Per familismo amorale si intende un concetto sviluppato nell’ambito della sociologia da Edward C. Banfield nel suo saggio “The Moral Basis of a Backward Society” del 1958.
Che cos’è il “familismo amorale”
Tradotta in Italia con il titolo “Le basi morali di una società arretrata“, l’opera porta come tesi principale il permanere di alcune comunità in uno stato di arretratezza, nonostante lo scorrere del tempo, per ragioni culturali. Queste ragioni culturali, a loro volta, deriverebbero da una particolare concezione dei legami famigliari che impedisce di associarsi per il bene e lo sviluppo della collettività.
Questa tesi fu sviluppata da Edward C. Banfield studiando un paese del Sud d’Italia, Chiaromonte. Ma facciamo un salto indietro per spiegare meglio il concetto sociologico di familismo amorale partendo dalla figura del suo autore.
Edward C. Banfield
Edward C. Banfield è stato un sociologo e politologo nato nel 1916 a Bloomfield, nel Connecticut. Iniziò la sua carriera presso l’Università di Chicago. Poi, dopo essere stato consigliere dei presidenti repubblicani statunitensi Richard Nixon, Gerald Ford e Ronald Reagan, si trasferì nel 1959 all’Università di Harvard. Qui continuò la carriera accademica fino alla sua morte, avvenuta nel 1999. Fu autore di numerosi studi sulla povertà, la pianificazione urbana, la politica e la governance americana.
Le teorie di Banfield furono spesso assai controverse e contrastate, fino a procurargli veri attacchi personali. I suoi scritti di solito offendevano le opinioni allora popolari presso le élite. Poco portato per le astrazioni teoriche, Banfield prediligeva le analisi basate sui fatti, le osservazioni in prima persona e le prove incontrovertibili. Questa attitudine lo portò a sviluppare una visione della natura umana disincantata e decisamente poco romantica. Sua moglie Laura Fasano conosceva l’italiano fin da bambina per le sue origini e lo aiutò nello studio sul familismo amorale in Italia.
Il trasferimento in Italia
Quando Edward C. Banfield decise di condurre studi sulla società povera e rurale del Sud d’Italia, lo fece secondo il suo metodo di studio, e cioè osservare e riportare i fatti nudi e crudi. Pertanto si trasferì con tutta la famiglia a Chiaromonte, paese in provincia di Potenza, per dieci mesi. Nel libro “The Moral Basis of a Backward Society” il nome del paese fu mascherato con quello di fantasia di Montegrano.
Qui il sociologo intervistò la gente, osservò i loro comportamenti, studiò gli abitanti somministrando test psicologici a tappeto e lesse qualsiasi dato e storia che riuscì a reperire in archivi e biblioteche. La conclusione della sua ricerca fu brutale. La colpa della povertà di Chiaromonte non può essere giustificata con il capitalismo che taglia fuori le realtà più arretrate o con il comportamento della classe politica. La colpa è della gente stessa di Chiaromonte e questo a causa della loro cultura.
Il familismo amorale
Ecco che Banfield giunse a formulare il nuovo concetto di familismo amorale. Gli abitanti di Chiaromonte erano poveri perché non si fidavano di nessuno al di fuori della loro famiglia nucleare e non possedevano alcuna nozione di cooperazione sociale produttiva. L’incapacità di cooperare ostacolava fortemente lo sviluppo politico e socioeconomico. Banfield sottolineò che la moralità, generalmente intesa come positiva per il benessere umano, costituiva in questo caso la causa dell’arretratezza di Montegrano, alias Chiaromonte.
Per quegli abitanti, gli obblighi morali erano potenti ma rivolti esclusivamente verso i membri della famiglia. Il mondo fuori di quella cerchia ristretta era considerato “amorale“. Gli abitanti del villaggio erano poveri perché si rifiutavano di collaborare (e non riuscivano nemmeno a concepire di poter collaborare) con gli altri in imprese comuni. La scoperta che la povertà può influenzare lo sviluppo socioeconomico di un luogo e di una comunità divenne un tema che Banfield avrebbe indagato ancora anni dopo, nei suoi studi sulla povertà urbana, il più famoso dei quali è “The Unheavenly City” del 1970.
Le basi morali di una società arretrata
L’opera “Le basi morali di una società arretrata” descrive un villaggio vicino Potenza nei primi anni Cinquanta, Montegrano, dove solo funzionari specificatamente nominati a tale scopo facevano qualcosa per la comunità. Banfield si chiese perché ciò accadeva. Esaminò e scartò come solo parzialmente applicabili sei spiegazioni, spesso avanzate per giustificare l’arretratezza. Esse sono: povertà, ignoranza, sfruttamento da parte delle classi superiori, conservatorismo, sfiducia nello Stato e in qualsiasi autorità, fatalismo disperato ed esasperato.
Dopo aver discusso a lungo sulla povertà e l’antagonismo di classe, l’autore giunge a presentare la sua spiegazione: la mancanza di qualsiasi senso di obbligo comunitario e di spirito pubblico può spiegare lo stato di arretratezza e povertà di Montegrano e dell’Italia meridionale in generale. Banfield riassunse le sue idee coniando l’espressione di familismo amorale per indicare come in certi luoghi e in certe comunità concetti come “giusto” e “sbagliato” siano applicabili solo alla propria famiglia nucleare (quella più immediata, il gruppo interno) e che “tutto è concesso” nei confronti del gruppo esterno.
Il nuovo concetto di familismo amorale
Secondo la nuova ipotesi di Banfield sviluppata nella sua opera “Le basi morali di una società arretrata”, l’unico interesse sarebbe massimizzare il vantaggio materiale a breve termine della famiglia nucleare e supporre che tutti gli altri facciano lo stesso. Per familismo amorale, dunque, si può intendere la profonda sfiducia verso chiunque sia al di fuori della famiglia, una sfiducia che impedisce agli abitanti di collaborare fra loro.
- “Familismo” –> perché il singolo persegue solo l’interesse della propria famiglia nucleare e mai quello della collettività che richiede, al contrario, cooperazione tra non consanguinei.
- “Amorale” –> perché le categorie di bene e male, di giusto e sbagliato, sono applicate solo tra famigliari e non agli altri individui della comunità.
Pertanto, nella concezione di Banfield, l'”a-amoralità” è assenza di spirito comunitario e di relazioni sociali all’esterno della famiglia di appartenenza.
Le conseguenze del familismo amorale
Sul piano pratico, il familismo amorale ha diverse conseguenze che si riflettono, ad esempio, sulla politica e sulla gestione del bene pubblico. Se nessuno persegue l’interesse comune, chiunque (persona o istituzioni) proverà a farlo, sarà visto dagli altri come un truffatore. Solo i pubblici funzionari si occupano degli affari pubblici, solo perché sono pagati per farlo. Se i semplici cittadini se ne occupassero sarebbero mal visti. Di conseguenza, i pubblici funzionari non sono controllati. Essendo esenti da controlli e liberi di perseguire il proprio vantaggio personale, tendono a essere facilmente corruttibili. La legge sarà trasgredita ogni qualvolta se ne presenterà l’occasione. In questo stato di cose, il debole auspica un regime autoritario in modo che almeno un minimo di ordine sia assicurato.
Inoltre, in queste condizioni, è difficile che nasca una qualsiasi forma di organizzazione, dato che essa presuppone disinteresse personale e identificazione con l’organizzazione stessa. Va da sé che, senza l’interesse personale, non possano emergere né leader, né seguaci. Il risultato? L’impermeabilità al progresso e alla modernità. Ma le conseguenze del familismo amorale sono anche economiche, come ben esemplificato dall’esempio del povero villaggio di Montegrano. Per migliorare le condizioni economiche occorrono investimenti e mezzi che solo un gruppo (e non la singola famiglia) può permettersi di mettere insieme. La mancanza di cooperazione tra individui che non siano parenti blocca questo processo, mantenendo l’economia sulla soglia della povertà. A Montegrano, come rileva Banfield, non esiste una dimensione associativa e non esiste alcuna associazione od organizzazione di nessun genere.
Le cause del familismo amorale
Ma da dove proviene il familismo amorale e come nasce? E’ interessante rilevare come l’autore consideri il familismo amorale come il prodotto di molteplici cause, interagenti fra loro. Esse implicano le condizioni ambientali di miseria e degrado. Ma queste da sole non possono spiegare il familismo amorale perché si è visto che, in altre comunità povere e degradate, esistono forme di associazione tra non consanguinei che hanno lo scopo di migliorare le condizioni generali della comunità stessa. Alcune cause sono più forti delle altre. Ad esempio l’alta mortalità degli adulti che, se ricorre troppo frequentemente all’interno di una stessa famiglia, genera orfani, privi di quella guida che li possa educare alla vita e al futuro. Un’alta mortalità in età adulta generebbe la paura della morte prematura, un meccanismo che spiegherebbe il senso di precarietà nutrito all’interno di una famiglia.
L’assenza di estesi legami famigliari e di legami tra non consanguinei si traduce in una prevalenza della famiglia nucleare, così come riscontrato a Montegrano. La famiglia, intesa come composta solo da genitori e figli, produrrebbe un sentimento d’isolamento e di precarietà, perché se uno dei due genitori viene a mancare, non c’è nessuno altro che possa occupare il suo posto e quello che ne consegue. Tale situazione blocca, anziché favorire, la diffusione di una cultura della cooperazione organizzata. Ma oltre a ciò, c’è una ragione ancor più profonda e, per così dire, pratica.
Il tipo di organizzazione socioeconomica e l’educazione
Nel corso di studi comparativi, Banfield rilevò che la cultura della cooperazione organizzata, quel motore che consente lo sviluppo e la modernità di una comunità, era prevalente presso le famiglie estese dei paesi della provincia di Rovigo. Qui, il tipo di organizzazione socioeconomica era rappresentato dal fondo terriero esteso in contatto con centri urbani propulsivi di modernità. Al contrario, a Montegrano prevaleva il microfondo, isolato e destinato a sempre maggior frantumazione per questioni di successione. Insufficiente a dar da mangiare anche una sola famiglia, il microfondo impediva lo sviluppo della famiglia estesa.
infine, tra le cause del familismo amorale elencate da Banfield ricordiamo il tipo di educazione ricevuta dai bambini. Se i primi anni di vita del fanciullo sono troppo permissivi, si formeranno adulti egoisti, destinati a essere eterni bambini. All’estremo opposto, anche un’educazione basata eccessivamente sulle punizioni slegate dai concetti di bene e male e più legate al capriccio del genitore, porrebbe le basi per lo sviluppo del familismo amorale nell’adulto.
Le reazioni alle teorie di Banfield
Il nuovo concetto di familismo amorale fu criticato su più fronti. Nel 1968, l’antropologo americano Sydel F. Silverman, che studiò a lungo le comunità rurali dell’Italia centrale, pubblicò un contributo con una sintesi delle principali critiche alla teoria di Banfield. Il sociologo era accusato di mancanza di profondità delle analisi e delle descrizioni, così come di aver condotto le sue ricerche senza confrontarsi con altri studi indipendenti. Secondo molti studiosi, il presupposto alla base della teoria del familismo amorale era sbagliato. La cultura non può causare l’arretratezza e la povertà, mentre è vero il contrario. Sarebbe l’arretratezza a causare la mancanza di cooperazione e di legami sociali.