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Il Vittoriano: uno dei monumenti simbolo di Roma

Vittoriano
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La storia del Vittoriano, uno dei monumenti simbolo di Roma. Dedicato a Vittorio Emanuele II e all’unificazione d’Italia, la sua monumentale struttura richiama il foro della Roma antica.

Il Vittoriano: simbolo di un’epoca

Detto anche Altare della Patria, il Vittoriano si trova in piazza Venezia, alle pendici del colle del Campidoglio. Il suo progetto porta il nome dell’architetto Giuseppe Sacconi che lo concepì come un monumento dai molteplici significati simbolici. Imperniato sulla retorica del Risorgimento, questo complesso monumentale vuole celebrare il processo di unità nazionale avvenuto durante il regno di Vittorio Emanuele II di Savoia.

Ma il Vittoriano racchiude altri monumenti: in primo luogo l’Altare della Patria con la tomba del Milite Ignoto, numerosi gruppi di statue, mosaici e fontane artistiche. Giuseppe Sacconi si ispirò all’architettura neoclassica, a cui aggiunse elementi in stile eclettico da tipico gusto italico e quelli dello stile del Secondo Impero francese di Napoleone III.

La storia del Vittoriano

La costruzione del Vittoriano ebbe inizio nel 1885 e proseguì fino al 1935. Ma, a lavori ancora in corso, l’inaugurazione ufficiale avvenne nel 1911, in occasione delle celebrazioni del primo cinquantenario dell’Italia unita.

Le origini e i concorsi

Vittorio Emanuele II di Savoia morì il 9 gennaio 1878 e fu sepolto nel Pantheon, un luogo considerato da molti come l’edificio classico perfetto dell’epoca dei Cesari. Ma politici e intellettuali di spicco sollecitarono una maggiore apoteosi del re defunto. Essi vedevano nell’occasione l’opportunità di sfruttare la sua memoria per la creazione di un’identità nazionale coesa in modo che le masse italiane potessero essere unite e una possibilità per sostenere una monarchia conservatrice ma liberale come quadro politico adeguato risultante dall’unificazione. L’intenzione era di commemorare, attraverso la figura del Re, il Risorgimento e la liberazione d’Italia dall’oppressore straniero. Tre mesi dopo la sua morte, si depositò alla Camera un disegno di legge per la realizzazione di un monumento dedicato da costruire a Roma. Giuseppe Zanardelli, allora ministro dell’interno, fece la stessa cosa e la proposta di legge fu accolta dal Parlamento nel maggio 1878.

Nel settembre 1880 fu così pubblicato un concorso internazionale per i progetti. Vinse il francese Henri-Paul Nénot, ma il suo progetto non ebbe realizzazione. Tra i vari motivi dell’opposizione vi era il fatto che l’architetto era straniero e non avrebbe potuto rendere a pieno il significato di un evento e di un personaggio così importante della storia italiana. Si bandì così un secondo concorso, che, stavolta, stabilì anche il luogo per la realizzazione del monumento, ovvero il Campidoglio. Il concorso si chiuse nel febbraio 1884 ma, dal momento che la commissione non riusciva a decidersi tra tre progetti, fu indetto un nuovo concorso, riservato solo a queste tre proposte. Ne uscì vincitore l’architetto marchigiano Giuseppe Sacconi.

Il progetto di Sacconi

altare della patria
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Il progetto di Sacconi mostrava una chiara ispirazione ai templi ellenistici e il Vittoriano appariva come un monumentale foro in posizione dominante su una piazza, concepita come un a moderna agorà a tre livelli collegati da gradinate. Al vertice appariva un importante portico con lungo colonnato, poi una serie di scalinate che scendevano dal Campidoglio.

Il Vittoriano prevedeva l’utilizzo del marmo e del travertino e numerose decorazioni quali fregi, bassorilievi, trofei, statue lungo il perimetro e nel sommoportico per conferire ulteriore maestosità alla struttura.

Sorprese all’apertura dei cantieri

Il 1º gennaio 1885 segnò la data ufficiale di apertura dei cantieri con la posa della prima pietra il 22 marzo 1885. Per l’occasione presenziarono re Umberto I di Savoia e la regina Margherita di Savoia. Ma fin da subito gli scavi riservarono soprese perché vennero alla luce antiche cave, caverne e cunicoli in un numero tale da lasciare tutti di stucco. Giuseppe Sacconi modificò allora il progetto, rafforzando i cunicoli sulle cui volte andarono a poggiare le fondamenta del Vittoriano. Le cave e le caverne furono recuperate per ottenere gli spazi interni del Vittoriano e ospitare, successivamente, la cripta del Milite Ignoto, il Sacrario delle Bandiere e il Museo centrale del Risorgimento.

Ma non solo. Infatti, con l’avanzamento dei lavori emersero un tratto delle mura serviane, che rappresentavano le prime mura di Roma nel VI secolo a.C., resti di mammuth e numerosi e variegati reperti di epoca romana. La presenza delle mura serviane e di resti archeologici costrinsero a modificare ancora una volta il progetto per renderli ispizionabili.  Il sommoportico fu incurvato ancor più e la sua lunghezza fu portata da 90 a 114 metri, aumentando di conseguenza anche il numero delle colonne (da sedici a venti).

Le modifiche del progetto

In corso d’opera, Sacconi decise di aggiungere all’interno del Vittoriano un altare dedicato alla patria. Esso avrebbe compreso una grande statua che raffigurava la dea Roma, da collocarsi sotto la statua equestre di Vittorio Emanuele II. Si trattava dunque di un omaggio alla grandezza e alla grandiosa storia della capitale d’Italia. L’aggiunta dell’Altare della Patria diede al Vittoriano un nuovo e ulteriore significato: quello di essere anche un tempio laico della Nazione. Nel 1890 si decise di eliminare dallo schema le statue più piccole di Mazzini e Garibaldi. Si pensava che le loro rappresentazioni avrebbero potuto sminuire la gloria del re.

Sacconi morì nel 1905 e il cantiere fu affidato ai suoi più stretti collaboratori e, successivmente, a Gaetano Koch, Manfredo Manfredi e Pio Piacentini. Essi portarono a termine i lavori secondo il progetto originario di Sacconi, nonstante le numerose variazioni previste proprio d quest’ultimo.

L’inaugurazione del Vittoriano

altare della patria roma
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Il Vittoriano fu inaugurato il 4 giugno 1911, in occasione del cinquantenario dell’Unità d’Italia. Oltre a un’immensa folla, parteciparono il re Vittorio Emanuele III, la regina Elena, la regina madre Margherita di Savoia, Maria Pia di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele II, il Presidente del Consiglio Giovanni Giolitti, seimila sindaci d’Italia, i veterani di guerra e tremila studenti.

Il Vittoriano durante il fascismo

Il regime fascista, ansioso di imporre al popolo la propria ideologia “totalitaria”, continuò i lavori sul monumento del Vittoriano, utilizzandolo come strumento di propaganda. Il monumento fu scelto come tappa finale della marcia su Roma, che terminò con l’omaggio personale di Mussolini alla tomba del Milite Ignoto. Il Duce iniziò a utilizzare il monumento anche per rafforzare il culto della sua personalità. Tra il 1928 e il 1943 il Vittoriano è apparso 249 volte come sfondo al cinegiornale ufficiale del regime, il Cinegiornale. Durante questo periodo, Mussolini partecipò a 14 cerimonie pubbliche al Vittoriano.

Insomma, il Vittoriano divenne il luogo principe delle manifestazioni fasciste. Un momento particolarmente significativo avvenne il 18 dicembre 1935, quando il monumento divenne il luogo in cui si raccolse l”Oro alla Patria“. In questa iniziativa, i cittadini donarono gioielli di famiglia e le loro fedi nuziali per reperire risorse per fronteggiare le “sanzioni inique“, imposte dalla Società delle Nazioni contro l’Italia in conseguenza all’attacco contro l’Etiopia, che determinò la guerra d’Etiopia. La regina Elena e Rachele Mussolini diedero l’esempio, cedendo pubblicamente le loro fedi al partito fascista.

Il Dopoguerra

Lo storico Bruno Tobia sostiene che il regime fascista si impadronì così del significato storico del Vittoriano, ma l’emergere dell’inadeguatezza della politica mussoliniana durante la Seconda guerra mondiale finì per annullare ogni significato simbolico di gloriosa storia militare che il Vittoriano aveva assunto durante il fascismo. Nel Dopoguerra, il monumento tornò a essere espressione dei suoi significati originari, di unità e libertà della nazione e del sacrificio di coloro che contribuirono all’Italia libera e unita.

L’Italia e gli italiani si disinteressarono delle sorti del Vittoriano dagli anni Sessanta agli anni Ottanta, tanto che per il monumento si profilò un destino di “ruderizzazione“, cioè l’abbandono e il suo smantellamento graduale. L’opera di rilancio e valorizzazione del Vittoriano, e di conseguenza dei suoi valori, fu particolarmente attiva durante la presidenza di Carlo Azeglio Ciampi, all’inizio degli anni Novanta. Egli ne promosse il restauro e l’apertura al pubblico dopo decenni di abbandono. La sua opera ebbe un continuare nel presidente Giorgio Napolitano e dal 2000 le cerimonie ufficiali del 25 aprile, Festa della liberazione d’Italia dal nazifascismo, della Festa della Repubblica Italiana (2 giugno) e della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate (4 novembre) avvengono al Vittoriano.

Il Vittoriano: cosa vedere

vittoriano roma
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Come abbiamo detto, il Vittoriano si compone di diversi monumenti interni e opere artistiche dal forte significato allegorico.

Altare della Patria

L’Altare della Patria si trova al termine della scalinata d’ingresso. Si tratta di un’opera dello scultore bresciano Angelo Zanelli, che lo sviluppò secondo una triplice composizione: un lato esposto della tomba del Milite Ignoto, l’edicola della dea Roma e due bassorilievi marmorei posti ai lati. La statua della dea Roma richiama la dea greca della guerra e della sapienza Atena che si staglia da uno sfondo dorato. Questa grande statua simboleggia la Città eterna, insostituibile capitale d’Italia.

Il Milite Ignoto fu accolto presso l’Altare della Patria il 4 novembre 1921 per rappresentare simbolicamente tutti i soldati periti in guerra senza identificazione. Il lato della tomba prevede sempre la presenza di una guardia d’onore e due fuochi perennemente accesi a simboleggiare il perdurare del ricordo e della memoria. I bassorilievi a sinistra e a destra dell’Altare della Patria rappresentano rispettivamente il Trionfo del Lavoro e il Trionfo dell’amor patrio.

dea roma vittoriano
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La monumento di Vittorio Emanuele II

Per celebrare la figura di Vittorio Emanuele II, il progetto del Vittoriano comprendeva una grandiosa statua equestre che doveva rappresentare il focus scenografico dell’interno monumento. La sua realizzazione fu affidata allo scultore Enrico Chiaradia, poi completata da Emilio Gallori alla morte del Chiaradia nel 1901. Il bronzo per realizzarla fu ottenuto dalla fusione di cannoni del Regio Esercito.

La statua poggia su una base in marmo che reca le sculture allegoriche delle quattordici città “nobili” dell’Italia risorgimentale. Il trasporto della statua equestre di Vittorio Emanuele II fino al Vittoriano richiese l’impiego di cinque carrozze trainate ciascuna da otto cavalli poiché il suo peso ammontava a 50 tonnellate.

statua equestre di Vittorio Emanuele II
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Il Milite Ignoto

Durante il primo Dopoguerra, l’Altare della Patria fu scelto per accogliere la tomba del Milite Ignoto. Trovate tutta la storia in questo articolo.

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Fontane dei due mari

Le fontane dei due mari sono dedicate al mare Adriatico e al mar Tirreno. E’ probabile che il simbolismo dei due mari italiani più importanti alluda al fatto che il Vittoriano rappresenti la penisola italiana. A destra della fontana dell’Adriatico si trovano i resti del sepolcro di Gaio Publicio Bibulo di epoca repubblicana.

Scalinate e terrazze

Le scalinate esterne del Vittoriano seguono il pendio settentrionale del Campidoglio e terminano alla terrazza dell’Altare della Patria, alla terrazza delle Città redente e alle terrazze dei due propilei. La terrazza dell’Altare della Patria e del Milite Ignoto rappresenta il primo livello del Vittoriano e il suo centro simbolico. Essa conduce idealmente fino al sommoportico e ai propilei. Qui dobbiamo fare una menzione alla bella cancellata d’accesso realizzata da Manfredo Manfredi in ferro. Lunga 40 metri, essa è dotata di una sistema a binari che la fa scomparire nel sottosuolo. All’epoca della sua realizzazione, questo sistema tecnologico risultava tra i più innovativi al mondo.

La scalinata d’accesso presenta gruppi di sculture significativi. Il primo è Il Pensiero e L’Azione, ispirato all’ideologia mazziniana, che rappresentarono due elementi chiave che resero possibile il processo di unificazione dell’Italia. Seguono i Leoni alati che simboleggiano tutti coloro si sono uniti al movimento risorgimentale, animati da ardore e istinto. Infine, abbiamo le Vittorie alate, allegoria per le eccellenze militari e culturali dell’epoca romana e rappresentazione della fortuna che accompagnò l’unificazione italiana. Nella terrazza dell’Altare della Patria, quattro gruppi scltorei rappresentano i principi morali che devono animare tutti coloro che compongono una nazione unita.

propilei
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Il sommoportico

Per sommoportico si intende il grande portico formato da colonne in stile corinzio, situato all’apice del Vittoriano. Esso termina alle estremità con due propilei che fungono da accesso. Il cornicione reca sedici statue che simboleggiano le regioni italiane istituite all’epoca. Nei propilei abbiamo gruppi scultorei costituiti da una Vittoria alata e una quadriga che simboleggia la vittoria e il trionfo per volontà divina, nonché l’unità della nazione e la libertà dei suoi cittadini. Questi due ultimi concetti guidarono l’operato di Vittorio Emanuele II durante il Risorgimento.

vittoriano altare della patria roma
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L’interno del Vittoriano

Dai propilei si accede agli spazi interni del Vittoriano, decorati a mosaico, secondo lo stile Liberty floreale, con allegorie dei sentimenti che animarono il Risorgimento, le arti e la scienza. I mosaici del propileo di sinistra rappresentano la Fede, la Forza, il Lavoro e La Sapienza. I mosaici del propileo di destra la Legge, il Valore, la Pace e l’Unione.

Gli accessi che portano dai due propilei al sommoportico recano invece le statue che raffigurano le arti: Architettura e la Musica, la Pittura e la Scultura. Il sommoportico presenta un pavimento marmoreo policromo e soffitto a cassettoni. Quest’ultimo è detto “soffitto delle scienze” per la presenza delle sculture che simboleggiano le discipline scientifiche: la Geometria, la Chimica, la Fisica, la Mineralogia, la Meccanica, la Medicina, l’Astronomia e la Geografia. Altre sculture del sommoportico sono i Trofei d’arme.

Monumento Nazionale a Vittorio Emanuele II
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La cripta del Milite Ignoto

Al di sotto della statua equestre di Vittorio Emanuele II, si trova la cripta del Milite Ignoto che permette la visione laterale della sua tomba. Si tratta di un ambiente con pianta a croce greca e volta a cupola di ispirazione romana. Le pareti presentano mosaici di tipo bizantino, con temi di natura religiosa. Interessante sapere che per alcune parti della cripta del Milite Ignoto sono stati utilizzati materiali lapidei provenienti dai luoghi delle battaglie più importanti della Prima Guerra Mondiale, come il Carso e il monte Grappa.

I musei del Vittoriano

Museo centrale del Risorgimento

Museo centrale del Risorgimento roma
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Il Museo centrale del Risorgimento è ospitato negli ambienti posti al di sotto del sommoportico e dei propilei e nell’Ala Fori Imperiali. Il percorso espositivo illustra le tappe che hanno portato all’unificazione d’Italia, attraverso i personaggi, iscrizioni, documenti, cimeli, armi e uniformi. Ma anche statue, busti e ritratti. Le 14 sezioni sono disposte in ordine cronologico a partire dall’età napoleonica per terminare con quella dedicata alla Prima Guerra Mondiale. La prima sezione espone reperti appartenuti o legati alle principali personalità del Risorgimento come Camillo Benso di Cavour, Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi.

Accanto al percorso cronologico, vi è quello sviluppato per temi storici e che tratta aspetti della storia nazionale come la satira politica, il brigantaggio, le monete, le armi del Risorgimento. All’interno del museo vi è anche il Sacrario delle Bandiere che espone settecento vessilli dei vari reparti dell’Esercito Italiano, della Marina Militare Italiana, dell’Aeronautica Militare Italiana e la bandiera tricolore che nel 1921 accompagnò il viaggio del Milite Ignoto. Per visitare altri musei di Roma leggi questo articolo.

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