allenati.

Percorsi per mountain bike

Il Giro del Lago Buono è un percorso di circa 39 km che si snoda tra il Passo della Colla e il Passo Santa Donna, prevalentemente su sterrato immerso nella natura.​ Il Giro del Monte Pelpi è un itinerario di circa 35 km che conduce alla cima del Monte Pelpi a 1.479 metri, offrendo panorami spettacolari sulla Val di Taro.Entrambi i percorsi sono adatti a mountain biker esperti.

Percorsi adatti a tutti

La Ciclabile Ostia Parmense – Borgo Val di Taro è un percorso asfaltato adatto alle famiglie, che si snoda nel mezzo della Val Taro.La già citata Via degli Abati è un antico cammino che collega Pavia a Pontremoli, apprezzato per la sua bellezza paesaggistica e il valore storico.

Cose da vedere a Borgotaro immagini

Libri per approfondire

Una storia locale. Vita quotidiana a Borgotaro tra XV e XVII secolo

Borgotaro meteo


Meteo Borgo Val di Taro

Uffici di informazioni turistiche Borgotaro

L’Ufficio Informazioni Turistiche (UIT) di Borgotaro si trova in Piazza Manara, 7. Telefono/Fax: 0525 96796​

Orari di Apertura
Estivo
Lunedì – Sabato: 09:00 – 12:30 / 16:00 – 19:00

Invernale
Lunedì – Venerdì: 09:00 – 12:30 / 15:00 – 18:00
Sabato: 09:00 – 12:30

Presso l’ufficio è possibile ottenere informazioni su eventi, itinerari naturalistici e culturali​, musei e luoghi di interesse​, strutture ricettive e ristorative​, materiale informativo e mappe.

Mappa Borgotaro

Mappa Borgotaro
Museo del Fungo Porcino
1. Museo delle Mura – Museo del Fungo porcino di Borgotaro
2. Arco Bertucci
3. Via Cesare Battisti – Palazzo Manara
4 . Via Cesare Battisti – La ruota
5. Volta per Piazza XI Febbraio
6. Palazzo Tardiani
7. Chiesa parrocchiale di Sant’Antonino
8. Resti del Castello di Borgo Val di Taro
9. Busto a Papa Giovanni XXIII
10. Vicolo Toti – Piazza La Quara
11. Municipio – Palazzo Pretorio o Palazzo Manara
12. Via Corridoni 45 – Palazzo Imbriani
13. Chiesa di San Domenico
14. Via Cesare Battisti – Palazzo della Famiglia Picenardi
15. Monumento a Elisabetta Farnese
16. Giardini IV Novembre – Monumento ai Caduti
17. Via Nazionale 8 – Palazzo Corsini
18. Via Nazionale 21 – Palazzo Boveri
19. Via Nazionale 72 – Palazzo Bertucci
20. Porta Portello
21. Chiesa di San Rocco