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Cosa vedere a Serramazzoni e la sua storia

la leggenda delle cascate del Bucamante
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Siamo in un antico borgo di montagna, luogo di transito da tempo immemorabile Il villaggio è rinomato per il suo impianto di origine medievale, i castelli dei dintorni e la natura rigogliosa. Ecco cosa vedere a Serramazzoni, situato nella provincia di Modena.

La storia di Serramazzoni

Le prime menzioni scritte di Serramazzoni risalgono al Medioevo, precisamente negli Statuti di Modena del 1327, dove il borgo compare come “Serra de Legorzano”. Come suggerisce il nome, si trattava semplicemente di uno spartiacque tra il basso e il medio Appennino modenese. Allora, questo territorio ricadeva sotto i domini dei feudatari di Monfestino e Gombola.

Il vero sviluppo del paese ebbe inizio con l’apertura della Via Vandelli nel 1751 e della Via dei Giardini nel 1776, importanti percorsi che attraversavano l’Appennino, collegando la Pianura Padana e la Toscana. Serra diventò così una stazione di posta. Durante tutto il XIX secolo e fino agli anni ’60 del Novecento, Serramazzoni fu un villaggio con poche abitazioni. Lo sviluppo del turismo negli anni ’70 determinò un aumento della popolazione e l’espansione dell’abitato.

storia di serramazzoni
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Le origini di Monfestino

Ma è la frazione di Monfestino con il suo castello a rappresentare la vera storia del territorio di Serramazzoni. L’epoca esatta della costruzione dell’originario castello è sconosciuta. La parte più antica della fortezza, ancora parzialmente visibile entro le mura, includeva un’alta torre quadrata circondata da possenti mura.

Per la sua posizione strategica, la presenza del castello di Monfestino ritardò di circa duecento anni la penetrazione dei Longobardi nel territorio. Dopo la caduta dei Longobardi il dominio passò ai Franchi, il territorio di Serramazzoni diventò un feudo e perse l’autonomia. Dopo diversi scontri tra i signori locali, Monfestino passò nell’orbita dei signori di Ferrara nel XIV secolo. Il loro dominio durò fino al 1796, quando, con l’arrivo dell’esercito napoleonico, i feudi furono aboliti.

Età Moderna

Durante l’occupazione napoleonica (1796-1814) e il periodo della Restaurazione (1814-1859), le singole comunità riunite nella Podesteria di Monfestino subirono diverse aggregazioni con altre realtà territoriali.

Quando nel 1859 fu ricostituita l’antica Comunità, Monfestino aveva già perduto la sua importanza strategica rispetto al borgo di Serramazzoni il quanto quest’ultimo si trovava lungo le vie che collegavano Modena alla Toscana e all’Italia centrale.

Cosa vedere a Serramazzoni

cosa vedere a serramazzoni
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Il borgo è un ottimo punto di partenza per visitare un territorio ricco di borghi medievali e di luoghi naturali nei suoi dintorni. Ecco ora cosa vedere a Serramazzoni.

Le chiese

La chiesa della Madonna del Rosario è il principale luogo di culto di Serramazzoni. Si tratta di una costruzione recente, risalente agli anni ’40 del Novecento, con una facciata imponente e riccamente decorata. La chiesa del Santissimo Crocifisso è la chiesa originaria del paese. Nacque come piccolo oratorio alla fine dell’Ottocento, epoca in cui il paese era ancora sprovvisto di un luogo di culto.

Nella frazione Ligorzano troviamo la chiesa dedicata ai Santi Ippolito e Cassiano, risalente al 1750. E’ caratterizza da una facciata che richiama lo stile romanico con elementi di stile gotico. La chiesa di San Geminiano, nella frazione Pompeano, presenta un impianto originario del XIII secolo. Tra cosa vedere a Serramazzoni vi è la suggestiva Pieve romanica di Santa Maria Assunta. Sorge su uno sperone di roccia e la sua costruzione risale a un periodo compreso tra l’VIII e il IX secolo. La sua architettura interna è tra le più belle del Nord Italia.

serramazzoni chiese
Mario Toni

I castelli

Situato all’interno del comune di Serramazzoni, il castello di Monfestino appare al culmine dell’omonimo borgo sul pendio
nord-est dalla gola del torrente Busamante. Il borgo di Monfestino sorge su uno sperone roccioso, immerso tra castagneti, in posizione dominate sulla valle del Tiepido. La sua posizione sommitale rende possibile ammirare un bellissimo panorama sull’Appennino modenese. Il castello dovrebbe risalire all’XI secolo, con aggiunte e ampliamenti più consistenti effettuati nel corso del Cinquecento. Sappiamo però che il suo nucleo più antico era caratterizzato da una torre quadrata ed era protetto da robuste mura, in quanto esso rappresentava un avamposto della difesa del Castro Feroniano. Oggi è proprietà privata.

Borgo e castello di Monfestino
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Tra cosa vedere a Serramazzoni, non può mancare il castello di Pompeano. Il maniero, situato su una rupe, risultava già presente nel XII secolo. Il castello domina il borgo medievale che si è sviluppato attorno a esso, assieme alla chiesa di San Geminiano al Sasso, posta all’interno della cinta muraria merlata. Il castello di Pompeano conserva la torre duecentesca, il torrione cilindrico, la sala monumentale con decorazioni seicentesche.

serramazzoni castelli
comune.serramazzoni

Torre della Bastiglia

La Torre della Bastiglia è uno dei simboli del territorio di Serramazzoni. Si tratta di un’alta torre duecentesca eretta per supportare l’azione di controllo sul Castello di Monfestino, insieme a una rocca di cui faceva parte, oggi scomparsa. La torre si trova a nord del paese e vicino alla Chiesa di Ligorzano.

Alcune case annesse alla costruzione recano portali e architravi in ​​pietra scolpita risalenti al 1578. Più giù, lungo Via Giardini, si trova la famosa Fontanina, nota per la sua acqua freschissima.

Cascate del Bucamante

Tra cosa vedere a Serramazzoni ci sono soprattutto i suoi luoghi naturali. Le cascate del Bucamante sono alimentate dalle acque di un affluente del torrente Tiepido che nasce dalla confluenza di apporti che provengono dai monti situati nel comune di Serramazzoni. Le cascate sono quattro grandi salti d’acqua, ma lungo il torrente ci sono altre piccole cascatelle dove si formano anche stalattiti. Lungo il percorso dell’acqua sono visibili tracce di un’antica cava di travertino.

Nel 2003 è stata scoperta una nuova cascata, nascosta nella vegetazione. É stata chiamata “la Muschiosa” e presenta alcune cascatelle e vaschette naturali, dette “le Travertine”, poiché formate dal deposito calcareo. La più imponente cascata è alta circa 18 metri. Le Cascate del Bucamante sono circondate dalla macchia mediterranea e da un rigoglioso bosco formato da carpini, aceri, cerri, cornioli e quercioli. Tra la fauna: insetti, anfibi, pesci soprattutto Ciprinidi, rettili, uccelli e piccoli mammiferi.

La leggenda Cascate del Bucamante

cascate del bucamante
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Il nome delle cascate deriva dalla leggenda che vede come protagonista una coppia di innamorati. Secondo la leggenda delle Cascate del Bucamante, alla corte del castello di Monfestino, situato nelle vicinanze, dimorava una dama di nome Odina, una giovane bellissima di 17 anni, che era solita passeggiare per i boschi in compagnia dalla domestica. Un giorno, durante una passeggiata, conobbe il pastore Titiro.

I due si innamorarono a prima vista e iniziarono a incontrarsi in gran segreto. Un giorno la domestica scoprì i loro appuntamenti amorosi e andò a riferire il tutto ai genitori di Odina. Il re Guidobaldo e la moglie Elvira decisero di segregare la giovane nel castello. Ma l’ardore giovanile fu più forte e Odina riuscì a fuggire e a raggiungere Titiro. I due innamorati, consapevoli dell’impossibilità del loro amore a causa della diversissima classe sociale di appartenenza, decisero di uccidersi gettandosi dalla cascata più alta.

Il peso dei loro corpi fece una buca nel terreno sotto la cascata. Da qui nacque la leggenda delle Cascate del Bucamante: quella voragine è la “buca degli Amanti” di Odina e Titiro, in dialetto “Busamante”.

Cascate del Bucamante come arrivare e sentieri

cascate del bucamante serramazzoni
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Le Cascate del Bucamante sono raggiungibili seguendo due sentieri alternativi, denominati Titiro e Odina, in onore dei due innamorati protagonisti della leggenda. Venendo dalla Nuova Estense, uscita per Pazzano, da Granarolo (il nome di questa località deriva probabilmente dalla presenza di un antico granaio per immagazzinare le scorte per i periodi di carestia) si risale il sentiero lungo il torrente. Da Cornazzano, scendendo i sentieri dall’alto delle vaschette e della cascata Muschiosa.

Un altro percorso attraversa il bosco e parte da Monfestino. Dopo aver incontrato i resti di un edificio settecentesco, situati presso l’antico borgo di Serola di Sotto, si lascia la mulattiera e si imbocca un sentiero che passa attraverso campi finché si arriva alla prima cascata. Risalendo verso monte il torrente, si giunge ad altre due cascate.

Il borgo di Faeto

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Faeto si trova a quattro chilometri da Serramazzoni, lungo una stradina che termina in prossimità di estesi boschi. Infatti, il piccolo borgo è immerso tra querce secolari e castagneti, offrendo un panorama senza eguali. Nel 1540 gli abitanti costruirono un oratorio dedicato agli apostoli Filippo e Giacomo. Caduto in rovina, fu ricostruito nel 1609 dagli stessi abitanti.

La frazione Faeto è conosciuta per i boschi di Carbonara, un luogo incantevole e molto fresco, da non perdere tra cosa vedere a Serramazzoni. Qui domina la rigogliosa vegetazione di castagni, betulle e aceri. All’interno di questi boschi è possibile intercettare un tratto originario e inalterato dell’antica via Vandelli.

Via Vandelli

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La Via Vandelli è un’antica strada aperta a metà del Settecento per collegare Modena e Massa Carrara, in Toscana. Essa attraversa Serramazzoni in due punti. All’epoca della sua costruzione rappresentava un’opera ardita poiché valicava alte montagne, l’Appennino e le Alpi Apuane, e spesso era impraticabile a causa delle condizioni atmosferiche.

Per questo motivo, Serramazzoni si sviluppò come stazione di posta con locande, fontane, ricoveri per viandanti e cavalli. La Via Vandelli è avvolta da numerose storie e leggende che vedono come protagonisti briganti e mercanti.

L’ofiolite di Pompeano e Varana Sassi

ofiolite di Pompeano e Varana Sassi
Regione Emilia Romagna

Le ofioliti sono spettacolari formazioni rocciose verdi, presenti nella frazione di Pompeano e nella località di Varana Sassi. Questi giganteschi speroni rocciosi sono emersi da effusioni magmatiche avvenute 200 milioni di anni fa.

L’Ofiolite di Pompeano presenta una faglia che ha originato una grotta lunga circa trenta metri. È possibile visitare la grotta durante la festa del borgo, il primo fine settimana di agosto. All’interno, ospita geotritoni e un lago sotterraneo profondo circa venti metri. Ai Sassi di Varana è possibile praticare l’arrampicata.

I musei di Serramazzoni

Tra cosa vedere a Serramazzoni, ecco i piccoli ma interessanti musei.

Museo Giardino della Rosa Antica

Il Museo Giardino della Rosa Antica si trova a Montagnana, una frazione a 10 chilometri da Serramazzoni. Copre un’area in cui molti ettari sono dedicati esclusivamente a oltre 800 varietà di rose. La percorso di visita al Museo Giardino include il Giardino delle Rose, l’Erbario dei sensi e le Rose ritrovate.

Il museo è aperto dal 15 aprile al 30 giugno, tutti i giorni.
Negli altri mesi solo su prenotazione. Per maggiori informazioni, visitare il sito museoroseantiche.it

Museo della Civiltà Cointadina

Sempre a Montagnana troviamo anche il Museo della Civiltà Contadina. Ha sede in un edificio settecentesco, di fronte al ristorante La Noce. La collezione annovera circa 300 utensili da lavoro agricolo e oggetti legati alla storia dell’albergo-ristorante e dell’Azienda Agricola Poggio Noce.

È possibile visitare il piccolo museo, l’acetaia, l’enoteca e la cantina. Il percorso espositivo è breve ma ricco di storia e tradizione. L’antico mulino restaurato accoglie i turisti che desiderano soggiornarvi.

Curiosità e aneddoti su Serramazzoni

  • Il nome Serramazzoni deriva da “serra”, che significa una barriera naturale tra due montagne. Mazzoni è invece il cognome di una famiglia nobile locale che aveva possedimenti nell’area durante il Medioevo. Questo cognome deriva da uno strumento di lavoro.
  • Nel territorio di Serramazzoni, l’aceto balsamico è una vera eccellenza. Numerose famiglie producono l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena.
  • Il Sasso delle Streghe è un monolite situato nella frazione di Rocca Santa Maria. La pietra è una formazione calcarea contenente fossili marini, alta circa sei metri e dodici di circonferenza. Rappresenta uno dei migliori affioramenti di chemioerme fossili al mondo.
  • La “salsa di Cintora” si trova sempre nella frazione di Rocca Santa Maria e presenta le stesse caratteristiche delle salse di Nirano. La salsa consiste in un cono, alto circa un metro, da cui emergono acqua salata, gas metano e fango argilloso. I locali la chiamano “Bomba”, perché durante i temporali, dal cono emergono suoni simili a quelli di piccole esplosioni.

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