Il nome di questo borgo nasce dal luogo in cui sorge: “pietra” perché arroccato su una grande formazione calcarea e “cupa”, che in latino significa “botte” “sarcofago” con riferimento ai numerosi insediamenti rupestri ancora presenti. Ecco le cose da vedere a Pietracupa e la sua storia.
Pietracupa
Siamo in Molise, nella provincia di Campobasso, e Pietracupa è un piccolo comune di poco più di 200 abitanti, il cui abitato è arroccato attorno a una grande formazione calcarea, la Morgia. Il suggestivo borgo si erge in posizione dominante, a 700 metri di altitudine in mezzo alla campagna, donando ampie vedute su dolci colline e vallate.
Il borgo, così come le colline circostanti, ci parlano di una storia molto antica. Infatti, esse sono costellate da antri e caverne, abitate fin dai tempi più remoti. Queste grotte furono utilizzate come rifugi monastici e abitazioni dai primi abitanti di Pietracupa.
La storia di Pietracupa
Dunque, come si può intuire la storia di Pietracupa è molto antica. Terra dei Sanniti, l’insediamento originario di Pietracupa fu fondato intorno al VI secolo da monaci benedettini che si rifugiarono nelle grotte naturali della zona, per scampare dal pericolo rappresentato dalle invasioni dei Bulgari. Le grotte erano conosciute fin dai tempi dei Romani, come testimoniato dall’origine latina del nome del paese.
L’abitato vero e proprio si sviluppò intorno all’anno Mille, come espansione dell’insediamento monastico. In questi anni, nel centro storico di Pietracupa, e precisamente sulla rupe della Morgia, sorse un castello di origine longobarda. Quando i monaci si trasferirono nell’Abbazia di San Pietro in Formoso, nel frattempo costruita nell’agro pietracupese, il territorio di Pietracupa divenne proprietà del signore feudale longobardo Atenulfo, capostipite della stirpe detta dei “figli di Atenulfo”, ovvero Berardo di Castelluccio, Raudisio, Berardo di Ugone e Matteo.
L’epoca medievale
Nel 1268 il signore di Pietracupa, Guglielmo il “Malo”, figlio di Ruggero II d’Altavilla, terzo conte di Sicilia, fu mandato in esilio da Carlo d’Angiò, a causa della sua opposizione. Il feudo passò ad Anselmo Da Guardia. Seguirono altri signori come Ugone di Brancia e Guglielmo d’Alemagna, sotto i quali Pietracupa, per alcuni aspetti, si organizzò in modo autonomo. Ad esempio, le questioni locali erano risolte tramite sindaci e un parlamento formato dai capifamiglia del borgo. Nel 1348 un terremoto arrecò così gravi danni all’abbazia di San Pietro in Formoso che il signore di Pietracupa diede ordine di trasferire i monaci del suo feudo nell’abbazia di Sant’Alessandro che sorgeva nelle vicinanze.
Al 1360 risale la costruzione della prima chiesa, intitolata a San Gregorio, in caratteristico stile gotico. Nel 1456 un altro terremoto distrusse sia l’abbazia di Sant’Alessandro sia la chiesa di San Gregorio, spingendo la popolazione a rifugiarsi in una grotta della roccia, nota come “chiesa vecchia“. Dunque, quella che oggi è conosciuta come “la Cripta“, la grotta principale di Pietracupa, all’interno della Morgia, divenne la chiesa rupestre del paese. In quest’epoca, il castello baronale, ormai disabitato, appariva già in rovina e i suoi resti furono via via inglobati nelle nuove abitazioni che sorsero con il trascorrere del tempo.
L’età moderna
Sul finire del Quattrocento, Pietracupa entrò nell’orbita di potere della corona aragonese, per poi essere assegnata alla famiglia De Regina, che, nel 1560, volle ricostruire la chiesa di San Gregorio Magno, intorno alla quale il centro abitato si sviluppò ulteriormente. I De Regina furono autori anche della fondazione di un Pio Ospedale per accogliere pellegrini, viandanti, mendicanti e orfani. Nel 1600, Pietracupa passò sotto i feudatari d’Eboli, baroni di Castropignano. Alla metà del secolo, il borgo fu scelto come residenza della baronessa Lucrezia d’Eboli, vedova Rocco, che cedette Pietracupa al marchese di Salcito, Paolo Francone.
Quest’ultima casata tenne Pietracupa dal 1676 al 1810. Intorno alla fine del Seicento, le autorità del paese e il Pio Ospedale fecero edificare nella roccia la nuova chiesa di Sant’Antonio Abate, consacrata ufficialmente nel 1726. Incursioni di briganti, che si erano attestati nella Morgia di Pietravalle, caratterizzarono tutto il corso del Settecento. Nel 1799, le truppe francesi occuparono Pietracupa. Dopo il 1810, con la fine del regime feudale, il paese e il suo territorio furono assegnati dal re Ferdinando I di Borbone ai principi di Pietracupa, sempre i Francone, come proprietà privata che passò poi ai loro eredi, i Caracciolo di Torchiarolo.
L’Età contemporanea
Nei primi decenni dell’Ottocento iniziò l’emigrazione degli abitanti verso Napoli e Roma e verso le Americhe a fine secolo. Nella primavera del 1944, in piena Seconda Guerra Mondiale, Pietracupa fu invasa dai tedeschi e bombardata dagli alleati che la occuparono, allontanandone i nazifascisti. Un aumento dell’emigrazione, soprattutto verso Roma e gli Stati Uniti, caratterizzò tutto il periodo del Dopoguerra.
Cose da vedere a Pietracupa
Non sono moltissime la cose da vedere a Pietracupa, ma il borgo offre ottime possibilità per fare rilassanti passeggiate, ammirare i panorami e scoprire i luoghi naturali e spirituali nei dintorni.
Le chiese di Pietracupa
Tra le cose da vedere a Pietracupa ci sono sicuramente i suoi edifici di culto che, come abbiamo letto, sono stati i veri protagonisti della storia del borgo.
Chiesa di San Gregorio Magno
Costruita originariamente nel 1360 in stile gotico, la chiesa di San Gregorio Magno fu distrutta dal terremoto del dicembre 1456 e ricostruita nello stesso luogo nel 1560. Questa data è riportata anche nell’affresco che raffigura le sante Agnese e Lucia. Dell’originario edificio rimangono alcuni elementi come capitelli, l’acquasantiera e una statua in legno raffigurante San Sebastiano, ora conservata nella chiesa di Sant’Antonio Abate. Tuttavia, la testimonianza più importante si trova nell’architrave della porta posteriore che reca l’incisione in latino: “Anno del Signore 1360, il maestro Riccardo di Simone mi fece“. Sopra l’incisione troviamo un agnello con la croce, simbolo del Pastore celeste, e due stemmi, di cui uno probabilmente dell’allora signore Roberto di Pietracupa. L’ipotesi è avvalorata anche dalla presenza di alcune lettere che significherebbero “Tempio costruito al tempo del patrono Roberto“.
La chiesa conserva la statua lignea di San Gregorio Magno, patrono di Pietracupa. Secondo la leggenda, questa statua era originaria di Agnone. Portata a Pietracupa, gli agnonesi tentarono di recuperarla per ben tre volte, ma la statua tornò miracolosamente a Pietracupa, comparendo ogni volta ai piedi di una quercia. Secondo la leggenda popolare, nel luogo in cui sorgeva la quercia fu costruita la chiesa. Abbiamo poi la statua di San Rocco, il protettore del borgo contro la terribile peste del 1656. Per questo, il manufatto mostra sulla gamba un bubbone e un cane che, secondo la tradizione, fu l’unico a portagli del cibo durante la malattia.
Chiesa di Sant’Antonio Abate
Nella seconda metà del Seicento, gli amministratori del Pio Ospedale fecero scavare nella roccia della Morgia la chiesa intitolata a Sant’Antonio Abate, che compare assolutamente tra le cose da vedere a Pietracupa. Attiva nel 1695, fu consacrata nel 1726. La facciata in pietra, che fa tutt’uno con la roccia della Morgia, è semplice e austera. Un tempo, anche il pavimento era in nuda pietra. A sinistra dell’abside compare l’altare del Pio Ospedale intitolato a Sant’Antonio Abate, mentre a destra si trovano gli altari della Madonna delle Grazie, del Purgatorio e quello della Santissima Croce con la sepoltura del barone Cosmo d’Onofrio, aggiunto nel 1703.
Nel 1805 un terremoto causò lo sprofondamento della piazza antistante la chiesa e fu necessaria la costruzione di una scala per accedervi. All’inizio del Novecento, alcuni emigrati nelle Americhe, originari di Pietracupa, donarono un’acquasantiera in pietra e finanziarono il rifacimento della chiesa in stile barocco. Tuttavia, i restauri degli anni Ottanta hanno riportato l’edificio alla sua originaria semplicità. All’interno troviamo la statua lignea di Sant’Antonio, protettore delle greggi al tempo in cui l’allevamento era la fonte di sostentamento del paese. Poi altre tre statue raffiguranti San Nicola di Bari, San Michele del Gargano e la Madonna incoronata di Foggia, legate alla migrazione dei mietitori pietracupesi in Puglia.
La Cripta
Tra le cose da vedere a Pietracupa c’è la Cripta. Nel corso del tempo, l’antro ha assolto funzioni differenti. Fu dapprima una abitazione, utilizzata dai primi seguaci di Papa Celestino, poi divenne un tribunale ai tempi dell’Inquisizione, una prigione, e, infine, il luogo pubblico per le esecuzioni capitali. Di quest’ultimo impiego abbiamo testimonianza sulla volta, dove compaiono ancora i punti di appoggio delle travi che servivano per le impiccagioni e sulle pareti che mostrano i fori per il passaggio delle catene.
Intorno agli anni Settanta, la Cripta è divenuta un luogo di preghiera. Oggi, è caratterizzata dalla presenza di un cinquecentesco crocefisso senza braccia, dall’altare circolare, che è la macina del vecchio mulino del borgo, di un Bambino Gesù di legno d’olivo a grandezza naturale, proveniente da Nazareth, e da un calice di legno acquistato a Betlemme.
Museo della Rupe
Alla Morgia, il Museo della Rupe accoglie una collezione di strumenti di tortura di varia provenienza ed epoche differenti. Tra i pezzi ricordiamo la Vergine di Norimberga, l’austro-ungarica sedia delle streghe, la mordacchia utilizzata nel rogo di Giordano Bruno per chiudergli la bocca. Molti di questi strumenti di tortura sono falsi storici dell’Ottocento, un aspetto che accomuna molti musei di questo genere. L’esposizione è corredata da pannelli esplicativi.
Museo Casa dei Ricordi
Tra le cose da vedere a Pietracupa, in via Pozzo Nuovo, c’è il Museo Casa dei Ricordi che comprende una eterogenea collezione di oggetti riferibili alle epoche passate, indicati con il termine dialettale e corredati da una descrizione del loro utilizzo. L’esposizione segue diversi filoni tematici. Ad esempio il cuore della casa è rappresentato da un focolare dove veniva cotto il pane.
Per fare il pane serve il grano, e allora ecco una serie di utensili necessari alla sua coltivazione e lavorazione, accanto a quelli per la vendemmia, l’allevamento del bestiame, il lavoro nei campi. Altri oggetti di uso quotidiano sono antichi ferri da stiro, telai e ferri per lavorare la lana. All’interno della Casa dei Ricordi vi è anche una piccola raccolta di abiti da sposa, il più antico dei quali risale a cento anni fa, biancheria personale e corredi. Infine, la ricostruzione di una camera da letto del passato.
Museo Pietracupesi nel mondo
Il Museo Pietracupesi nel mondo ha sede nella casa natale di Benedetto di Iorio, che ha fatto fortuna in America con una serie di agenzie di viaggio e di charter. Si tratta di una collezione fotografica riferita a momenti di vita della comunità di Pietracupa nel passato. Alcune fotografie si riferiscono a scorci paesaggistici, altre immortalano eventi storici come la costruzione dell’acquedotto molisano o l’inaugurazione della prima fontana pubblica, avvenuta nel 1954.
Una serie di fotografie ritraggono pietracupesi in partenza dal porto di Napoli alla volta degli Stati Uniti, Canada, Argentina, Australia. Una parte della raccolta è dedicata a rappresentare le attività svolte dai pietracupesi nei paesi di arrivo e la loro ascesa economica e sociale all’estero in vari campi e settori. Nel museo sono, infine, custoditi due frammenti delle Torre Gemelle, donati a memoria del terribile evento che ha portato alla loro scomparsa.
Pietracupa: sentieri e luoghi naturali
Tra le cose da vedere a Pietracupa non possono mancare i sentieri e i luoghi naturali. Nei pressi di piazza Portone si trova un area naturalistica riqualificata che permette di ammirare il panorama del paese e fare una sosta immersi nella quiete della natura. Un altro percorso naturalistico collega il bosco di querce del Cantone a Pozzo Nuovo. Il sentiero offre numerosi scorci sul borgo e sulla campagna circostante. Altre zone nelle vicinanze da raggiungere per fare trekking sono il Bosco di Macchia Lupara e l’area del Monte di Basso.
Parco delle Morge Cenozoiche del Molise
Il Parco delle Morge Cenozoiche del Molise è un ente che accomuna diversi comuni della zona, tra cui Pietracupa, caratterizzati dalla presenza delle Morge. Si tratta di formazioni sedimentarie, le più antiche delle quali sono di origine marina. Esse si sono formate in diversi tempi geologici, dal Trias fino al Plio-Pleistocene.
Il parco organizza attività di arrampicata sportiva, trekking e mountain bike, parapendio, laboratori didattici archeologici e di avventura pionieristica per ragazzi, laboratori sulle erbe, di orienteering e sulla flora e fauna. L’Info Point del Parco si trova a Pietracupa in via Casaleno 1.
Cosa vedere nei dintorni di Pietracupa
Ecco cosa vedere nei dintorni di Pietracupa.
Morgia di Pietravalle
La più famosa delle morge è quella di Pietravalle, situata nel comune di Salcito. Il sito ha un interesse paleontologico, poiché ricco di fossili, e archeologico grazie alle sue cavità artificiali, riferibili ad un insediamento rupestre altomedievale. Nei pressi della Morgia si trova il laboratorio paleontologico all’aperto.
Questo monumento naturale è chiamato anche Morgia dei Briganti, un nome che fa riferimento al fatto che la morgia fu utilizzata come rifugio dai briganti. Per giungervi si parte da Pietracupa in direzione Salcito, distante 10 Km.
Libri per approfondire
Pietracupa. Autobiografia di un paese
The old suitcase. A journey in the past and the present in Pietracupa’s community
Cose da vedere a Pietracupa immagini
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Meteo Pietracupa
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Ufficio informazioni turistiche a Pietracupa
Infopoint del Parco delle Morge in Via Casaleno, 1.