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Londra 1906: il mistero del marchese Townshend

John Townshend, VI marchese Townshend
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Nella Londra di inizio Novecento fece grande scalpore la misteriosa scomparsa del marchese Townshend, uno dei più noti gentleman dell’alta società londinese. Da qualche tempo, i suoi amici e conoscenti non sapevo più nulla sul suo conto e invano si perdevano in congetture. Che ne era di lui? Il marchese era improvvisamente e misteriosamente scomparso, né più se ne avevano avute notizie. Ma la verità non tardò ad arrivare e la vicenda si concluse con un chiacchieratissimo processo.

Il marchese Townshend

marchese Townshend
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John Townshend, VI marchese Townshend, nacque il 17 ottobre 1866, figlio di John Villiers Stuart, V marchese Townshend e lady Anne Elisabeth Duff. La sua era una delle più antiche e importanti famiglie di pari inglesi, originari del Norfolk. Egli era nipote del duca di Fife, genero del re Edoardo, e in quanto tale la casata Townshend era imparentata con la Famiglia Reale.

Non sappiamo altro della sua vita, se non che a un certo punto, nonostante le nobilissime origini, John Townshend si ritrovò coperto di debiti, affittò il castello avito di Raynam Hall e partì per le Americhe, alla ricerca di una ricca moglie tramite la quale saldare i suoi debiti.

Di ritorno in Inghilterra

ritorno in Inghilterra
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Dopo la parentesi americana, di cui parleremo più avanti, il marchese Townshend fece ritorno in Inghilterra. Sulla quarantina, il 9 agosto 1905 aveva sposato la signorina Gwladys Sutherst (1884-1959), figlia di un vecchio leader operaio, avvocato, presidente della Trade Union degli impiegati di omnibus e organizzatore di un grande sciopero nel 1891. A quell’epoca, il futuro suocero del marchese Townshend, oltre a occuparsi di questioni operaie, aveva anche avuto modo di fare fortuna, trattando affari finanziari e avviando società minerarie nel Sud Africa. Se la dote della figlia era cospicua, invece, come abbiamo visto, le finanze del marchese non erano troppo floride.

Infatti, nel 1903, egli aveva dovuto chiedere ai tribunali l’autorizzazione per vendere un certo numero di beni di famiglia per un milione di lire. Tra i beni venduti, figurarono anche opere di Rubens e Van Dyck, custodite presso la tenuta di famiglia di Raynam Hall. Il suo matrimonio con la figlia del signor Sutherst avvenne, dunque, con il preciso scopo di risollevare le finanze del suo stemma. All’atto di fidanzamento, il suocero gli concesse un anticipo di 500 mila lire sulla dote per poter estinguere le ipoteche che gravavano sul castello nel Norfolk.

Un matrimonio segreto e tormentato

marchese Townshend e i Sutherst
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Sembra, però, che il matrimonio avvenne in gran segreto e che la signora marchesa Townshend ne sia stata tenuta all’oscuro. Il giorno stesso delle nozze, la coppia di novelli sposi partì in gran fretta per il viaggio di nozze che li avrebbe portati a visitare la Francia e il Belgio, accompagnati anche dalla suocera. Di ritorno a Londra, i marchesi Townshend andarono a vivere con i genitori della sposa a Brook Street, elegantissima via nel quartiere Mayfair. Tuttavia, la vita insieme non iniziò sotto i migliori auspici. Ben presto, tra il marchese Townshend e i Sutherst scoppiarono liti violente.

Il marchese rivolgeva continuamente critiche per l’arredamento della casa che era stato scelto dai suoceri, dotati di gusti troppo borghesi per i suoi ideali aristocratici. E i suoceri, specialmente la signora Sutherst, non esitavano a rispondere per le rime. La situazione degenerò, vi furono vere scenate con ingiurie, pugni sui tavoli, mobili fracassati, porcellane rotte fino a che lo sposo decise di andare a vivere da solo per qualche tempo a Brighton, dopo appena pochi mesi di matrimonio.

La scomparsa del marchese Townshend

Il 26 gennaio 1906 il marchese tornò a Londra per condurre alcuni affari. Si recò anche a casa sua a Brook Street, ma con la intenzione di rincasare a Brighton la sera stessa. Infatti, a due suoi amici, che dovevano fare il viaggio di ritorno con lui, diede appuntamento alla stazione un quarto d’ora prima della partenza del treno. Ma il marchese Townshend, con grande stupore degli amici che lo attendevano, non si recò all’appuntamento e da allora non fu più veduto.

Che cosa era accaduto?

marchese Townshend scomparso
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Lo si venne a sapere solo un mese dopo, alla fine di febbraio, grazie alle ricerche di alcuni giornali, specialmente il Daily Mail e il Daily Express, i cui giornalisti potevano rivaleggiare con i policemen londinesi in quanto ad astuzia e fiuto. Il marchese Townshend era stato sequestrato dai suoi suoceri e dalla moglie con il pretesto che egli era pazzo. Il giorno in cui da Brighton si era recato a Londra, egli aveva trovato in casa dei medici specializzati in malattie mentali e questi, interrogatolo ed esaminatolo alla presenza della moglie e dei coniugi Sutherst, lo avevano dichiarato demente.

Da quel giorno il marchese Townshend fu tenuto prigioniero, sorvegliato, isolato dal mondo e privato della sua corrispondenza. I giornali inglesi si occuparono ampiamente del caso, pubblicando lettere e dichiarazioni dei personaggi coinvolti e dando alle stampe i ritratti della giovane Gwladys Sutherst, degna, secondo alcuni, di essere dipinta da Reynold per la sua bellezza e portamento.

Vittima, pazzo o uomo felice?

La signora Sutherst persisteva nel ritenere che suo genero fosse pazzo. “Fin dall’epoca del viaggio di nozze” ella raccontò “il marchese mostrava bizzarrie, modi eccentrici che davano assai da pensare. Un giorno mise sottosopra tutto l’albergo in cui ci trovavamo per un’inaudita scenata, pretendendo che si fosse ordita una congiura contro di lui. Queste eccentricità non fecero poi che diventare sempre più gravi e il provvedimento di tenerlo rinchiuso è necessario per evitare guai maggiori”. Altri, invece, affermavano che il povero marchese, fin dai primi giorni del suo matrimonio, fu una vittima, trattato come un intruso in casa Sutherst.

Sulla figura del marchese di Townshend si narrava anche che la vedova di un piantatore di aranci in Florida gli intentò un processo che ella perdette nel 1903. Infatti, come abbiamo visto, a un certo punto, il marchese indebitato era partito per l’America alla ricerca di una ricca moglie. Si fidanzò con la vedova Evelyn Sheffield di Jacksonville, in Florida, ma ruppe presto il fidanzamento quando scoprì che la donna non era poi così ricca come aveva lasciato intendere. La donna perdette il processo perché il marchese Townshend non ufficializzò mai la promessa di matrimonio. Alcuni ipotizzavano che il marchese fosse soggiogato dall’influenza ipnotica di un amico residente a Brighton, ritenendo che fosse questa la causa dei suoi comportamenti eccentrici.

La querela della marchesa madre

marchese Townshend pazzo
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Facciamo un attimo un passo indietro, al giorno del matrimonio del marchese Townshend con la figlia del ricco Sutherst. Abbiamo visto che la cerimonia avvenne segretamente e che la marchesa Townshend ne fu informata solo successivamente. La marchesa madre, a questo punto, comunicò al figlio l’ordine di tornare subito alla casa paterna. La giovane moglie si oppose; ed era suo diritto, tanto più che il marchese si dichiarava felicissimo di aver sposato Gwladys Sutherst e rifiutò di lasciarla. Ma il marchese non usciva mai da solo: era sempre accompagnato dalla moglie o da un parente di lei. Ritenendo questa situazione insolita, la madre marchesa iniziò a sospettare che il motivo per cui il figlio non faceva ritorno da lei non fosse una scelta, ma una costrizione.

La marchesa madre Townshend presentò quindi una denuncia per sequestro di persona. Data l’insolita accusa nei confronti di una donna per aver trattenuto un uomo contro la sua volontà, sostenne che il figlio non godesse della pienezza delle sue facoltà mentali. Chiese pertanto un esame medico e l’annullamento del matrimonio, celebrato tanto segretamente, sostenendo che non fosse stato contratto secondo le procedure legali.

Il processo

processo Townshend
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Nel mese di marzo 1906 iniziò il processo che fece gran scandalo poiché le parti in causa erano conosciutissime nella Londra di inizio secolo. Per prima cosa si decise di sottoporre il marchese a un accurato esame medico, per il quale occorreva la sua presenza. Lo si cercò e fu trovato in Francia. Si informò la giovane marchesa della necessità di un ritorno del marito e fu stabilito il giorno per l’esame medico. Martedì 24 luglio il marchese Townshend era atteso, ma davanti ai membri della Commissione si presentarono la moglie e il suocero dichiarandosi disponibili a rispondere alle loro domande. Tuttavia, la Commissione dichiarò necessaria la presenza del marchese in persona.

La risposta giunse sotto forma di telegramma: “Torno per presentarmi alla Commissione di inchiesta. Mi riservo il diritto di interessare i testimoni. Debbo avere il denaro per la difesa. Firmato: Townshend”. Il giudice osservò che tale telegramma bastava a permettergli di iniziare il dibattimento e udì i primi testimoni. Testimoniò per primo un infermiere che dichiarò che il Townshend mostrava sempre segni di grande agitazione e che lo si custodiva in cura in una camera chiusa a chiave, dalla quale non usciva quasi mai. Una sera però si era recato a teatro con la moglie. Tornando ebbe una crisi violenta, scambiò l’infermiere per un impiegato dello Stato che voleva ucciderlo. Si calmò a stento. Si udì poi il dottor Crawport, il quale aveva curato il marchese Townshend. Non esitò a dire che era debole di mente, che aveva perduto ogni iniziativa e che stimava necessario sottrarlo all’influenza della moglie.

La confessione di Otto Dunn

Gwladys marchesa di Townshend con i figli
National Portrait Gallery, London

Un particolare dettaglio emerse durante il processo. Un funzionario del governo, un certo Otto Dunn, confessò di essere stato il mediatore del matrimonio tra il marchese Townshend e la signorina Sutherst. Egli non li conosceva, ma una gran dama lo aveva cercato per dirgli: “Ho un affare da proporvi; un giovane lord, indebitato per oltre 50 mila sterline vuole sposare una giovane che gli porti in dote almeno questa somma. Aiutatemi a trovarla. Vi è una somma di 72 mila franchi per noi, faremo a metà”. Obbligato a rivelare il nome della donna, Dunn confessò che si trattava di una certa Lady Fawcett. Dunn si fece presentare da comuni amici alla signorina Suthers, i genitori della quale conducevano una vita dispendiosissima, da miliardari, nonostante fossero già falliti una volta. Egli parlò ai signori Suthers di lord Townshend come di un vecchio amico e fece notare loro l’interesse che avrebbero avuto dall’imparentarsi con un uomo tanto aristocratico.

Per meglio convincere la madre, Dunn le confessò l’operazione commerciale che vi era dietro e le offrì la metà della sua parte, cioè circa 15 mila franchi, che sarebbero stati detratti dalla dote. La signora Sutherst accettò. In seguito, Dunn si fece presentare Townshend e il matrimonio si concluse. Ma la dote promessa non si riusciva ad avere che a rate, poiché i Sutherst, nonostante il lussuoso tenore di vita, campavano di espedienti e gli acconti sulla dote che pagavano erano altrettanti debiti che facevano. Otto Dunn e Lady Fawcett, che non avevano ancora ricevuto il saldo della mediazione, si spazientirono e Dunn iniziò a ricattare i Sutherst, minacciandoli di uno scandalo se non si fossero sbrigati a pagare interamente la parte di dote promessa. E fu forse da questo fatto che ebbe origine lo scandalo scoppiato sotto forma di querela di sequestro di persona, presentata dalla marchesa Townshend contro la nuora.

Come si concluse la vicenda

George Townshend, Gwladys Townshend
© National Portrait Gallery, London

Poco dopo lo svolgimento del processo, la Corte giudicò il marchese Townshend incapace di gestire i propri affari e le proprie sostanze ma abbastanza sano di mente da rimanere in libertà sotto le cure della moglie. Nonostante tutto, si disse che la moglie era sinceramente attaccata al marito. Grazie alla sua attività di scrittrice e di prima donna a scrivere per il cinema come sceneggiatrice di film muti, Gwladys Sutherst Townshend riuscì a risollevare le fortune della famiglia, in modo che i figli avuti dal marchese Townshend potessero crescere nella tenuta di Raynham Hall.

Durante lo scandalo della presunta pazzia del marito, la stampa mise in dubbio la paternità dei due figli, George ed Elizabeth, avuti dalla coppia. John Townshend, VI marchese Townshend, morì a 55 anni nel 1921 per cause sconosciute. Dopo qualche anno, Gwladys Sutherst Townshend si risposò in seconde nozze e morì a 89 anni nel 1959. In rete si trovano fotografie della marchesa ma non di John Townshend, VI marchese Townshend.

Marchese Townshend immagini