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Cascata delle Libellule Blu e Cascata della Ferriera

Cascata delle Libellule Blu
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La Cascata delle Libellule Blu e la Cascata della Ferriera sono situate nell’entroterra di Finale Ligure (Savona) e più precisamente nel comune di Rialto. Scopriamone insieme la storia e come arrivarvi.

La Cascata delle Libellule Blu

Immersa nella natura dell’entroterra di Finale Ligure, la Cascata delle Libellule Blu è caratterizzata da acque color verde smeraldo e laghetti cristallini. Il nome di questa cascata deriva dalla colonia di Calopterigidi o libellule blu che dimora in tutto il bosco circostante. La cascata è alimentata dalle acque del torrente Pora che formano un salto di 15 metri.

La Cascata delle Libellule Blu è un luogo controllato e per accedervi si passa attraverso l’AgriBike Camping. Viene richiesto un contributo simbolico per mantenere in ordine e pulito il luogo e il sentiero di accesso. Quest’ultimo è breve e adatto a tutti ed è regolamentato per non disturbare le libellule blu. Quella delle Libellule Blu non è l’unica cascata della zona. Infatti, nei dintorni ci sono altri salti d’acqua alimentati da due rii che si incanalano nella gola.

Cascata delle Libellule come arrivare

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Pixabay

Dall’inizio del sentiero, in soli 5 minuti si giunge al torrente. Seguendo le indicazioni si arriverà facilmente alla cascata, dopo aver guadato due volte il corso d’acqua. La zona della cascata è soggetta a regole da seguire scrupolosamente: l’accesso è interdetto dal 1° ottobre al 30 aprile, non si può fare rumore in eccesso, non si possono catturare le libellule, si può fare il bagno ma senza utilizzare shampoo e saponi. Ovviamente, non si possono lasciare rifiuti.

La Cascata della Ferriera

cascata della ferriera

Tornando indietro sulla strada principale dell’Agribike Camping Finale Ligure, in Via Ferriere 17, si guida per circa 1 km. Dopodiché, in corrispondenza di un tornante si incontreranno le indicazioni per la Cascata della Ferriera. Si tratta di altri salti d’acqua sul torrente Porro, in località Casa Saccone. Infatti, la cascata è immersa nel bosco, accanto all’antica Ferriera, lungo il Sentiero dell’Argento

Dopo aver percorso una strada sterrata e un sentiero si giunge alla Cascata della Ferriera, anch’essa dotata della sua famiglia di Libellule Blu. La cascatella naturale è alta 2 metri e forma una profonda pozza dalle acque color verde smeraldo.

Il “Sentiero dell’Argento”

Nei pressi della cascata della Ferriera si trova anche il “Sentiero dell’Argento”. Questo percorso, come dice il suo nome, segue le tracce del minerale pregiato che un tempo era estratto nella zona. Il sentiero, infatti, collega le antiche Miniere del Purin (dal fiume Pora, in dialetto ligure “Purin”) con l’edificio della ferriera dove veniva elaborato il minerale separato dal materiale di scarto.

Accanto alla ferriera anticamente vi erano piccoli bacini per raccogliere le acque e un mulino a due ruote per frantumare i grandi blocchi e ridurli in blocchetti per la lavorazione. Probabilmente, le miniere furono sfruttate a partire dalla metà del Quattrocento, per conto del Marchesato del Finale. La ferriera risale quasi certamente allo stesso periodo. Con l’esaurirsi delle miniere, la ferriera fu adibita alla lavorazione del ferro che, nel Settecento, dall’Isola d’Elba arrivava a Genova. Fu utilizzata almeno sino alla fine dell’Ottocento.

La storia di Rialto

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La Cascata delle Libellule Blu e la Cascata della Ferriera ricadono entro il territorio del comune di Rialto, nell’alta valle del torrente Pora. Si tratta di un comune sparso di pochi abitanti e in cui le borgate si situano a mezzacosta, tra uliveti e vigneti.

Secondo le fonti storiche, il paese fu di proprietà di Bonifacio del Vasto. Attorno al 1091, la località passò come feudo alla famiglia locale Del Carretto che lo incorporarono entro il territorio del marchesato di Finale, Con quest’ultimo, Rialto condivise le vicende storiche e politiche. Dopo vari passaggi, nel 1713 tornò alla Repubblica di Genova. Dal 1859 al 1927 fece parte del IV mandamento di Finalborgo del circondario di Albenga della provincia di Genova. Con la soppressione del circondario ingauno passò alla neonata provincia di Savona.

La Ferriera e le fornaci

Sul Bric Gettina, a mille metri di altitudine, un tempo si trovavano le miniere di galena argentifera, chiamate miniere del Porrino. Esse erano già attive nel periodo feudale, quando furono sfruttate dai marchesi Del Carretto per ottenere l’argento. Nei secoli scorsi, l’economia di Rialto si basò principalmente sulle castagne, sulla Ferriera e su due fornaci presenti nel territorio. La Ferriera serviva per la lavorazione dell’argento che fu ricavato dal Purin dal XVIII secolo alla metà del XIX. Successivamente, come abbiamo visto, fu utilizzata per la lavorazione del materiale ferroso proveniente dall’Isola d’Elba. Le fornaci erano presenti a Rialto e a Vene, i due principali nuclei di questo comune sparso.

La fornace meglio conservata si trova nella località Furnàxe del Mulino, nei pressi del torrente Pora. Essa era formata dal magazzino per i prodotti finiti, dal forno di alimentazione e dalla fossa di cottura dei laterizi. Alimentava un piccolo commercio locale, sicuramente attivo prima del 1718, anno a cui risale la prima menzione scritta della fornace di Furnàxe. Qui si realizzavano le tavelle, mattonelle leggere che erano impiegate per creare particolari soffitti tipici della zona, e altri tipi di piastrelle, tegole e mattoni.

Le chiese di Rialto

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La chiesa di San Pietro è una delle due parrocchie del territorio comunale. Non sappiamo la data precisa di fondazione, ma la prima menzione scritta nelle fonti storiche è del 1356. Tuttavia, l’attuale aspetto è frutto di un rifacimento operato durante il Settecento. Il campanile risale al XIII o XIV secolo e presenta uno stile gotico che rivela le origini medievali dell’edificio di culto. Gli interni sono affrescati con opere databili tra la seconda metà del XVIII secolo e la prima metà del XIX secolo. Gli altari sono in stile barocco, mentre alcune decorazioni a stucco mostrano uno stile rococò. Infine, sulle pareti del presbiterio troviamo richiami allo stile neoclassico.

L’altra chiesa presente a Rialto è quella intitolata a San Lorenzo, situata nella località di Vene. Purtroppo, abbiamo scarsissime notizie circa la sua storia, soprattutto riguardo la fondazione e la realizzazione dell’edificio. Infatti, i documenti sono andati perduti. La facciata e il campanile presentano uno stile barocco e stucchi rococò.

Gli oratori

L’oratorio dei Santissimi Sebastiano e Carlo è situato vicino alla chiesa di Rialto ed è la sede della confraternita di San Sebastiano. L’edificio risale al 1754 e fu probabilmente costruito sulle fondamenta di un oratorio preesistente. Mostra un semplice stile barocco. All’interno i semi pilastri interni sono caratterizzati da capitelli ornati da foglie d’acanto a stucco. La facciata mostra il rosone e un affresco ormai sbiadito dal tempo posto sopra l’ingresso.

L’oratorio di San Bernardo si trova vicino alla chiesa di San Lorenzo, in località Vene, ed è la sede dell’omonima confraternita E’ menzionata nelle fonti scritte dalla seconda metà del XVI secolo. L’oratorio dovrebbe invece risalire nelle sue attuali sembianze al 1726. Anche in questo caso, abbiamo un semplice stile barocco. La facciata presenta un rosone quadrilobato, il portone è sormontato da un bassorilievo in stucco che rappresenta san Bernardo e il diavolo in catene.

Museo della civiltà contadina – Rialto

Il Museo della civiltà contadina è ospitato presso l’oratorio dei Santissimi Sebastiano e Carlo di Rialto. Vi si trovano esposti attrezzi e strumenti propri del lavoro nei campi e quelli delle tradizioni popolari che caratterizzano l’alta Val Pora.

Il museo è aperto su richiesta. È visitabile gratuitamente e il percorso comprende tre sezioni: gli arredi da cucina, gli attrezzi per il trasporto e gli strumenti per lavorare la terra e i campi.

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